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La Sicilia al centro della transizione energetica, ma servono investimenti

La Sicilia al centro della transizione energetica, ma servono investimenti

La Sicilia al centro della transizione energetica, ma servono investimenti

The European House Ambrosetti ha presentato a Catania lo studio dedicato alle opportunità industriali dalla transizione energetica per la Sicilia. “Per coglierle, tutto il Paese deve organizzare la filiera, investendo e potenziando gli asset portuali e cantieristici soprattutto nelle regioni del Sud Italia, in cui il vantaggio logistico è evidente - ha spiegato Alessandro Viviani, senior consultant di The European House - Ambrosetti -. Allo stesso tempo, è necessario dare stimolo alla filiera con una visione di sviluppo di lungo periodo e con il supporto a quei progetti che già nel breve termine dimostrino di poter generare ricadute occupazionali e di sviluppo nei territori interessati”.

Il ruolo della Sicilia

La Sicilia giocherà un ruolo centrale anche perché è già chiaro un ribaltamento della geografia dell'approvvigionamento energetico italiano: dallo scoppio della Guerra in Ucraina si è spostato da Nord (Tarvisio) al Sud del Paese grazie agli accordi stretti con i paesi dell’Africa settentrionale. Idrogeno verde ed eolico sono le energie del futuro su cui la l'isola deve investire. Da polo di eccellenza in Italia per il settore della chimica e della raffinazione (da cui in Italia dipendono circa il 7 per cento del Pil e dell'occupazione nazionale), responsabili del 36 per del totale delle emissioni regionali e del 3 per cento del totale delle emissioni nazionali, la Sicilia ha un peso sul processo di decarbonizzazione proprio per via delle infrastrutture e il know how esistenti. Sono però necessari investimenti urgenti e importanti. Per azzerare le emissioni regionali, The European Ambrosetti ha calcolato 8-10 miliardi di euro per adeguare gli impianti produttivi, su un totale nazionale stimato in circa 25-30 miliardi di euro. La Sicilia ha un piccolo vantaggio sull’eolico ma è in ritardo sull’idrogeno. La risorsa è sì utilizzata negli impianti di Augusta-Melilli, Priolo e Gela, ma è ancora di tipo fossile. I programmi di conversione e sviluppo ci sono e sono stati messi a punto da Sonatrach, Sasol ed Eni, ma servono appunto delle operazioni preliminari di conversione dei sistemi di produzione.

L’Europa regola la produzione di idrogeno e la permette solo se legata ad un impianto industriale basato sull’elettrificazione sostenibile e in questo caso la Sicilia è in ritardo. “Dobbiamo raggiungere il 90 per cento del rinnovabile entro il 2030 - ha spiegato il program lead Sustainability di Sasol Sergio Corso - per questo chiediamo il sostegno della Regione Siciliana, registrando la disponibilità del ministero della Transizione Ecologica a finanziare i nuovi programmi dedicati all’idrogeno”. Rosario Pistorio della Sonatrach ha ricordato che da Priolo viene soddisfatto il 10 per cento del fabbisogno italiano di raffinazione e prodotto il 20 per cento del carburante per i jet. Il bitume per la Sicilia è a “chilometro zero” perché viene tutto da siracusano”. Una conversione ad idrogeno della bioraffineria di Gela ridurrebbe le emissioni dell’80 per cento, ha evidenziato il presidente dello stabilimento Walter Rizzi durante l’evento organizzato da The European House Ambrosetti.

Il ministro Pichetto Fratin

Nel suo intervento da Catania il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ha ricordato che l’Italia incide solo per lo 0,8 per cento delle emissioni a livello Mondiale. “Di fronte a questo dato perché dovremo mettere in campo sforzi di riconversione in proporzione molto importanti? E’ chiaro che la decarbonizzazione è una scommessa, ma anche un’opportunità che dobbiamo cogliere per cambiare l’Italia avviando processi di produzione economica vantaggiosi.  La Sicilia è centrale per la sua posizione nel Mediterraneo e in conseguenza ai nuovi equilibri geopolitici. Lo è perché da qui passerà il collegamento dalla Tunisia e il collegamento con Libia e Algeria. Tutto questo ci impone di ribaltare il rapporto storico che vedeva il Nord portare energia al Sud dell’Italia”. I nuovi percorsi per idrogeno ed eolico potranno generare un impatto anche sulla mitigazione del cambiamento climatico. “Riuscire ad utilizzare in modo corretto l’idrogeno vuol dire creare le condizioni per la decarbonizzazione. Si deve andare avanti anche sulla sperimentazione e la ricerca del nucleare”, ha dichiarato Pichetto Fratin.

Sicilia leader nell’idrogeno, ma sull’eolico...

La nascita di un Hydrogen Valley in Sicilia è il progetto su cui aziende, Regione e Stato possono convergere i propri interessi. Il piano può essere avvantaggiato da una sinergia più stretta - ad esempio - tra il trasporto pubblico locale e i produttori di idrogeno, fino alla spinta sulle rinnovabili elettriche, per produrre idrogeno rinnovabile e altri vettori energetici. L’Italia è ancora distante dal target di intensità carbonica dell’elettricità previsto dagli atti delegati (18,8 gCO2/MJ) per la produzione di idrogeno rinnovabile con elettricità prelevata dalla rete, nonché da quello di penetrazione delle rinnovabili, stabilito al 90 per cento per il 2030 dagli atti delegati UE. Per produrre idrogeno rinnovabile è fondamentale accelerare la produzione di energia elettrica rinnovabile e sviluppare una strategia per produrre idrogeno in modo competitivo nel Mezzogiorno, dove c’è un potenziale più elevato in termini di installazioni di rinnovabili. Grazie all’eolico offshore galleggiante la Sicilia può supportare l’intero paese nel processo di decarbonizzazione. L’Italia è infatti il terzo mercato potenziale per eolico offshore galleggiante, in particolare, la Sicilia è la prima Regione in Italia per potenziale di eolico offshore galleggiante, pari a 65 GW, ed è allo stesso tempo quella con il maggiore divario da colmare in termini di installazioni rinnovabili. “Le porte del mio assessorato sono aperte - ha dichiarato l’assessore regionale alle Attività Produttive Edy Tamajo - la Sicilia ha sole e vento, biomassa agricola e forestale che potrebbe essere utilizzata per la produzione di energia termica ed elettrica sostenible. Questo vuol dire anche termovalorizzatori, che sono la soluzione per la gestione dei rifiuti in Sicilia. Irsap potrà avere un ruolo chiave grazie al censimento delle aree che realizzeremo per trovare siti idonei".

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