Coronavirus, test Sardegna, il Governo impugna l’ordinanza
Il bollettino di ieri parla di 1.229 i contagiati dal Covid nelle ultime 24 ore, 221 in più del giorno precedente, e sono quasi raddoppiati i tamponi processati: 80.517 contro 45.309. Le vittime sono state 9.
I casi totali sono così saliti a 289.990, i morti a 35.633. In nessuna regione si è registrata un'assenza di nuovi positivi. I più numerosi nelle ultime 24 ore in Lombardia (176) e in Liguria (141).
Il Cts avvia ulteriori verifiche sull'ipotesi della riduzione della quarantena. Ulteriori approfondimenti e confronti con le organizzazioni internazionali e gli altri paesi. E' questo - secondo quanto si apprende - l'orientamento che il Cts sta prendendo nella riunione ancora in corso in vista di una eventuale riduzione dei giorni di quarantena da 14 a non meno di dieci. Il tema, dunque - verrà ancora esaminato con un confronto internazionale anche con l'Oms e gli Ecdc. La linea di prudenza - sempre secondo quanto si apprende - sembrerebbe, inoltre dettata dall'andamento dell'epidemia alla luce dell'apertura delle scuole.
Intanto l'Avvocatura dello Stato ha depositato l'atto di impugnazione dell'ordinanza della Regione Sardegna, in vigore da ieri, che prevede test obbligatori per i passeggeri in entrata che non si siano presentati all'imbarco con una certificazione di negatività al covid-19.
Il mancato rispetto dell'articolo 16 sulla libera circolazione delle persone è la ragione fondamentale del ricorso depositato al Tar della Sardegna. L'istruttoria sull'ordinanza era stata aperta subito dopo la pubblicazione dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia che ha lavorato sull'approfondimento giuridico con il ministro della Salute Roberto Speranza e l'Avvocatura dello Stato.
Presumibilmente, nel ricorso depositato nel tardo pomeriggio al Tar della Sardegna, c'è anche una richiesta di sospensiva.
Ora il presidente del Tribunale amministrativo deciderà se discuterla nella prossima camera di consiglio o se procedere subito, dunque entro poche ore.
Un caso sospetto di Coronavirus a scuola impone la chiamata immediata alla centrale operativa del 118, il triage telefonico, l'invio di un mezzo di soccorso dedicato e il test rapido. In classe durante le lezioni gli studenti si proteggeranno con la visiera para-droplets e indosseranno la mascherina solo quando il distanziamento sarà impossibile. Sono alcuni dei punti previsti dalle Linee di indirizzo del Sistema 118 sul contrasto alla Covid-19 nella scuola che vengono poste all'attenzione del Presidente del Consiglio e dei Ministri della Salute e dell'Istruzione in base alla visione strategica maturata sul campo, in ambito specifico extraospedaliero.
Le linee di indirizzo della Sis 118 prevedono poi che gli istituti scolastici vengano dotati di termo-scan e saturimetro per studenti, docenti e personale scolastico in modo da individuare il più velocemente possibile un caso sospetto di Covid-19. Nel documento si legge ancora: "È di assoluta importanza strategica assicurare le tre fasi di intercettazione precoce, isolamento precoce, terapia precoce dei casi affetti da covid-19 e garantire la più tempestiva esecuzione del test rapido molecolare".
Quando l'equipaggio del 118 arriva a scuola provvede, nella stanza dedicata al temporaneo isolamento dei casi sospetti, alla rilevazione dei segni vitali, alla valutazione clinica complessiva del soggetto (eventualmente inclusiva di ecografia polmonare) ed alla effettuazione di test rapido molecolare mediante tampone naso-faringeo. Se non si dispone di tecnologia in grado di effettuare diagnosi in loco, il tampone viene portato nel laboratorio dell'asl competente con obbligo di risposta entro 120 minuti.
In caso di riscontro positivo alla infezione, il 118 provvederà ad accompagnare in condizioni di elevato biocontenimento, la persona positiva al proprio domicilio se asintomatico o paucisintomatico (nel caso di uno studente eventualmente insieme con il genitore) o al trasporto protetto in ospedale Covid se è sintomatico "maggiore".
"È un momento delicatissimo per la vita del nostro Paese, per il futuro dei nostri figli e della comunità nazionale", sostiene Mario Balzanelli, presidente nazionale della SIS118.
E conclude: "Non possiamo permetterci errori, contagi, ricoveri e morti evitabili, chiusura delle scuole subito dopo l'apertura, come già accaduto in numerosi Paesi. Indispensabile, a nostro parere, l'osservanza di alcune raccomandazioni essenziali ed insostituibili e l'implementazione di percorsi gestionali fondamentali, già ampiamente collaudati".
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