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Green pass, porti e trasporti, la protesta parte da Trieste

Green pass, porti e trasporti, la protesta parte da Trieste

Green pass, porti e trasporti, la protesta parte da Trieste

I porti, la logistica, il trasporto delle merci: domani, primo giorno di obbligo del Green pass in tutti i luoghi di lavoro potrebbe provocare in questi settori un grande caos, per scioperi e manifestazioni annunciate da chi, spesso fomentato da organizzazioni estremistiche di destra, come dimostrato dall'assalto alla Cgil di Roma, si oppone al certificato verde.

Ambienti che creano un clima di tensione costante sul quale c'è la massima attenzione da parte del Ministero dell'Interno, che, d'intesa con il Governo, dopo la riunione del Comitato nazionale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica di ieri, ha dato indicazioni chiare a Forze dell'Ordine e Servizi segreti.

Anche perché la linea, è il messaggio che fonti di governo continuano a ribadire, non cambia: si va avanti con il Green pass. Dunque, va fatto ogni sforzo per prevenire possibili situazioni di pericolo, con un attento monitoraggio di tutti quegli ambienti più a rischio, compreso uno stretto controllo del web, chat e social.

Il nodo G20 a Roma

Nella riunione del Comitato si è decisa un'intensificazione dell'attività di prevenzione, rafforzando sia il controllo del territorio sia della rete e dei social e si è disposto un innalzamento delle misure di vigilanza agli obiettivi sensibili, a partire dalle sedi istituzionali. Ma al centro della riunione c'è stato anche il vertice del G20 in programma negli ultimi due giorni di ottobre a Roma. Oltre a un imponente dispiegamento di forze dell'ordine ci saranno anche cinquecento militari e a sorvegliare i cieli della Capitale ci sarà anche un sistema antidrone. Nonostante queste misure, probabilmente, ampi settori della città saranno dichiarati zona rossa.

La Commissione di Garanzia, revocare scioperi

Intanto ieri a tarda sera la Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, ha invitato la Federazione italiana sindacati intercategoriali e la Confederazione sindacati autonomi federati italiani a revocare lo sciopero proclamato da domani al venti ottobre.

Non rispettati i termini di preavviso

In una lettera inviata al Presidente del Consiglio dei ministri, ai presidenti delle Camere, alle organizzazioni sindacali, a numerosi ministeri e ad altre organizzazioni, il presidente della Commissione, Giuseppe Santoro Passarelli, ha sottolineato il "mancato rispetto del termine di preavviso" e il "mancato rispetto della regola della rarefazione oggettiva" nel proclamare le astensioni dal lavoro.

La Commissione ha segnalato che, "in seguito alla eventuale apertura della procedura di valutazione, accerterà ogni altra violazione che dovesse emergere".

Possibili gravi comportamenti illeciti

La stessa Commissione ha inviato una nota al Ministro dell'Interno in cui si esprime "particolare preoccupazione" in merito agli scioperi per il "possibile verificarsi, alla luce del delicato contesto sociale, di gravi comportamenti illeciti".

Fermezza nelle contromisure

La sensazione è che, se sarà ovviamente garantito il diritto di esprimere la propria opinione, ci sarà altrettanta fermezza nei confronti di coloro i quali volessero approfittare delle proteste per provocare disordini, come già avvenuto, o addirittura cercare di bloccare il Paese a fronte di una posizione decisamente minoritaria come quella di no vax e no pass.

Le situazioni più problematiche, al di là dei proclami sui canali Telegram che da mesi veicolano una contestazione quasi sempre velleitaria, sono quelle che interessano i porti e il trasporto su gomma, dove viaggia il 90% delle merci che circolano in Italia.

Trieste, capitale dei no vax

Trieste - città che ha tributato quasi quattromila voti a un candidato sindaco no vax, Ugo Rossi, arrestato poco prima delle Comunali per aver aggredito un carabiniere per difendere una no vax che rifiutava di indossare la mascherina in un ufficio postale - guida la protesta dei portuali. In realtà, nel Porto, su un migliaio di lavoratori oltre seicento hanno il Green pass, compreso Stefano Puzzer, portavoce dei portuali, che ha ribadito la sua ostinata linea di fermezza: "Se non tolgono il certificato, venerdì il blocco del porto è confermato". E annuncia una protesta con trentamila persone.

Gli imbarazzi della Lega

Alla battaglia dei portuali triestini inneggiano l'europarlamentare Francesca Donato, che Salvini fece eleggere in Sicilia e che ha lasciato il Carroccio, e Gianluigi Paragone, ex direttore della Padania. Preoccupatissimo invece il leghista Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia: il blocco del Porto di Trieste potrebbe causare un danno enorme sia all’economia della città sia ai lavoratori che guadagnano grazie all’indotto. E già il presidente dell’autorità portuale, Zeno D’Agostino, pensa alle dimissioni.

In altri porti situazione meno tesa

Negli altri porti la situazione è decisamente meno tesa, ma nessuno può dire con certezza quel che accadrà domani.

A Genova, per esempio, dove la percentuale di chi non ha il pass è di meno del venti per cento, è in corso la protesta dei tir al terminal più importante e le Rsu sono in lotta per il contratto integrativo e hanno rigettato la proposta economica dell'azienda, confermando lo sciopero. Ma un punto d'incontro sui tamponi è stato trovato, spiega il capo dei camalli, gli scaricatori di porto, Antonio Benvenuti: i portuali potranno farli a un prezzo ulteriormente ridotto grazie a un accordo con due farmacie.

I Trasporti il vero problema

"Il problema vero sono i trasporti - ha detto il leader ligure della Uil Roberto Gulli - il trenta per cento degli autisti è senza vaccino, si rischia il caos".

E il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè ha usato parole a metà tra l'allarme e la minaccia: "Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane, stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion. Dal ministero non abbiamo risposte e se questo atteggiamento proseguirà può succedere di tutto".

Altri porti, Palermo virtuosa

Stando a quanto dicono i sindacati, non dovrebbero invece esserci problemi a Napoli e Salerno cosi come a Ravenna, nei porti pugliesi e in quelli di Livorno e Piombino.

A Palermo solo il sette per cento dei 450 lavoratori non è vaccinato.

"Non si registrano rischi di compromissione dell'operatività" ha affermato il presidente delle società che gestiscono i servizi.

Altri settori a rischio

Ma se i porti, rappresentano la punta dell'iceberg sotto, a cascata, ci sono una serie di settori a rischio. A Roma, per esempio, il sindacato Orsa ha fatto dei conti: per creare problemi a metro e treni locali basta che il dieci per cento del personale sia assente. E in Atac la percentuale dei non vaccinati viaggia tra il dieci e il venti per cento.

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