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Istat, asili nido resta ampio il divario nord e sud

Istat, asili nido resta ampio il divario nord e sud

Istat, asili nido resta ampio il divario nord e sud

di Eloisa Bucolo

In Italia sono 13.335 i servizi per la prima infanzia  per un totale di 355.829 posti autorizzati al funzionamento. E’ quanto emerge dai dati Istat contenuti nel report “Offerta di asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia relativi all'anno educativo 2018/2019.

L’offerta si compone dei tradizionali asili nido (81%) e delle sezioni primavera (10%); i servizi integrativi per la prima infanzia (spazi gioco, centri per bambini e genitori e servizi educativi in contesto domiciliare) contribuiscono per il 9% all’offerta complessiva.

I posti disponibili coprono il 25,5% dei potenziali utenti, bambini fino a 2 anni compiuti, rispetto al 24,7% dell’anno educativo 2017/2018 al 25,5%.

Nonostante i segnali di miglioramento, l’offerta si conferma sotto il parametro del 33% fissato dall’Ue per sostenere la conciliazione della vita familiare e lavorativa e promuovere la maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro

Resta ampio, spiega l’Istat, il divario tra Centro-nord e Mezzogiorno. Le regioni del Sud fanno registrare l’incremento di posti più significativo, pari al 5,6%, rispetto all’anno educativo 2017/2018, contro lo 0,3% a livello nazionale.
I miglioramenti vanno nella direzione delle misure statali attuate a sostegno dello sviluppo del sistema
socio-educativo per la prima infanzia e del riequilibrio delle differenze geografiche.

A livello territoriale i livelli di copertura più alti si registrano in Valle D’Aosta (45,7%), Umbria (42,7%), Emilia Romagna (39,2%), Toscana (36,3%) e nella Provincia Autonoma di Trento (38,4%).+3% E’ del +3%, inoltre, la spesa dei comuni per i servizi educativi rispetto al 2017/2018.

Sia il Nord-est che il Centro Italia si attestano appena sopra il target europeo (rispettivamente 33,6% e 33,3%); il Nord-ovest è ancora sotto ma non lontano dall’obiettivo (29,9%), il Sud (13,3%) e le Isole (13,8%) se ne distaccano decisamente.

 

Eloisa Bucolo

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