PALERMO – “Rischi significativi per la salute umana, le acque interne e l’ambiente marino” persistono in Sicilia, e nel resto d’Italia, in relazione alla mancanza di adeguati sistemi di raccolta e trattamento delle proprie acque reflue urbane. Lo ha ribadito, per l’ennesima volta, la Commissione europea che ha deciso di deferire il Belpaese’ alla Corte di giustizia europea in quanto “a distanza di quattro anni dalla prima sentenza la questione non è ancora stata affrontata in 80 località. La Sicilia con 42 delle località, su 80 complessive, conta, da sola, più della metà dei siti interessati dalle multe. Alla sanzione forfettaria di 62,69 milioni di euro potrebbe aggiungersi una multa per l’Italia di circa 347 mila euro al giorno per gli ulteriori ritardi che l’Italia potrebbe accumulare a partire dalla futura sentenza. Ricordiamo che, anche per tale questione, c’è in Sicilia l'ennesimo commissariamento straordinario nella persona di Vania Contrafatto. La stessa è responsabile “per la progettazione, l’affidamento e la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione sul trattamento delle acque reflue urbane. Il Commissario Straordinario è, pertanto, il Soggetto Attuatore di 80 interventi che riguardano le infrastrutture fognarie e depurative di 42 Comuni della Regione Siciliana, come illustrato nel seguente prospetto”. Il tempo corre e le asfittiche casse dei Comuni non possono permettersi economicamente e a livello ambientale ulteriori ritardi.
Alessandro Accardo Palumbo
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