MESSINA - “A fine 2023 ci sarà una nuova viabilità”. Salvatore Mondello, assessore al ramo e vice sindaco, in questo rinnovato sistema che si sta disegnando con il Pgtu e il Pums ha incluso anche la Metropolitana del Mare. Si tratta di un’alternativa determinante per alleviare il traffico da e verso la zona Nord e che richiede investimenti relativamente bassi.
Per avviare il percorso ci sono già le risorse, circa duecentomila euro, che il ministero delle Infrastrutture ha assegnato a Messina grazie a una premialità, per la progettazione e lo studio che dovrà dire se e come dovrà essere realizzata questa “via del mare”. Gli studi professionali incaricati avranno otto mesi di tempo per fare tutte le analisi e dare indicazioni per quella che è una vera e propria infrastruttura di collegamento.
L’incontro che Mondello ha voluto con i rappresentanti di istituzioni e Ordini professionali, i cosiddetti portatori di interesse, per avviare le varie fasi di ascolto con osservazioni e proposte, è stata occasione per ribadire una linea su cui l’Amministrazione ha puntato prima con Cateno De Luca e adesso con Federico Basile, cioè il massimo coinvolgimento delle varie componenti cittadine nelle decisioni dell’esecutivo. “È un fatto innovativo in quanto non dovuto – ha detto Mondello - ma abbiamo sempre considerato come arricchimento gli input forniti dal territorio, per condividere progetti di grande impatto sulla vita della città”.
Sono stati illustrati i principi ispiratori e di indirizzo con i quali verrà implementato il progetto di fattibilità tecnica ed economica della grande opera. “Realizzare un servizio di trasporto passeggeri ecologico e veloce – ha spiegato Mondello - che serva il contesto territoriale urbano e lo colleghi alla sponda calabra è un progetto complesso ma concreto e fattibile. Un sistema che velocizzi gli spostamenti con mezzi pubblici frequenti e rapidi, credo debba essere l’ambizione di una città moderna ed efficiente”.
L’idea di una Metromare non è nuova, era stata evocata dalle passate Amministrazioni, da quella guidata da Franco Providenti negli anni Novanta a quella di Renato Accorinti vent’anni dopo, ma non se n’è mai fatto nulla. Segno di quel progetto mancato erano fino a maggio, quando furono demolite con un’ordinanza del commissario Leonardo Santoro, le strutture ormai fatiscenti davanti alla spiaggia di Torre Faro; erano state realizzate nell’ambito della programmazione Pit 12 Eolo, Scilla e Cariddi dei primi anni duemila, per essere destinate a biglietteria della mai nata Metropolitana del mare, mentre in tempi recenti si era pensato di trasformarli in Info point e in electric bike sharing station a servizio della comunità e dei turisti.
Le linee generali d’intervento sono già contenute nel Pum, Piano urbano della mobilità, approvato dal Consiglio comunale nel 2007. Prevede collegamenti da Nord a Sud di Messina, ma anche da e verso la sponda calabrese non solo dagli approdi tradizionali ma da otto punti di attracco: Ganzirri, Marina Guardia, Rada San Francesco, Zona Falcata, Cittadella, Santa Cecilia, Gazzi e Tremestieri. Da Ganzirri, per esempio, invece che tramite le due uniche strade esistenti (via Consolare Pompea e Panoramica), si potrebbe andare in centro città o in zona Sud o anche direttamente in Calabria, tramite aliscafo. Così anche dalle altre nuove stazioni marittime. A questa articolazione del sistema di mobilità nell’area dello Stretto, che se si realizzasse sarebbe estremamente utile, si affiancano come alternativa altri due scenari, il primo prevede solo un collegamento dal porto storico a Torre Faro, il secondo un collegamento circolare tra le due sponde. Gli studi in corso dovranno dire su quale scenario sarà più opportuno concentrare gli investimenti.
La Metromare potrebbe essere un’alternativa a quella terza strada di collegamento verso Nord, prevista in tutte le pianificazioni ma per la quale esiste soltanto uno studio di fattibilità. La via Consolare Pompea e la Panoramica oggi son le uniche direttrici che collegano i villaggi rivieraschi con il centro città e questo crea enormi disagi, specie nei mesi estivi con l’aumento dei flussi oppure quando una delle due arterie per qualche motivo diventa impercorribile.
Lina Bruno
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