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Metropolitana, a Catania la linea cresce bene. Ma l'Italia resta molto indietro

Metropolitana, a Catania la linea cresce bene. Ma l'Italia resta molto indietro

Metropolitana, a Catania la linea cresce bene. Ma l’Italia resta molto indietro

L'apertura di due nuove stazioni della Metropolitana di Catania, avvenuta proprio in questi giorni, ha scatenato il solito putiferio di lodi e critiche. Tra poco vedremo come l'Italia in genere ha ben poco da esultare in fatto di Metropolitana rispetto al resto d'Europa, ma per il momento soffermiamoci su alcuni pregi e difetti di questa infrastruttura del capoluogo etneo, ora che con un tratto nuovo e due belle fermate raggiunge il centro della città.

La fotografia della situazione l'abbiamo ricavata dopo un piccolo viaggio-test, da Piano Tavola a Stesicoro, utilizzando sia la Ferrovia Circumetnea tradizionale che viaggia in superficie che la Metropolitana, e per quanto riguarda quest'ultima il tragitto ha compreso l'intera linea, sia quella esistente dal 1999 che l'ultimo tratto appena inaugurato.
Ecco i principali risultati. Di considerazioni ce ne possono essere a bizzeffe, non pretendiamo di essere esaustivi, neppure vogliamo pa20161222_140805ssare per criticoni, quindi considerate questi come degli appunti di viaggio.

  • Si inizia con un tuffo nel passato: a Piano Tavola saliamo a bordo di una carrozza molto vintage. Vettura Anni '60 probabilmente, ma che svolge il suo compito dignitosamente. Gli interni non sono certo nuovi né moderni, ma sono puliti. Avevamo fatto il biglietto ma nessuno lo convalida. Non ci sono macchinette, né personale incaricato, almeno in questa corsa non sembrerebbe.
  • La corsa verso Catania dura circa 20 minuti e attraversa molti cantieri della costruenda linea metropolitana che raggiungerà Monte Po (tra Catania e Misterbianco) presumibilmente nel 2018. A quanto pare le opere ci sono eccome, sono in pieno corso, così come si avvistano i parcheggi scambiatori già esistenti per esempio a Nesima e si immagina che tra Misterbianco e Piano Tavola potrebbero sorgerne altri, lo spazio c'è e i vantaggi per i pendolari sareb20161222_162507bero notevolissimi.
  • La stazione Borgo è ben sistemata, qui si lascia la linea di superficie e si va in cerca della Metro. Non ci sono indicazioni di alcun genere che facciano capire, tra i binari, dove siano gli ingressi della Metropolitana, bisogna orientarsi cercando qualcosa, delle scale per esempio, che scendano verso il sottosuolo, o i cancelli d'uscita dell'area Fce superati i quali si avvista qualche grande M rossa. La segnaletica in questo senso non è che lasci a desiderare, semplicemente non esiste. L'integrazione tra i vari sistemi di trasporto non è facilitata perché probabilmente è ancora una concezione teorica. Per fortuna conosciamo già l'ambiente.
  • La stazione della Metro è in buone condizioni, è pulita, è tenuta abbastanza bene, nei limiti che un impianto del genere può avere avendo già i suoi 25 anni di età. Ma si capisce che non è stata particolarmente stressata, la Metro di Catania, dagli utenti. Le rifiniture fanno pensare più allo spogliatoio della palestra che a un crocevia di viaggiatori: piastrelle bianche fisse ovunque, piastrelle colorate per distinguere le varie stazioni, ma la segnaletica è chiarissima, i luoghi sono ordinati e puliti, almeno oggi. C'è qualche laghetto di acqua che è entrata da qualche parte e non se n'è più a20161222_145254ndata. Ma questo può capitare. Non ci sono tabelloni elettronici ch20161222_143215e indichino l'arrivo dei treni. Del resto c'è una linea sola, aspettate un po', suvvia, che sarà mai.
  • La Metro arriva in pochi minuti. Mezzi moderni, puliti, nuovi, ben arredati, ordinati. Non c'è particolare confusione nonostante in questi giorni non si paghi il biglietto per motivi "promozionali".
  • La corsa è confortevole e si giunge in piazza Stesicoro in meno di dieci minuti. Le ultime due stazioni, Giovanni XXIII e Stesicoro, sono ovviamente le più moderne e hanno uno stile architettonico diverso dalle precedenti. In verità le insegne con i nomi delle stazioni sembrano un po' buie in quanto non illuminate e con fondo nero, mentre le indicazioni delle uscite sono un po' troppo minuscole ma non stiamo qui a spezzare il capello. L'ambiente è  luminoso (anche perché è tutto ricoperto solamente di bianco, pannelli e cartongesso modulare). Ottimo davvero il tentativo di connotare questo luogo in chiave turistica e culturale facendo raccontare attraverso grafiche murali la storia dell'Anfiteatro Romano di piazza Stesicoro. Una cura che compensa l'apparente anonimato visivo di queste due nuove stazioni un po' asettiche (probabilmente per scelta, la rispettiamo). Le scale mobili ci portano velocemente in corso Sicilia dove gli imbocchi della Metro sono visibilissimi e in questi giorni non siamo gli unici a scattare foto: per i catanesi la Metro è uno spettacolo e un buon traguardo (di un'altra tappa, si intende). E noi condividiamo il pensiero. Adesso è il turno dell'arancino. Da Savia o Spinella? Scopritelo.
  • La Metro è utilissima davvero, adesso che raggiunge il centro e tocca la stazione. Per i pendolari è un'ottima opportunità, per i cittadini un servizio in più da usare spesso. Abbiamo fatto due conti, mentre un amico che lavora in logistica ci ha fatto un calcolo al volo dei costi per raggiungere Catania: per 20 km di tragitto si spendono circa 7,60 euro (conto fatto con un coefficiente di o,38 €/km). Andata e ritorno sono circa 15 euro. Il biglietto A/R che abbiamo in mano è costato 4,10 euro. Conviene, no? 20161222_150013
  • Passiamo al ritorno. Ci sono corse ogni 10/15 minuti, la stazione Borgo si raggiunge velocemente e da lì ogni ora circa c'è un treno Fce verso i paesi dell'Etna. Stavolta il treno è modernissimo e si ha un'esperienza di viaggio totalmente diversa. Ottima, direi. O per i più incontentabili, molto soddisfacente.
  • Considerazioni finali: quando la Metro raggiungerà l'Aeroporto, Catania avrà fatto bingo. Il servizio avrà un senso molto più ampio di quello attuale, se associato a politiche di mobilità razionali (parcheggi! interscambio con altri mezzi! biglietti integrati! è sufficiente copiare gli altri!). Restiamo con l'acquolina in bocca sperando che non siano i nostri nipoti a vedere completa l'opera, ma noi.
  • Considerazione panoramica: in tutta Italia ci sono metro in 7 città, per un totale di 221 chilometri in 13 linee. Parigi, da sola, ha 16 linee e 220 chilometri. Madrid ha 16 linee e 324 chilometri. Londra ha 13 linee come l'Italia, ma 460 km di linee. Ho fatto un'infografica riepilogativa sulla dotazione italiana.  Il primo pensiero è: siamo notevolmente in ritardo rispetto a tante città. Riusciremo a recuperare questo gap o siamo già spacciati, considerando che gli altri grandi d'Europa non staranno certo ad aspettarci? La riflessione potrebbe essere importante. Finisco. Si torna a casa. Dopo aver fatto finta di essere un turista. La Metro ha incoraggiato questa simulazione. E il suo dovere lo ha fatto fino in fondo.

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agostino laudani

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