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Perché conviene non pagare le tasse

Perché conviene non pagare le tasse

Perché conviene non pagare le tasse

Riscossione Sicilia ha 30 miliardi di euro di cartelle esattoriali non incassate, secondo il suo Amministratore unico, Antonio Fiumefreddo. Inoltre, la popolazione siciliana ufficiale non corrisponde al numero dei viventi perché vi sarebbero, secondo la stessa fonte, 392mila morti non cancellati dalle Anagrafi dei 390 Comuni dell’Isola. Sui siciliani grava un aggio del 6% pari a 42 milioni di euro. La stessa società ha 700 dipendenti che il predetto Amministratore unico vorrebbe rottamare con il trasferimento alla Regione.
Cerchiamo di capire perché i Comuni non cancellino i morti dalle proprie Anagrafi. La risposta è semplice: perché essi ricevono trasferimenti da Stato e Regione in base ai cittadini iscritti. Cancellandoli, perderebbero contributi. Questo fatto è molto grave perché vìola il principio costituzionale del buon andamento e dell’imparzialità della Pubblica amministrazione (art. 97) e l’altro (art. 54) secondo cui i cittadini cui sono affidati funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore.E' vero che Riscossione Sicilia è una Spa, ma è anche vero che la Corte dei Conti ha dichiarato che le partecipate a controllo pubblico sono equiparate alla Pubblica amministrazione. Non si capisce quale convenienza ci sarebbe, per l’interesse pubblico, a trasferire la riscossione alla Regione che è notoriamente un ente inefficiente. Sarebbe più logico, invece, chiedere all’Agenzia delle Entrate di assorbire il servizio di esazione non solo di Equitalia Spa ma anche di Riscossione Sicilia Spa.
Da qualunque parte si giri, la questione riguarda la capacità di esigere le cartelle esattoriali che, fino a prova contraria, sono crediti vantati da enti pubblici nei confronti di cittadini e imprese. Spesso tali crediti, provenienti da imposte e tasse, sono sbagliati (in questo caso interviene la sospensione da parte della Commissione Tributaria). Oppure vi sono grosse difficoltà economiche da parte dei debitori e, infine, vi sono i cattivi pagatori, cioè quelli che fanno di tutto per non pagare le imposte.
Il decreto legge fiscale in via di conversione, prevede la cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali, cioè il pagamento delle imposte senza sanzioni né interessi di mora con una rateazione. Non sappiamo se funzionerà.
L’ex ministro del Tesoro del governo Letta e presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, ritiene che l’evasione nel triennio 2012-14 sia stata di 109 miliardi, misurata per difetto. Il che significa che vi è un’economia sommersa superiore. Tutti parlano dell’evasione ma pochi della mancata riscossione, cioè della morosità.
E' inutile fare supposizioni sulle imposte non contabilizzate mentre pochi fanno conti reali su quelle iscritte a ruolo, cioè le cartelle esattoriali. Pare che esse siano pronte al macero in una cospicua quantità di decine e decine di miliardi di euro.
Perché questa enorme morosità, forse superiore all’evasione? Perché  il popolo italiano ha capito che l’inefficienza della macchina pubblica, in questo caso della riscossione, è tale che difficilmente chi non vuol pagare venga perseguito. Ergo, conviene non pagare, anche perché la lungaggine dei procedimenti giudiziari è tale che i creditori non sono tutelati, il che induce i debitori a non pagare.E' vero che per i cattivi cittadini vi è convenienza a non pagare, ma per colpa loro vengono tartassati i buoni cittadini, quelli che pur volendo non sono in condizione di ottemperare ai loro impegni.
Il sistema delle imposte dovrebbe essere rovesciato: anziché la convenienza a non pagarle, dovrebbe esservi la convenienza a pagarle. Come fare? In teoria è semplice: abbassare imposte, tasse e cuneo fiscale e, d’altra parte, aumentare fortemente la qualità dei servizi pubblici.
In altri termini, bisognerebbe mettere a raffronto la parte di ricchezza che i cittadini trasferiscono allo Stato sotto forma di imposte, per essere impiegata alla produzione di servizi di ottima qualità resi ai cittadini in un circuito virtuoso. Come dire: da un canto ti pago le tasse, dall’altro ricevo i tuoi migliori servizi. Solo così la non convenienza diventerebbe convenienza.
Ma questo meccanismo positivo è ben lontano dall’essere attuato nel nostro Paese e ancor più nella nostra Sicilia, ove una Regione scassata continua a far retrocedere economia, Pil e occupazione.

Carlo Alberto Tregua

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