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Ridurre i tempi di collegamento in treno tra Roma e le città Palermo, Catania e Messina senza spendere miliardi e senza Ponte

Ridurre i tempi di collegamento in treno tra Roma e le città Palermo, Catania e Messina senza spendere miliardi e senza Ponte

Ridurre i tempi di collegamento in treno tra Roma e le città Palermo, Catania e Messina senza spendere miliardi e senza Ponte

C’è un modo per ridurre drasticamente la durata dei collegamenti in treno tra Roma e le tre città metropolitane siciliane, Palermo, Catania e Messina. Senza ponte e senza spendere miliardi sull’infrastruttura ferroviaria. Gli addetti ai lavori lo definiscono “a tempo zero e a costo zero”. E porterebbe un risparmio di circa il 35 per cento di tempo. Basta cambiare il tipo di treni (passare ai Frecciarossa 1000) in modo che sia possibile trasportarli sui traghetti interamente, e ridurre numero e tempi delle fermate. A portare avanti un approfondito studio sono stati due docenti universitari di Trasporti: Massimo Di Gangi, professore ordinario all’ateneo di Messina, e Francesco Russo, ordinario a Reggio Calabria.

Quanto tempo si risparmierebbe

I due esperti hanno preso in considerazione lo scenario attuale migliore sulla Palermo-Roma (tempo minimo di percorrenza 11 ore e 38 minuti), sulla Catania-Roma (tempo minimo 9 ore e 53 minuti), e sulla Messina-Roma (tempo minimo 8 ore e 24 minuti). Se il gruppo Ferrovie mettesse in campo gli accorgimenti descritti nella relazione dei docenti, si risparmierebbero 3 ore e 42 minuti sulla tratta Palermo-Roma (il 32 per cento), 3 ore e 32 minuti sulla Catania-Roma (il 36 per cento), e 2 ore e 58 minuti sulla Messina-Roma (il 35 per cento). Risultato? Il viaggio dal capoluogo siciliano alla capitale durerebbe 7 ore e 56 minuti. Cioè, appena un’ora in più dello scenario previsto per il 2030, quando cioè, secondo le stime di Ferrovie e del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, dovrebbero essere realizzati sia l’Alta velocità in Sicilia e che il Ponte sullo Stretto. Ricapitoliamo: oggi, a costo zero, si potrebbe andare da Palermo a Roma in 7 ore e 56 minuti. Tra sette anni, dopo aver speso 23 miliardi di euro (12 per il Ponte stando alle ultime stime della società Stretto di Messina spa più 11 per l’Alta velocità siciliana, quindi senza considerare la parte calabrese che dovrebbe valere 28 miliardi ma che non è ancora finanziata interamente), si dovrebbe andare da Palermo a Roma in 7 ore.

Riprendendo l’ipotesi di lavoro dei docenti Di Gangi e Russo, da Catania a Roma si scenderebbe a 6 ore e 21 minuti (3 ore e mezza risparmiate, il 36 per cento). Da Messina a Roma il tempo si ridurrebbe a 5 ore e 26 minuti (con un risparmio di 2 ore e 58 minuti, il 35 per cento). “La realizzazione dell’Alta Velocità per il Sud – scrivono – con l’attraversamento stabile, necessita comunque di anni, e pur iniziando adesso non sarebbe completata prima di un decennio. In questo contesto risulta utile e necessario procedere al miglior utilizzo delle infrastrutture già esistenti, riorganizzando alcuni servizi significativi”.

L'attraversamento dello Stretto

Cuore dello studio è la possibilità di dimezzare i tempi dell’attraversamento dello Stretto. Attualmente il tempo minimo per portare a bordo il treno e farlo ripartire da Villa San Giovanni è di 1 ora e 55 minuti. “L’adozione di materiale rotabile della serie ETR400 – scrivono i docenti – più comunemente noto col nome commerciale di Frecciarossa 1000, in composizione a 4 carrozze già utilizzata nel 2013 per dei test, permette di poter circolare sia sulla rete tradizionale che su quella riservata all’alta velocità e presenta una lunghezza compatibile per essere trasportato per intero su un binario delle navi traghetto attualmente in servizio”. Sul traghetto, infatti, la lunghezza massima di binario che può essere occupata da un singolo convoglio è di poco più di 133 metri. Il Frecciarossa 1000 con 4 carrozze misura 102,4 metri. Ci sarebbe spazio anche per una quinta carrozza, una composizione al momento non prevista da Trenitalia, ma che sarebbe “pienamente compatibile per la lunghezza con i traghetti già disponibili”, così si otterrebbe anche un incremento del 25% dei posti disponibili a bordo. Con questa soluzione, quindi senza dover smontare e rimontare i treni e le relative verifiche di frenatura, il tempo di attraversamento dello Stretto si ridurrebbe a 55 minuti.

Le stazioni

C’è poi il tema del numero e della durata delle fermate. Oggi nella gran parte delle stazioni il tempo di sosta è di due o di un minuto (a eccezione dei centri più importanti). Se tutte le fermate si riducessero a un minuto e si diminuisse il numero di soste (solo 5 per la Palermo-Messina: Termini, Cefalù, S.Agata di Militello, Barcellona e Milazzo; una sola, Taormina, per la Catania-Messina), si risparmierebbero altri 13 minuti sulla Palermo-Messina e 17 minuti sulla Catania-Messina. Infine, il collegamento da Villa San Giovanni a Roma, in media coperto attualmente in 6 ore e 44 minuti. Ma nel recente passato si era riusciti a ridurre il tempo fino a 4 ore e 47 minuti. “Si considera – dicono i docenti - il servizio di tipo Frecciargento già offerto dal treno n. 8352 nel 2017. Il treno partiva alle ore 06.48 da Reggio Calabria ed arrivava a Roma alle 11.35, impiegando 4 ore e 47 minuti, fermando nelle stazioni di Villa San Giovanni, Lamezia Terme Centrale, Paola e Salerno”. Insomma, si può fare.

“L’attraversamento stabile dello Stretto serve – spiega al Qds Di Gangi, che ha fatto parte del gruppo di lavoro sull’attraversamento dinamico dello Stretto di Messina istituito presso il Ministero delle Infrastrutture - ma ha una valenza sminuita nel momento in cui le infrastrutture in Sicilia e Calabria non sono adeguate. In Sicilia stanno costruendo un’ottima ferrovia degli anni ’70 del ‘900. Mentre il progetto dell’alta velocità in Calabria allunga il percorso di una sessantina di chilometri, una cosa unica al mondo. Questo va a ridurre il valore del ponte che non può essere un’attrattiva turistica fine a se stessa, altrimenti meglio fare la Torre Eiffel, o una funivia tra i due piloni”. In parte si è ancora in tempo per intervenire. “Per molte opere non ci sono ancora i progetti definitivi, si può cambiare. L’importante è che non prendano in giro i siciliani e i calabresi”.

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