PALERMO - Un’agricoltura di qualità, che trova la propria solidità nella tradizione e nella storia, e si rivolge al futuro con l’impegno e la ricerca. Questa è la fotografia dell’agricoltura siciliana disegnata dall’Osservatorio Immagino Gs1 Italia, che ha pubblicato il report su come “le etichette dei prodotti raccontano i consumi degli italiani”, giunto ormai alla dodicesima edizione.
Ad essere state incrociate le informazioni riportate sulle etichette di quasi 130 mila prodotti digitalizzati nell'anno terminante a giugno 2022 dal servizio Immagino di Gs1 Italy (ingredienti, tabelle nutrizionali, loghi e certificazioni, claim e indicazioni di consumo) con le rilevazioni Nielsen Iq su venduto (retail measurement service) e consumo (consumer panel).
La Sicilia, secondo i dati elaborati, è la seconda regione per giro d’affari, con oltre 347 milioni di euro di sell-out, l’insieme di attività che sono rivolte a sollecitare la vendita del prodotto verso il consumatore finale, in leggero aumento rispetto all’anno precedente (+0,9%). L’analisi parte proprio da come avviene il sell out, tipico dei mercati caratterizzati dalla presenza dei distributori, o rivenditori: acquistano la merce dai produttori e la rivendono ai consumatori finali. I produttori cercano di favorire il sell out, influenzando il comportamento di acquisto dei consumatori a loro favore. La regione è superata soltanto dal Trentino Alto Adige, ma senza uno scarto significativo.
Tra i 1.141 prodotti che segnalano in etichetta la provenienza dall’Isola, sono stati i vini Igp e Igt, la limonata, i gelati multipack (coni), il panettone, le birre e la passata di pomodoro quelli che hanno contribuito alla crescita delle vendite. I prodotti siciliani rappresentano, in totale, l’1,3% dei prodotti, con una percentuale sul totale delle vendite dell’1%. Una crescita in controtendenza rispetto al quadro generale nazionale: l’agglomerato di Dop, Doc e Docg comprende il 4,6% dei prodotti rilevati dall’Osservatorio Immagino e genera il 4,0% del sell-out complessivo. Tra giugno 2021 e giugno 2022, queste 4.196 referenze hanno perso l’1,3% delle vendite. Una diminuzione da ricondurre alla minor domanda (-12%), che non è stata compensata da un sufficiente aumento in termini di offerta (+10,7%).
Le categorie che hanno accusato il maggiore calo sono state i vini Doc e Docg italiani, le mozzarelle e l’aglio. Quelle che sono cresciute di più come sell-out sono state i formaggi grana, lo spumante metodo classico e quello charmat secco, arance e affettati. Lievemente negativo anche il bilancio annuo dei 1.999 prodotti Igp o Igt, che rappresentano il 2,2% dell’offerta di super e ipermercati e che contribuiscono per l’1,8% al sell-out del paniere Immagino. Tra giugno 2021 e giugno 2022, il loro giro d’affari è calato dell’1,2%.
D’altra parte, l’italianità è un elemento vincente, e di là della certificazione, sono moltissimi i prodotti al supermercato che riportano sull’etichetta la regione da cui provengono: oltre 10 mila prodotti, un ampio assortimento, pari all’11,1% di tutto il paniere alimentare dell’Osservatorio Immagino, che nei 12 mesi analizzati ha realizzato oltre 2,8 miliardi di euro di sell-out (8,2% di incidenza sul totale rilevato). Di certo la Sicilia ha dalla sua moltissimi prodotti di qualità riconosciuta: l’Isola si trova al primo posto come numero di Dop cibo, con 20 registrazioni, e al settimo posto come Dop vino, con 24 registrazioni; in termini di Igp, la Sicilia si piazza al terzo posto nel settore cibo, con 16 registrazioni, mentre si trova al settimo posto degli Igp vino, con 7 registrazioni.
Numeri che sono il segno della professionalità e dell’impegno dei produttori siciliani: per ottenere la Igp o la Dop, infatti, bisogna lavorare secondo rigide regole produttive stabilite nel disciplinare di produzione, e il rispetto di tali regole è garantito da uno specifico organismo di controllo indipendente.
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