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Scuola, dad, pc spenti per protesta e ristori formativi

Scuola, dad, pc spenti per protesta e ristori formativi

Scuola, dad, pc spenti per protesta e ristori formativi

"E' più facile chiudere la scuola perchè la scuola non ha bisogno di ristori: sarò io a chiedere ristori formativi". Oggi è passata all'attacco la ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, e in tv ha affermato che "ci sono anche bambini della scuola primaria che sono andati a scuola meno ma so bene che vengono da tre mesi di dad dell'anno precedente". "Chiederò ristori formativi - ha detto - per fare apprendimenti potenziati anche nel pomeriggio, per fare educazione all'affettività e incrementare l'aiuto psicologico". "E bisogna intervenire ora - ha puntualizzato - non di certo in estate". La Dad crea disuguaglianze "La didattica a distanza - ha aggiunto - rischia di creare diseguaglianze, colpisce i ragazzi più deboli. Perché la scuola non è solo luogo di apprendimento è vita, socialità, cura dell'affettività, anche rispetto a situazioni familiari difficili". Le proteste "gentili" di ieri Ieri, nel giorno in cui due milioni e mezzo di studenti delle scuole superiori sarebbero dovuti tornare nei loro istituti in presenza, a varcare i cancelli sono stati solo i duecentocinquantamila in solo tre Regioni: Toscana, Abruzzo e Valle d'Aosta. In compenso è andata in scena in tutt'Italia la mobilitazione di ragazzi, genitori e insegnanti che chiedono di mettere fine alla didattica a distanza e un rientro in classe in sicurezza. "Una protesta gentile dei ragazzi che vogliono studiare e lo vogliono fare a scuola" ha detto Pino Turi, della Uil Scuola. Distesa di zaini per terra, lezioni open air, pc spenti. E manifestazioni sdavanti alle prefetture, al ministero dell'Istruzione e ad alcuni licei. I ragazzi hanno sottolineato ovunque che la didattica a distanza ha grossi limiti e non può essere una soluzione di lungo termine. Per questo bisogna sfruttare ogni giorno per costruire le condizioni di sicurezza necessarie a svolgere la didattica in presenza. La scuola diritto costituzionale Sulla stessa linea, ovviamente, la ministro Lucia Azzolina. "E' difficile per gli studenti - ha detto - comprendere perché non rientrano in classe. E capisco le loro frustrazione: la scuola è un diritto costituzionale". "Nelle Regioni in fascia gialla - ha aggiunto - tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici. I ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Sono arrabbiati, disorientati e sono preoccupata anche per il deflagrare della dispersione scolastica". Date diverse per ogni regione La ministro ha ricordato come si sia giunti alla decisione di ogni Regione di stabilire una data diversa di rientro per le superiori. A oggi Piemonte, Lazio, Liguria, Molise, Puglia riapriranno il 18 gennaio le superiori (per il primo ciclo, torneranno in presenza primaria e secondaria di primo grado in Sicilia, Puglia e Molise); il 25 gennaio sarà la volta dei ragazzi delle superiori in Emilia Romagna, Campania, Lombardia e Umbria. Il primo di febbraio, infine, rientreranno le superiori in Sicilia, Basilicata, Sardegna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e nelle Marche. E in Calabria, dove il Consiglio di Stato ha stabilito inoltre che le lezioni alle elementari e medie saranno in presenza, rigettando il ricorso del presidente della Regione facente funzioni, il leghista Spirulì. La scuola e il governo Lo slittamento della riapertura, oltre che dagli esponenti M5S, al fianco della loro ministro, è molto criticato anche da Italia Viva. "Si è discusso per ore in Consiglio dei ministri se aprire il sette o l'undici gennaio le scuole mentre ancora oggi c'è incertezza: possiamo dire che è indecente?", ha sostenuto la ministro dell'Agricoltura, Teresa Bellanova, esponente di primo piano del partito di Renzi. "Un Governo serio, in questa giornata, la cosa che dovrebbe fare è guardare negli occhi quegli studenti e le loro famiglie, che stanno chiedendo di poter tornare a scuola, e chiedere scusa", ha aggiunto Elena Bonetti, ministro della Famiglia anche lei Iv. A distanza ha risposto il segretario del Pd Nicola Zingaretti. "Tutti vogliamo che la scuola riapra. I membri del governo che intervengono senza offrire soluzioni non si rendono conto che in primo luogo danneggiano il governo di cui fanno parte".

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