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Solidarietà, gli eroi repubblicani del presidente Mattarella nel 2020

Solidarietà, gli eroi repubblicani del presidente Mattarella nel 2020

Solidarietà, gli eroi repubblicani del presidente Mattarella nel 2020

Anche quest'anno, come accade dalla sua elezione, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito onorificenze al merito della Repubblica italiana a cittadine e cittadini che si sono distinti per atti di eroismo, per l'impegno nella solidarietà, nel volontariato, per l'attività in favore dell'inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella promozione della cultura, della legalità e del diritto alla salute. Mattarella ha individuato, tra i tanti esempi presenti nella società civile e nelle istituzioni, alcuni casi significativi, quest'anno trentasei in tutto, di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testimonianza dei valori repubblicani. Un modo anche per ricordare, in un anno drammatico segnato dal coronavirus, che altre difficoltà e altri problemi presenti nella società non sono scomparsi, anzi, a causa della pandemia, si sono manifestati in maniera ancor più dirompente, rendendo maggiormente necessarie le iniziative di solidarietà. Accrescendo così i meriti di chi non ha rinunciato a proseguire nel suo impegno ed è riuscito a conciliarlo con le limitazioni imposte dal virus. Di qui la possibilità di stabilire un legame tra i nuovi decorati e quei cittadini distintisi nella lotta al coronavirus che nel giugno scorso, in occasione della Festa della Repubblica, il Capo dello Stato aveva voluto premiare sempre con il conferimento delle stesse onorificenze Omri. Questi i loro nomi, tra cui spiccano quelli di tre siciliani: Chiara Amirante, 54 anni (Roma); Domiziana Avanzini, 48 anni (Trieste); Nazzarena Barboni, 51 anni (Camerino -Mc); Carolina Benetti, 89 anni (San Giovanni Lupatoto-Vr); Rachid Berradi, 45 anni (Palermo); Valentina Bonanno, 30 anni (Palermo); Alma Broccoli, 92 anni (Dormelletto-No); Laura Bruno, 91 anni (Crotone); Angela Buanne, 54 anni (Napoli); Ciro Corona, 40 anni (Napoli-Scampia); Nicoletta Cosentino, 49 anni (Palermo); Don Luigi D’Errico, 58 anni (Roma); Aldo Andrea Di Cristofaro, 77 anni (Bagnaturo di Pratola-Aq); Vittoria Ferdinandi, 34 anni (Perugia); Anna Fiscale, 32 anni (Verona); Danilo Galli, 40 anni (Roma); Cinzia Grassi, 62 anni (Roma); Elisabetta Iannelli, 52 anni (Roma); Sara Longhi, 38 anni e Alfonso Marrazzo, 36 anni (Bologna); Egidio Marchese, 52 anni (Aosta); Don Tarcisio Moreschi, 73 anni e Fausta Pina 73 anni (Brescia); Padre Salvatore Morittu, 74 anni (Sassari); Enrico Parisi, 28 anni (Corigliano-Rossano- Cs); Valeria Parrini, 65 anni (Piombino); Immacolata (detta Titina) Petrosino, 73 anni e Ugo Martino, 73 anni (Isernia); Michela Piccione, 35 anni (Sava-Ta); Serena Piccolo, 18 anni (Pomigliano d’Arco-Na); Enrico Pieri, 86 anni (Sant’Anna di Stazzema-Lu); Christian Plotegher, 45 anni (Rovereto-Tn); Fabiano Popia, 77 anni (Valsinni-Mt); Giovannella Porzio, 24 anni (Torino); Rachele Spolaor, 25 anni (Mestre-Ve); Mattia Villardita, 27 anni (Savona). LE STORIE Rachid Berrati Nato a Meknes, in Marocco, ma palermitano di adozione (da quando aveva 10 anni), Rachid Berradi, oggi quarantacinquenne, è stato campione europeo nei 10.000 metri e finalista alle Olimpiadi di Sydney. Ha fatto della sua passione e professione uno strumento di inclusione sociale a favore dei ragazzi e delle famiglie residenti in aree disagiate e a forte rischio emarginazione sociale, dove lo sport assume il significato di “riscatto e legalità”, come lui stesso afferma. Così nel 2009 ha aperto la società sportiva Atletica Berradi 091, successivamente l’Atletico Zen, squadra di calcio da lui stesso allenata, composta da ragazzi provenienti dal quartiere omonimo, con cui ha partecipato nel 2019 al primo Memorial Calcio a 5 'Paolo Borsellino', organizzato negli impianti sportivi situati nei pressi del luogo della strage. Con l'obiettivo di creare una rete di legalità sul territorio, Rachid ha poi organizzato stage di atletica coinvolgendo le Forze dell’Ordine che hanno partecipato in borghese come allenatori per poi rivelare la loro professione ai ragazzi solo alla fine, quando si era già instaurato un rapporto di fiducia. Coinvolge nei vari progetti sportivi solidali, campioni olimpici, allenatori e calciatori professionisti. Valentina Bonanno Trent’anni, di Palermo, sin da bambina ha vissuto tra Italia e Kenya, dove insieme alla madre ha fondato l’associazione Maharagwe Fauzia Onlus che presiede. Un'idea nata dopo la morte nel 2008, per setticemia conseguente al parto, di Fauzia, giovane ragazza keniota, a cui Valentina era molto legata. La finalità dell'associazione è infatti quella di sviluppare una rete sicura di supporto alla gravidanza, parto e puerperio attraverso la formazione di ostetriche e personale qualificato. In un contesto caratterizzato da elevata mortalità durante il parto, diventa infatti essenziale garantire ad ogni mamma la possibilità di partorire seguendo le proprie tradizioni e culture ma in assoluta sicurezza. Inoltre, qualora la madre sia affetta da malattie trasmissibili come l'Hiv, per limitare la possibilità di contagio al neonato, l’associazione si impegna a garantire un parto cesareo e nutrimento alternativo rispetto all'allattamento al seno. Ad oggi l’associazione si avvale di una squadra di ostetriche tradizionali, sparse sul territorio, a cui offre strumenti e formazione, contatti e appoggio. È anche impegnata in attività di assistenza presso la clinica di Mambrui. Nicoletta Cosentino A 49 anni,  questa palermitana vittima di violenza domestica, dopo un percorso di recupero intrapreso nel centro Le Donne Onlus di Palermo, e con il sostegno del Centro Astalli e dell’Associazione Pellegrino della Terra, riesce a superare una storia personale di abusi e a ricostruire la propria vita. Frequenta uno stage formativo presso un laboratorio di produzione alimentare che la porterà a ricostruire e riscoprire sé stessa e anche la sua passione per la cucina. Da qui l’idea di avviare un’attività imprenditoriale: grazie anche al supporto della rete Di. Re. (Donne in rete contro la violenza) ottiene la copertura per un finanziamento da Banca Etica e crea “Le Cuoche Combattenti”, un laboratorio artigianale di conserve e prodotti da forno. Con questa iniziativa mette a disposizione delle altre donne il suo difficile trascorso ma soprattutto la sua esperienza di riscatto e lancia un messaggio di incoraggiamento e di speranza per quante ancora non riescono a fuggire da una vita di violenze. Nel suo laboratorio coinvolge otto donne sottratte alla violenza, non solo fisica, ma anche psicologica e familiare; offre loro stage formativi e lavoro come presupposto per riacquistare libertà, dignità e indipendenza economica e riprendere così il controllo delle proprie vite. Il suo motto è “mai più paura, mai più in silenzio, non siamo vittime, ma combattenti”.

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