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Allarme mutui, aumenti fino a 1.000 euro: ecco perché

Allarme mutui, aumenti fino a 1.000 euro: ecco perché

Allarme mutui, aumenti fino a 1.000 euro: ecco perché

L’incertezza economica e geopolitica pesa sul mercato immobiliare, facendo registrare ad agosto l’ennesimo calo delle richieste di mutuo del 2022. E’ pur vero che il mese di agosto è tradizionalmente un periodo di pausa, specialmente in Italia, e che quindi questo rallentamento può essere giustificato anche dal periodo estivo, ma la verità è che sempre meno italiani si sentono pronti a comprare casa. Come mai?  Tra il caro bollette, il rincaro del carrello della spesa e la minaccia del Covid ancora latente, molte coppie tendono a rimandare l’acquisto della casa in attesa di tempi migliori. Nel frattempo però la Bce, per bloccare la corsa dell’inflazione, ha deciso di alzare i tassi di interesse di 75 punti base, portandoli all’1,25%, rendendo le rate dei mutui più care. Cosa sta succedendo ai mutui ma soprattutto cosa succederà? Di quanto aumenteranno le rate dei mutui? Sembra che gli aumenti potrebbero superare i 1.000 euro l'anno. Date le condizioni attuali è meglio scegliere un tasso fisso o un tasso variabile?

Domanda di mutui in calo: la metà viene dai Millenials e GenZ

Brusca frenata delle richieste di muti nel mese di agosto 2022, con una diminuzione del -23,26% rispetto a luglio e del -27,5% rispetto ad agosto 2021. Secondo i dati del Rapporto sul Credito Italiano – Trends & Insights di Experian, la domanda di mutui risulta in calo di quasi l’1% (-0,9%) anche rispetto al mese di agosto 2019, segno che c’è una certa titubanza da parte degli italiani nel richiedere un mutuo, colpa dell’incertezza economica in cui stiamo vivendo.

Il rientro dalle vacanze è stato traumatico per tutti ma soprattutto per chi ha un mutuo in corso, perché oltre al caro bollette e ai rincari dei generi alimentari si è ritrovato con una rata del mutuo più pesante da pagare. La Banca centrale europea, infatti, dopo il rialzo dei tassi deciso a luglio (+0,50 punti base), nell’ultima riunione di settembre ha alzato ulteriormente il costo del denaro di 75 punti base, con effetto dal 14 settembre. Con il maxi aumento (il più alto nella storia dell’Euro) i tassi d’interesse sono arrivati all’1,25%. La vera brutta notizia (per chi ha un mutuo o deve prendere un mutuo o un prestito) è che questo non sarà certamente l’ultimo intervento al rialzo sui tassi, visto che l’inflazione galoppa ad un ritmo del 9% circa. Questo, però, è un passo obbligato se si vuole evitare la recessione economica

Rata del mutuo più cara: di quanto?

Secondo gli esperti i tassi potrebbero continuare a salire nel corso di questo e del prossimo anno, arrivando al 2,50% nel 2023. Per il momento si prevede un ulteriore aumento dello 0,75% entro la fine dell’anno e un altro 0,50% nella prima metà del prossimo anno. Cosa vuol dire? Che le rate del mutuo a tasso variabile saranno sempre più care. Per il momento si stimano rincari pari a circa 104 euro al mese per un finanziamento medio (stima Facile.it su un mutuo a tasso variabile da 126.000 euro in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022). Nella simulazione la rata è passata dai 456 euro al mese di gennaio 2022 ai 515 di settembre, ma potrebbe lievitare sino a 560 euro nel caso in cui l’Euribor - l’indice di riferimento per i mutui variabili - dovesse salire in maniera analoga ai tassi della Bce. Facendo i conti, rispetto alla rata di partenza di gennaio 2022 si sono già registrati rincari pari a 45 euro ma potrebbero arrivare presto a 104 euro.

Queste, invece, le stime del Codacons sempre sul tasso variabile:

mutuo di 150mila euro a 25 anni: la rata sale a 643 euro da 590 euro (+53 euro al mese);

mutuo da 200mila euro a 25 anni: la rata passa da 787 euro a 858 euro (71 euro al mese);

mutuo da 250mila euro a 30 anni: la rata sale a 937 euro da 847 euro (+90 euro al mese, +1.080 euro l’anno).

Secondo Il Sole 24 Ore, su un mutuo a tasso variabile di 100mila euro in 20 anni, i rincari potrebbero arrivare addirittura al 35%, passando da 445 a 600 euro. Se i tassi variabili raggiungeranno il 2,15% entro l’estate prossima, invece, scegliere oggi un tasso variabile significherà veder lievitare la rata del 30% in soli 12 mesi (Stima MutuiOnline.it)

Molto più rilassato, invece, chi ha acceso un mutuo a tasso fisso, visto che per lui non cambierà proprio nulla. La rata del mutuo a tasso fisso, infatti, non risente delle oscillazioni del mercato monetario. Chi accende un mutuo a tasso fisso accetta di pagare un po’ di più al momento della stipula per garantirsi un tasso congelato per l’intera durata del finanziamento

Mutui, chi sarà più penalizzato dal rialzo dei tassi d’interesse

Questo aumento dei tassi d’interesse farà male soprattutto a chi ha scelto un mutuo a tasso variabile, visto che è collegato al tasso Euribor (il tasso interbancario di riferimento in Europa), che a sua volta dipende dal tasso base praticato dalla Bce. Il tasso fisso, invece, è collegato all’Eurirs, che guarda più lontano nel tempo e quindi risulta più stabile. “Per quantificare la reale portata degli aumenti è necessario aspettare di vedere quale sarà l’impatto delle decisioni della Bce sull’Euribor; va ricordato che questo indice tende a muoversi insieme ai tassi della Banca centrale, ma non è detto che lo faccia in modo speculare”, spiega Ivano Cresto, managing director prodotti di finanziamento di Facile.it. Secondo l’esperto, anche in caso di rincari, l’impatto effettivo sulle rate mensili dipenderà dalle caratteristiche di ciascun mutuo. Inoltre, per chi sta pagando il finanziamento da anni l’aumento sarà più modesto, mentre per chi lo ha ottenuto di recente, potrebbe essere più consistente in quanto gli interessi sono calcolati sul debito residuo.

Tasso fisso o tasso variabile?

Cosa conviene a chi decide di accendere un mutuo oggi? Tasso fisso o tasso variabile? Per il momento il tasso variabile conviene ancora sul tasso fisso, visto che si aggira attorno al 3%. Ma cosa succederà nei prossimi mesi? Se la Bce continuasse ad oltranza ad alzare il costo del denaro per combattere l’inflazione anche i tassi variabili potrebbero arrivare su livelli molto alti. E’ molto difficile rispondere a questa domanda, anche perché ognuno di noi ha un grado di avversione al rischio diverso dall’altro. Del resto nessuno sa cosa accadrà in futuro, quindi non si possono fare previsioni certe. Riassumendo, l’Euribor è tornato in terreno positivo dopo 7 anni mentre l’IRS è cresciuto di oltre 100 punti nel II trimestre, toccando un picco del 2,58% a giugno. Come evidenzia l’osservatorio di MutuiOnline.it, i tassi dei mutui fissi sono passati da 1,32% di gennaio (TAN medio a 20 e 30 anni) al 3,18% di luglio e al 3,08% di agosto. I tassi variabili invece sono rimasti sostanzialmente stabili fino a maggio seguendo l’andamento dell’Euribor, che nei primi cinque mesi dell’anno è cresciuto solo di 25 punti base restando in territorio negativo. Da giugno l’Euribor ha però iniziato a crescere seguendo l’aumento del costo del denaro della Bce, superando lo 0,8% a inizio settembre (a 3 mesi).

redazione

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