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Bolletta seconda casa, ecco perché è più cara

Bolletta seconda casa, ecco perché è più cara

Bolletta seconda casa, ecco perché è più cara

PALERMO – Non è certo una novità che la bolletta elettrica della seconda casa sia decisamente molto più salata di quella relativa alla casa di residenza. Ma perché? Ce lo spiega l’Unione nazionale dei consumatori. La principale motivazione è riferibile alla riforma della tariffa elettrica avviata a partire dal primo gennaio del 2016 e giunta a conclusione a fine 2017, che ha eliminato la progressività nell’applicazione delle componenti tariffarie: infatti, la suddetta riforma risulta svantaggiosa per le utenze non residenti a causa dell’applicazione in quota fissa annuale, indipendente dal consumo, di alcune voci che compongono la bolletta.

In particolare, questo riguarda gli oneri generali di sistema: infatti, mentre per le utenze domestiche residenti è applicata in quota energia (cioè, calcolata in euro al kilowattora in base ai consumi effettivi del cliente), per le seconde case è applicato anche in quota fissa. Questo significa che le utenze non residenti, oltre a pagare sulla base dei consumi, pagano anche una quota fissa che arriva a circa 135 euro l’anno, indipendentemente dal consumo di energia elettrica (anche nei casi di consumo zero). Dunque, questo risulta essere il principale motivo per cui le bollette delle seconde case possono risultare così alte.

A quanto detto, aggiungiamo il fatto che l’ammontare che leggiamo in bolletta non fa interamente riferimento al consumo di energia elettrica, ma vi è tutta una serie di voci non sempre di facile interpretazione per il consumatore.

Infatti, con la bolletta paghiamo anche i servizi di trasmissione, dispacciamento e distribuzione che permettono all’elettricità di arrivare fino alle nostre case, cui si aggiunge una lunga serie di oneri parafiscali, ovvero gli oneri generali di sistema, che servono a finanziare delle vere e proprie politiche industriali non tutte direttamente connesse al sistema elettrico.

Vi è poi tutta un’altra serie di voci slegate dal consumo, che vengono pagate mensilmente in quota fissa o sulla base del tipo di utenza attiva e delle caratteristiche tecniche della fornitura, come ad esempio la potenza impegnata. Inoltre, sempre in bolletta paghiamo anche altre voci assolutamente indipendenti dal servizio elettrico, come il canone Rai.

Ad ogni modo, c’è tutta una serie di suggerimenti che consentirebbe di mettere in atto un risparmio in bolletta, seppur particolarmente contenuto. Innanzitutto, è bene specificare che le seconde case sono esenti dal pagamento del canone Rai, pagato esclusivamente dalle utenze residenti. Inoltre, se la seconda casa è frequentata soltanto in alcuni mesi dell’anno o comunque per poco tempo, è buona prassi staccare l’interruttore generale di energia elettrica, che permetterà un risparmio, seppur modesto.

Infine, occorre specificare ulteriormente che questi costi che rendono la bolletta sulle seconde case più cara non dipendono né dal venditore, né dal tipo di mercato (di maggior tutela o libero) perché sono importi che vengono versati nelle casse dello Stato: di conseguenza, è bene diffidare dei venditori che affermano che questi costi non sono presenti nelle loro offerte, con l’unico fine di persuadere a sottoscrivere un contratto di energia elettrica con loro.

Serena Grasso

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