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Riscossione, magazzino cartelle scadute e inesigibili: tutte le novità

Riscossione, magazzino cartelle scadute e inesigibili: tutte le novità

Riscossione, magazzino cartelle scadute e inesigibili: tutte le novità

È da molto tempo che si sa dell’esistenza di un enorme magazzino di cartelle scadute e non pagate giacenti presso l’Agente della Riscossione. Era difficile, però, immaginare che le iscrizioni a ruolo per tributi ed altre somme affidate all’Agenzia delle Entrate – Riscossione e, per la Sicilia e fino al 30 settembre 2021, a Riscossione Sicilia (dopo il suo scioglimento previsto dal D.L. 73/21) potessero ammontare a 1.100 miliardi di Euro.

Il dato è stato reso noto dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Ruffini, nel corso dell’audizione presso la Commissione Parlamentare sul federalismo fiscale del 6 marzo scorso.

Circa 16 milioni di cittadini “iscritti a ruolo”

Secondo il Direttore dell’Agenzia, con circa 16 milioni di cittadini “iscritti a ruolo”, esistono 130 milioni di cartelle di pagamento non pagate, una quantità enorme che, come già detto, sono sostanzialmente inesigibili per cui non fanno altro che ingolfare l’attività di riscossione dell’Agenzia delle Entrate, incidendo sulla sua efficienza, specialmente in considerazione della quantità di personale addetto (circa 8.000 addetti) che, strutturato per gestire un magazzino di tre anni, è insufficiente per affrontare efficacemente la situazione che si è venuta a creare.

Crediti oramai inesigibili

Sempre secondo Ruffini, a questo allarmante aumento dei crediti erariali inesigibili ha contribuito anche l’assorbimento del “magazzino riscossione Sicilia” sul quale non si interviene in maniera veramente efficace da più di vent’anni.

Comunque, perlomeno negli ultimi due anni, ha contribuito sensibilmente anche la sospensione della riscossione determinata dalla pandemia, circostanza la quale, come è noto, ha fermato la notifica delle cartelle di pagamento per gli anni 2020 e 2021.

Su come smaltire il “magazzino” idee confuse

Sul modo di smaltire detto “magazzino” le idee sono ancora molto confuse. Non si dimentichi che a poco è servito il famoso stralcio, ossia l’abbandono delle cartelle fiscali “iscritte a ruolo” dal 2000 al 2010 d’importo fino a 5.000 Euro per i contribuenti con Isee fino a 30.000 Euro (art. 4 del DL n. 41/2021).

Così come a poco è servito l’annullamento automatico per tutte le iscrizioni a ruolo, dal 2000 al 2010, d’importo fino a 1.000 Euro (articolo 4 D.L. 119/2018).

L’intervento risolutivo, oltre ad una migliore organizzazione del sistema, che certamente subirà una grossa spinta al nuovo sistema di retribuzione dell’attività dell’agente della riscossione con l’abbandono dell’aggio e un compenso maggiormente ancorato all’attività concretamente svolta per il recupero dei crediti erariali, non potrà che passare da una seria presa di coscienza della situazione esistente, cercando, cioè, di valutare il costo/beneficio di un’operazione di annullamento dei carichi iscritti a ruolo per i quali se ne riconosce l’assoluta inesigibilità.

Potrebbe essere introdotto legislativamente anche un nuovo “meccanismo di inesigibilità” per faciliotare l’impostazione di un sistema di riscossione più efficace ed efficiente, prevedendo una modalità per il discarico del credito, senza complessi oneri amministrativi, ispirata a principi di efficacia e di economicità e maggiormente calibrata in relazione alla capacità operativa dell’Agente della riscossione e legata principalmente alla situazione economico/patrimoniale del debitore ed al decorso di un certo numero di anni dalla data dell’iscrizione a ruolo.

Un’operazione di “pulizia” assolutamente necessaria

Comunque, lo si chiami come si vuole, anche condono, non c’è dubbio che una operazione di “pulizia” è assolutamente indispensabile. E ciò per diversi motivi.

Non solo per avere una situazione concreta della riscossione nel nostro Paese, ma anche per evitare lavori dei pochi funzionari addetti che certamente non sortirebbero alcun risultato, e, perché no, al fine di evitare di continuare a perseguire cittadini contribuenti i quali, specialmente dopo la pandemia, ma oggi anche a causa delle conseguenze economiche della guerra tra la Russia e l’Ucraina (specialmente per i noti problemi energetici) , si sono trovati e continuano a trovarsi in assoluta mancanza di liquidità e, spesso, in condizioni di assoluta indigenza.

redazione

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