Agriturismi in Sicilia: boom di presenze, ma resta il divario con il Nord

Agriturismi in Sicilia: boom di presenze, ma resta il divario con il Nord

Agriturismi in Sicilia: boom di presenze, ma resta il divario con il Nord

Il settore agrituristico siciliano continua a crescere e si conferma tra le realtà più dinamiche del turismo rurale in Italia. A certificarlo è l’ultimo rapporto Istat, che evidenzia un incremento dell’1,7% nel numero di aziende agrituristiche nel 2023 rispetto all’anno precedente. Un dato che conferma un trend positivo ormai consolidato dal periodo post-pandemia.

L’espansione del settore si inserisce in un contesto nazionale altrettanto favorevole: nel 2023, il valore della produzione agrituristica in Italia è aumentato del 15,4% rispetto al 2022, mentre il numero totale di agrituristi ha raggiunto quota 4,5 milioni (+11%), con una netta crescita della componente straniera, che rappresenta il 51% del totale.

Tuttavia, nonostante il boom siciliano, il 72% dei visitatori preferisce le strutture del Centro e del Nord-est, dove il settore è più radicato e supportato da infrastrutture più efficienti.

Il quadro nazionale: crescita costante e leadership del Nord

Nel 2023, in Italia erano attive 26.129 aziende agrituristiche, con un aumento dell’1,1% rispetto al 2022. La crescita maggiore si è registrata nel Centro (+2,3%) e nelle Isole (+1,7%). Tra gite fuori porta e degustazioni di prodotti tipici, il settore ha visto una crescita media annua del 3,2% tra il 2004 e il 2023.

Negli ultimi 20 anni:

  • Le aziende che offrono degustazioni sono aumentate con un tasso medio del 4,7% annuo.
  • Gli agri-ristoranti hanno registrato un incremento del 3,4% annuo.
  • Le strutture con alloggio sono cresciute del 3,1% annuo.

Il valore complessivo della produzione agrituristica in Italia sfiora i 2 miliardi di euro, ma con forti disparità territoriali: il 43,8% delle aziende è situato nel Nord, ma genera oltre il 51% del fatturato del settore. In altre parole, le aziende agrituristiche del Nord guadagnano proporzionalmente molto di più rispetto a quelle del Sud e delle Isole.

Agriturismi in Sicilia: numeri in crescita e sempre più esperienze per i turisti

La Sicilia si consolida come una destinazione agrituristica in espansione, con un aumento dell’1,7% nel numero di aziende nel 2023. Le prenotazioni hanno registrato una forte crescita soprattutto nelle province di Trapani, Ragusa e Catania, aree a forte vocazione turistica.

“L’offerta siciliana si è diversificata, offrendo non solo alloggio e ristorazione, ma anche esperienze immersive come escursioni a cavallo, trekking e degustazioni di prodotti tipici”, spiega un’operatrice turistica catanese.

Un dato significativo è l’aumento del turismo straniero: oltre la metà degli agrituristi in Italia proviene dall’estero, e la Sicilia non fa eccezione. Tuttavia, la regione è ancora penalizzata dalla preferenza generale dei turisti per il Centro e il Nord-est, principalmente per motivi logistici.

Perché la Sicilia è in crescita?

Il boom degli agriturismi siciliani è legato a diversi fattori:

  • Turismo esperienziale: la crescente domanda di esperienze autentiche e legate alla tradizione enogastronomica ha trovato terreno fertile in Sicilia.
  • Incentivi pubblici: i finanziamenti regionali ed europei hanno favorito l’apertura e il miglioramento delle strutture.
  • Destagionalizzazione: il clima mite permette di attrarre turisti anche fuori stagione.

Tuttavia, il gap con il Nord resta ampio. La Toscana, per esempio, è la regione leader con il 28,1% degli agrituristi italiani, seguita dal Trentino-Alto Adige (16,7%). Quest’ultima regione, grazie a una forte tradizione rurale e un turismo montano consolidato, vanta la più alta densità di agriturismi: 46 aziende ogni 100 km².

Un altro indicatore interessante è l’indice di ricettività: in Sicilia si contano 245 arrivi per azienda agrituristica, un dato superiore alla media nazionale (173), ma inferiore a regioni come il Veneto (273) o l’Umbria (252). Questo dimostra che il potenziale siciliano è ancora in parte inespresso.

Il nodo delle infrastrutture: un freno alla crescita

Secondo Giuseppe Molica Colella, proprietario dell’Agriturismo Santa Margherita nel messinese, il vero ostacolo è la scarsa accessibilità della Sicilia:

“Per i turisti del Nord Europa, della Francia o della Germania, arrivare in Sicilia è ancora troppo costoso o complicato, soprattutto in inverno, a causa della carenza di voli diretti e collegamenti efficienti.”

Il problema si estende anche ai trasporti interni:

  • Mancanza di collegamenti ferroviari veloci.
  • Autostrade limitate e spesso in cattive condizioni.
  • Scarsa percorribilità delle strade secondarie.

Nel Trentino-Alto Adige o nelle aree turistiche del Lago di Garda, i turisti possono facilmente raggiungere gli agriturismi in auto per un weekend. In Sicilia, invece, la logistica ostacola i viaggi brevi e complica la destagionalizzazione del turismo.

Nonostante ciò, la domanda continua a crescere, soprattutto nelle province di Messina e Catania, grazie a modelli di gestione innovativi e a un’offerta sempre più mirata.

Il futuro del turismo rurale in Sicilia

Il settore agrituristico siciliano è in forte espansione, ma per competere con il Nord Italia servono:

  • Maggiore valorizzazione delle eccellenze locali.
  • Miglioramento delle infrastrutture e dei collegamenti.
  • Sostegno agli operatori con politiche di sviluppo efficaci.
  • Strategie di marketing mirate per attrarre più turisti stranieri.

Il futuro dell’agriturismo in Sicilia dipenderà dalla capacità di adattarsi alle nuove tendenze del turismo sostenibile e dalla volontà di colmare il divario strutturale con le regioni leader del settore.

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