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Agriturismo, in Sicilia cresce ma non riesce a sfondare

Agriturismo, in Sicilia cresce ma non riesce a sfondare

Agriturismo, in Sicilia cresce ma non riesce a sfondare

PALERMO - La voglia di natura e buon cibo continuano a fare da traino nel settore turistico. In Sicilia le attività agrituristiche crescono nonostante la recente pandemia e la crisi economica imperante ormai da diversi anni.

I dati Istat relativi alle aperture delle nuove attività mostrano come nell’Isola, tra il 2020 e il 2021, vi sia stato un incremento di 16,1% agriturismo, passando, in termini assoluti, da 826 a 959. Si tratta della percentuale più alta tra le regioni italiane e ben più alta della crescita media nazionale, ferma all’1,3%.

Nella Penisola, infatti, tra il 2020 e il 2021, il settore è stato sostanzialmente stagnante, con oscillazioni tendenti allo zero in buona parte delle regioni, sia in positivo che in negativo. La regione che ha fatto meglio, dopo la Sicilia, è il Friuli Venezia Giulia, in cui le attività sono aumentate del 4,3%.

Dati percentuali, però, che non devono trarre in inganno, perché in termini assoluti la Sicilia rimane ancora molto in basso tra le regioni, appena al decimo posto, ben lontana dai numeri della Toscana, con 5.380 agriturismi nel 2021, o del Trentino Alto Adige, a 3.749 attività sul territorio.

Analizzando i dati un po’ più nel dettaglio, in Sicilia crescono le attività che offrono degustazione (20,6%) e alloggio (16,4%); anche le attività accessorie, come visite didattiche, laboratori nella natura sono in crescita (18,4%). In termini assoluti, soltanto sei aziende propongono il solo alloggio, per un totale di 37 posti letto, mentre sono 552 quelle che garantiscono alloggio e ristorazione. Infine, 873 sono le attività che offrono alloggio e altre iniziative per un totale complessivo di posti letto disponibili nella regione pari a 14.421, il 5% del totale nazionale.

In termini di macroterritori a livello nazionale, è il Centro a segnare il maggior numero di aziende, ben 8.276, seguito dal Nord, a 8.046 imprese. Quindi il Mezzogiorno, a 4.324, e quindi le Isole, a 2.781. La crescita della Sicilia è un trend positivo che prosegue e iniziato già tra 2019 e 2020, quando le aziende agrituristiche sono cresciute da 769 a 826.

La vivacità del settore nasce da una proposta ampia e variegata, che permette un po’ a tutti di trovare la propria “vacanza perfetta”; proprio la pandemia, poi, ha spinto molti a cercare una vacanza all’aria aperta, per fuggire dagli spazi chiusi che molti hanno sofferto durante il lockdown.

In termini economici, nel 2021 in tutto il territorio nazionale il valore della produzione agrituristica è stato di poco superiore a 1,162 miliardi di euro e ha contribuito per il 3,3% alla formazione del valore economico dell’intero settore agricolo, nel quale le aziende agrituristiche incidono per il 2,2%. Rispetto al 2020 il valore economico delle aziende agrituristiche è cresciuto del 44,8% ma rimane ancora sotto il livello pre-pandemia del 2019 (-26%). Poco più del 50% del valore economico è generato dalle aziende agrituristiche del Nord, in particolare da quelle del Nord-Est (39,3%). Il contributo del Centro e del Mezzogiorno è pari rispettivamente al 37,5% e al 12,2%.

Fino al 2019 l’andamento del numero di aziende ha seguito, anche se con fluttuazioni più contenute, quello delle presenze e del ciclo economico. Nel 2020, in seguito all’emergenza sanitaria, si è registrata una differenziazione tra il valore economico, le presenze e il numero di aziende. Il lockdown imposto per contenere la diffusione del Covid-19 ha prodotto effetti gravissimi sulle presenze e quindi sul valore economico, ma, al contempo, non ha inciso sull’articolazione e la solidità della rete agrituristica, che nel 2021 si è trovata pronta ad accogliere i turisti e a innescare una nuova fase di crescita economica che ha superato i livelli pre-pandemia.

Per gli italiani un punto di riferimento anche durante momenti difficili

L’agriturismo siciliano dopo la pandemia è stato rivalutato per il contatto con la natura, l’aria pulita e gli ampi spazi. Ma adesso si sta lottando contro la guerra in Ucraina, l’inflazione e il caro energia. Sono questi i nemici di un comparto che comunque ha dimostrato di essere apprezzato. Gli addetti ai lavori hanno tracciato con noi i loro punti di vista.

“Il nostro contributo – evidenzia Giuseppe Strano, presidente Agriturist Sicilia affiliato a Confagricoltura – è quello di fare molta comunicazione sul web per aiutare il comparto. Nei prossimi mesi uscirà il nostro portale per le prenotazioni insieme a uno shop per la vendita dei prodotti aziendali. La nostra mission principale è l’assistenza sindacale agli associati. Organizziamo periodicamente degli incontri di aggiornamento e informazione. A nostro parere è aumentata la voglia di essere coinvolti nelle esperienze agricole, così come il desiderio di staccare la spina per rilassarsi in campagna a contatto con la natura. Tira l’offerta enogastronomica, caratterizzata da una straordinaria varietà di ricette locali. Significativa, in estate, la crescita della presenza di coppie e famiglie che hanno scelto l’agriturismo anche in base alla posizione della struttura e all’offerta delle esperienze: passeggiate, trekking, equitazione, bike, ecc…”.

“Certamente – aggiunge - a nostro avviso, è urgente in questo contesto lavorare per frenare i costi. Gli ospiti fanno attenzione al portafoglio, riducendo i soggiorni tra due e tre notti. Si fa quel che si può per contenere i prezzi, ma le misure in atto non sono riuscite a fermare gli aumenti delle materie prime e dell’energia. La carenza di manodopera potrebbe pregiudicare i servizi di ristorazione e valorizzazione delle tipicità del territorio. Dietro ogni agriturismo c’è un’impresa agricola. Gli agriturismi e tutte le attività produttive hanno già pagato e continuano a pagare un prezzo molto salato per gli effetti dell’andamento climatico, del conflitto russo-ucraino, e dei rincari dei rincari. Molte strutture per i problemi energetici riapriranno a primavera. Chi sta lavorando ora è a margini ridotti. Ora occorre sostenere il comparto con provvedimenti mirati al contenimento dei costi ma anche investire per valorizzare le potenzialità dell’agriturismo, all’interno di un piano di rilancio complessivo del turismo italiano”.

“Dopo anni complicati come quelli della pandemia – commenta Roberto Caruana, presidente di Terranostra Sicilia, associazione degli agriturismi affiliata a Coldiretti - l’agriturismo è sempre più preferito come meta per restare in contatto con la natura e con gli animali. Le famiglie scelgono questo tipo di strutture non solo per far conoscere delle realtà ai bambini così belle ma anche perché tutti gli agriturismi siciliani, o comunque la maggior parte, si trovano in prossimità di luoghi culturali, si trovano vicino al mare e quindi non è solo campagna. È senza dubbio campagna anche cultura ma anche tradizione agroalimentare ed anche mare, se pensiamo a tutti gli agriturismi che ci sono nella provincia di Trapani o del messinese. Si possono fare delle escursioni anche nelle isole. Quindi c’è un valore aggiunto che lo fa sempre più preferire alle altre strutture. Quest’anno c’è stato un boom perché gli anni della pandemia hanno fatto capire quanto sia importante l’ambiente verso il quale c’è sempre più la consapevolezza per la sua tutela”.

“L’agriturismo – è il punto di vista di Camillo Pugliesi, presidente della Cia Sicilia occidentale - è uno dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza Covid-19, con le nostre aziende costrette a restare chiuse durante il lockdown e con forti restrizioni dettate dal governo nei mesi successivi. Anche questa volta ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo attuato tutte quelle misure necessarie per mettere in sicurezza le nostre strutture. Certi che la nostra passione, la nostra ormai nota ospitalità, la nostra propensione alle relazioni sociali, oltre che la professionalità, avrebbe pagato, dopo i primi momenti di insicurezza, gli italiani hanno scelto, numerosi, di passare le loro vacanze estive di luglio e agosto del 2020 e poi quelle del 2021 nelle nostre strutture”.

“L’agriturismo – conclude il rappresentante della Cia - è stato così visto come un luogo fuori dalle mete di un turismo di massa, un posto all’aperto e al contatto con la natura e quindi più sicuro, sostenibile ed esperienziale. Abbiamo saputo dare momenti di relax, di svago, di nuove esperienze da portare a casa, ma anche di conforto verso i nostri ospiti, potendo affermare di essere sempre più indispensabili alla comunità. Come Cia agricoltori italiani, insieme alla nostra associazione Turismo Verde, oltre a farci portavoce del malessere che riguarda la pessima viabilità, ci facciamo promotrici di diverse iniziative recuperando le ricette della tradizione contadina, le cultivar antiche, le specie autoctone in via di estinzione, ripristinando in tanti territori il paesaggio rurale, il tutto ripagato da un reddito complementare a quello derivante dall’attività agricola”.

Vincenza Grimaudo

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