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Assegno per i figli 2022, gli aggiornamenti Inps per la domanda

Assegno per i figli 2022, gli aggiornamenti Inps per la domanda

Assegno per i figli 2022, gli aggiornamenti Inps per la domanda

A due settimane e mezzo dalla scadenza del 28 febbraio, fissata per ottenere subito l’assegno da marzo 2022, sono ancora lontani i richiedenti dalla platea potenziale di 7 milioni di nuclei familiari interessati, secondo le stime iniziali del Governo, sottolinea Il Sole 24 Ore.

A complicare la campagna di adesioni sono i tanti dubbi intorno alla nuova misura, in parte chiariti dalla circolare n. 23 emanata ieri dall’Inps. Caf e patronati  la attendevano da tempo.

Sì alla quota minima in assenza di Isee

Confermata la possibilità di presentare domanda per l’assegno unico universale anche in assenza di Isee. In questo caso l’assegno spetta nella misura minima (ad esempio 50 euro per figlio minore a carico, la stessa quota destinata ai nuclei con Isee oltre i 40mila euro) e il nucleo di riferimento è accertato sulla base dei dati autodichiarati in fase di domanda. Come si evince dalla circolare, resta salva l’eventualità di presentare l’Isee successivamente nel corso dell’anno.

Figli maggiorenni, corsi e tirocini devono essere riconosciuti

Per i figli maggiorenni fino a 21 anni, l’assegno è riconosciuto solo se il figlio è “attivo”, quindi deve essere iscritto a un percorso di studi, svolgere il servizio civile, essere iscritto alle liste di collocamento o svolgere un tirocinio o prestazione lavorativa con un reddito annuo inferiore a 8mila euro. Almeno uno di questi requisiti deve sussistere al momento della domanda e per tutta la durata del beneficio.

Inclusi apolidi, rifugiati e i familiari extra Ue

L’Inps interviene, inoltre, sui requisiti da possedere al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio, in particolare quelli legati alla cittadinanza: sono inclusi anche gli stranieri apolidi, rifugiati politici o titolari di protezione internazionale, i titolari di Carta blu «lavoratori altamente qualificati», i lavoratori di Marocco, Algeria e Tunisia. Per poter beneficiare dell’assegno unico è inoltre necessario essere residenti in Italia al momento della domanda (e da almeno due anni anche se non continuativi o titolari di un contratto di lavoro) e pagare le imposte sul reddito in Italia.

Bonus per «due redditi» pure se uno è da pensione

Nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro è prevista una maggiorazione dell’assegno unico per ciascun figlio minore. L’importo aggiuntivo è pari a 30 euro mensili con un Isee sotto 15mila euro, che si riduce fino ad annullarsi oltre i 40mila euro. La circolare Inps chiarisce che, per far scattare questo incremento, rilevano tutti i redditi da lavoro dipendente o assimilati nonché i redditi da pensione, da lavoro autonomo o d’impresa che devono essere posseduti al momento della domanda. In particolare, con riferimento ai redditi da lavoro autonomo sono inclusi sia quelli derivanti dalle prestazioni sportive professionistiche non occasionali, sia le indennità corrisposte ai giudici onorari di pace e ai viceprocuratori onorari.

Sì al premio nascita fino al 28 febbraio

L’assegno unico universale sostituisce un pacchetto di misure esistenti di cui prenderà il posto. Oltre alle detrazioni fiscali per i figli a carico minori di 21 anni e gli assegni al nucleo familiare per i figli minori e per i nuclei con almeno tre figli, vengono abrogati anche i più recenti bonus per la genitorialità come il bonus bebé e il premio alla nascita da 800 euro per i neogenitori

redazione

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