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Dl Ristori, "il 50% del settore wedding è stato tradito"

Dl Ristori, "il 50% del settore wedding è stato tradito"

Dl Ristori, “il 50% del settore wedding è stato tradito”

“Grandi assenti”: è questo il bollino rosso sangue che marchia di disperazione centinaia di categorie di imprenditori del settore wedding, che restano invisibili e continuano a sprofondare nel buio del baratro e dell’abbandono. Si tratta degli atelier di abiti da sposa, sposo e cerimonia; fotografi e videografi; il settore bomboniere e tanti altri, identificati con degli impersonali codici Ateco, che non sono stati annoverati dal recente Decreto Ristori del Governo Conte, come titolari degli indennizzi previsti per provare a risollevare le imprese dalla crisi economica conseguente alla pandemia da Covid-19. Ed è così che, unanime, il movimento spontaneo partito dalla Sicilia e divenuto poi nazionale, Italian Wedding Industry, attivo già dal mese di marzo, torna a far sentire il proprio grido d’allarme e accoglie le istanze di un intero comparto, in grado di offrire sostentamento economico a migliaia di famiglie, che si sente profondamente colpito dalla crisi economica, ma anche dalla scarsa attenzione del Governo centrale. “Per ogni decreto del Governo - dichiara Barbara Mirabella, co-founder del movimento spontaneo - che proroga il lock down non dichiarato, ma effettivo, le nostre imprese di settore registrano disdette di mesi con perdite di fatturato definitive. Nomi e cognomi, straordinari professionisti, il cui lavoro onesto, di fatto, resta ancora ignorato dopo quasi un anno di richieste di aiuto. Come fare ad andare avanti? Quali aiuti disponibili per non fallire e abbassare per sempre la saracinesca?”. A poche ore dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, in edizione straordinaria, dopo la firma del decreto da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gran parte della filiera del matrimonio, si sente discriminata e resta collocata nel dimenticatoio, ma, al contrario, necessita di misure di contenimento della crisi che vadano al di là di nuovi crediti alle banche. “Strumenti come la defiscalizzazione – dichiara IWI - e il credito di imposta vanno bene in tempi di crisi moderata, ma davanti allo schiaffo economico che le nostre imprese stanno subendo, c'è bisogno di molto di più: finanziamenti a fondo perduto sulla base del fatturato dello scorso anno, sospensione per un anno dei contributi sugli stipendi dei dipendenti che, finita la cassa integrazione, dovranno tornare a lavoro. Misure a sostegno dei titoli che, nei mesi di chiusura, non sono stati pagati. Misure a sostegno degli affitti e leasing, che le aziende non sono state in grado di pagare in questi mesi di chiusura e non la sola sospensione. Aumento delle garanzie statali sui mutui per un rapporto al 50% della perdita di fatturato. Indennizzi sulla merce di rimanenza acquistata sulla base di un fatturato che non ci sarà”. Un provvedimento che conta 5,4 miliardi di euro con l’intento di offrire “ristoro” alle aziende, ma che sembra solo svantaggiare molti settori che, quotidianamente e fianco a fianco, svolgono lo stesso onesto lavoro: celebrare l’amore eterno. “La beffa di essere costretti a rimanere aperti mentre matrimoni ed eventi sono vietati, senza alcuna considerazione per la nostra attività – dichiarano gli imprenditori Umberto Sciacca e Luca Damiani - Abbiamo già registrato un crollo del fatturato dell'100%. Nel primo semestre già eravamo andati giù dell'85%. Non riusciamo a vedere la luce in fondo al tunnel nel quale siamo entrati da quasi un anno. Tutti i momenti di vita sociale sono stati annullati ed è così che il nostro lavoro è stato neutralizzato sotto il peso dei troppi debiti”. “È davvero grave - afferma Giovanni Mirulla, direttore resp. Bomboniera italiana – che, anche in questo frangente delicatissimo, che ha provocato di fatto la chiusura del comparto wedding, ci si dimentichi ancora una volta di un settore come la bomboniera. Un settore che è fonte di sostentamento per decine di migliaia di attività commerciali e artigianali del made in Italy”. “Come è possibile – conclude Francesco Sciacca, presidente AFPS, associazione fotovideografi professionisti siciliani -  che gli autorevoli addetti ai lavori non realizzino come fondamentale esigenza quella di effettuare delle manovre economiche che risultino eque per tutto il settore wedding ed eventi? I fotografi e i videografi, impegnati nelle cerimonie religiose e civili ad oggi annullate, sono non solo discriminati, ma anche completamente ignorati.” Nel frattempo il Movimento Italian Wedding Industry, ha dichiarato lo stato di agitazione del settore e organizzato gli stati generali del settore wedding per i primi giorni di novembre, che vedranno protagonisti tutti i rappresentanti delle categorie della filiera, delle associazioni datoriali e dei movimenti coinvolti.

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