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Mezzogiorno, Annamaria Furlan: “Decontribuzione non basta”

Mezzogiorno, Annamaria Furlan: “Decontribuzione non basta”

Mezzogiorno, Annamaria Furlan: “Decontribuzione non basta”

di Raffaella Pessina -

PALERMO - I sindacati lanciano l'ennesimo allarme sulle condizioni economiche drammatiche in cui è caduto il Sud Italia, già depresso rispetto alle altre regioni italiane e ora ancora di più a causa della pandemia.

I dati della Svimez di ieri sono drammatici - ha detto la segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, che ha partecipato in video conferenza al Consiglio Generale della Cisl Sicilia - Ed è alquanto evidente, come già aveva messo in luce la Banca d`Italia, che tutte le previsioni di crescita del Pil nel 2021 circolate in questi mesi non sono assolutamente reali o credibili”.

Una crisi che ha colpito ancor di più le donne. “Il Mezzogiorno ha una situazione di caduta del Pil molto più grave del resto del paese, a causa della pandemia – ha detto Furlan - La maggioranza dei posti di lavoro che sono già saltati si trova in gran parte proprio nelle regioni del Sud, soprattutto tante donne sono piombate nell'area della disoccupazione, della precarietà e della povertà”.

La segretaria della Cisl chiede maggiori misure per far uscire il Sud dalla crisi, e soprattutto per far sopravvivere le aziende. “La decontribuzione per chi assumerà nel Mezzogiorno è certamente un provvedimento utile ma del tutto insufficiente. Se non si creano le condizioni per lo sviluppo, se non si favorisce la nascita di nuove imprese, senza investimenti pubblici, infrastrutture moderne, digitalizzazione, innovazione, formazione, servizi sociali adeguati, gli strumenti di defiscalizzazione non saranno sufficienti o saranno parzialmente efficaci - ha aggiunto Furlan - Se poi non troviamo nel nostro paese, soprattutto nel Mezzogiorno, la capacità di progettare e di gestire le risorse per attuare i progetti, è evidente che tutto questo pregiudica il futuro dei giovani e delle famiglie”.

Furlan ha ripercorso le tappe dello sviluppo economico dell’Italia all’interno dell’Unione Europea. “Questo è un male antico nel nostro paese - ha sottolineato Furlan - sul tema del Next Generation Eu l’Europa ha raccomandato a tutti i Governi di utilizzare il metodo del dialogo sociale per individuare le priorità nell’utilizzo delle risorse che l’Unione Europea ha messo in campo. Ma il nostro Governo è fortemente in ritardo. Non si è compreso che ci deve essere un filo logico tra la legge di bilancio, l’utilizzo oculato delle risorse del Recovery Fun ed anche del Mes per rafforzare la sanità pubblica, nonostante le nostre tante mobilitazioni e le richieste di convocazione siano ancora in attesa di un confronto vero con il Governo su questi temi cruciali. Lo abbiano detto con chiarezza al Presidente del Consiglio che non esiste coesione sociale se si lasciano fuori dalla condivisione sulle necessarie scelte economiche il sindacato ed i corpi collettivi”.

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