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Progetti irrigui e Pnrr, nessun progetto della Sicilia ammesso

Progetti irrigui e Pnrr, nessun progetto della Sicilia ammesso

Progetti irrigui e Pnrr, nessun progetto della Sicilia ammesso

Nessuno dei 31 progetti di investimento presentati dai Consorzi ed Enti siciliani ha intercettato tutti i criteri previsti per la selezione dei Progetti irrigui sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo rende noto il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e Forestali.

I criteri di ammissibilità per ottenere il finanziamento con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono 23 e riguardano tra gli altri punti il livello di esecutività dell'opera, l'entità del risparmio idrico, la superficie oggetto di intervento, le tecnologie utilizzate e i benefici ambientali prodotti.

Per essere ammessi, i progetti dovevano soddisfare tutti i 23 criteri previsti; di conseguenza, se anche un solo criterio non è stato soddisfatto, il progetto non può essere ammesso. La scorsa settimana era stato dato il via libera al primo elenco di progetti strategici nel settore delle infrastrutture irrigue ammissibili a finanziamento con i fondi del Pnrr.

Erano risultati ammissibili al finanziamento 149 progetti, di livello esecutivo, su tutto il territorio nazionale, presentati da Consorzi di Bonifica ed Enti irrigui, per un importo complessivo di investimenti pari a 1,6 miliardi di euro. Alla definizione della lista dei progetti ammissibili, spiega il Ministero, "si è giunti attraverso un processo selettivo portato a termine grazie ad un'apposita piattaforma informatica denominata "DANIA" gestita dal Mipaaf attraverso il Crea e che ha coinvolto gli Enti proponenti, le Autorità di Distretto, le Regioni e Province autonome".

"Nella banca dati "DANIA" - continua - alla data di scadenza utile per la presentazione dei progetti su Pnrr, erano presenti in totale 61 progetti di Enti irrigui della Regione Siciliana. Per 32 progetti è stata inserita come Fonte di finanziamento "Recovery Plan - Mipaaf", per uno i termini di inserimento erano errati. Pertanto gli Enti della Regione Siciliana hanno presentato in totale 31 progetti su Pnrr. I rimanenti progetti non sono stati candidati sul Recovery Plan".

L'IRA DI MUSUMECI

"E' una vergogna nel Pnrr continuare a guardare a progetti del Centronord e non a quelli del Sud e della Sicilia. Non è un problema di risorse, ma di progettualità. E la Regione Siciliana ha priorità davanti alle quali il governo nazionale si gira dall'altra parte. Lo dico senza difficoltà, e lo dirò di persona al presidente Mario Draghi. Il Pnrr è una presa in giro se Roma continua a rifilare progetti mai concordati con la Regione e non sempre utili e prioritari", tuona Musumeci.

Il presidente, a margine di un'iniziativa nell'ospedale Garibaldi Nesima di Catania, replica anche all'opposizione che chiede le sue dimissioni: "di fronte all'emerga acqua - osserva - noi abbiamo promosso iniziative serie e concrete, ma se lo Stato non fa il suo dovere avremo difficoltà a risolverli in breve tempo. Quindi l'opposizione - aggiunge - speculi di meno e si occupi di pressare di più su Roma, ricordando che il 'tanto peggio tanto meglio' non funziona, perché se c'è un naufragio non si salva nessuno, neppure loro".

"Nessuna Regione è mai stata convocata dal governo centrale per concordare quali opere inserire nel Pnrr - - sostiene il governatore - noi - aggiunge abbiamo presentato progetti per un miliardo di euro per iniziative per i Consorzi di bonifica, non tutti con i progetti perché i consorzi non hanno mai presentato iniziative interessanti, e abbiamo chiesto il finanziamento per 500milioni di euro per la rete idrica nei comuni dove la distribuzione dell'acqua fa ormai pena perché da 60 anni non viene recuperata.

C'è un tema prioritario in Sicilia che è quello dell'acque, ma se il ministro Patuanelli continua guardare al Centronord dimenticando che l'Italia finisce in Sicilia, allora avremo serissimi problemi nelle prossime settimane". Musumeci annuncia per domani un incontro con l'assessore all'Agricoltura per "decidere, assieme al governo, cosa è più giusto fare". "L'unica certezza - sottolinea - è che da due anni il nostro governo ha presentato un progetto di riforma dei consorzi di bonifica che non debbono più essere condizionati dalla politica, ma debbono tornare agli agricoltori, ma, al di là della buona volontà del presidente dell'Assemblea, non mi pare che la riforma abbia fatto passi avanti".

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