Il definanziamento di 338 milioni di euro dai Fondi Sviluppo e Coesione (FSC) 2014-2020 segna un grave colpo per la Sicilia, con 79 progetti infrastrutturali cancellati. Un complesso intreccio di responsabilità amministrative, inefficienze e mancate scadenze mette a rischio lo sviluppo dell’Isola, mentre si tenta un recupero parziale con i fondi FSC 2021-2027.
Tagli e responsabilità: una fotografia della crisi
Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) ha revocato i fondi a causa della mancata stipula di obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 31 dicembre 2022. Questa inefficienza ha compromesso opere cruciali come dighe, acquedotti e infrastrutture per i rifiuti, con un impatto devastante sulle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
Dei 338 milioni persi:
- 104 milioni erano di competenza diretta della Regione Siciliana.
- I restanti erano destinati a progetti locali, tra cui il restauro del Teatro Massimo di Palermo, piste ciclabili, scuole e interventi sulle dighe.
Progetti cancellati e conseguenze locali
La revoca dei fondi ha colpito interventi fondamentali:
- Palermo: Persi 16 milioni per il Teatro Massimo, 21 milioni per poli scolastici, 3 milioni per un asilo nido e 6,5 milioni per infrastrutture urbane.
- Gela: Sfuma un finanziamento di 20 milioni per la diga Disueri, cruciale contro la siccità.
- Messina e provincia: Tagli significativi per manutenzioni di vasche e canali.
Questi fondi erano essenziali per affrontare emergenze come la gestione dei rifiuti, la siccità e il miglioramento della viabilità. La loro perdita non solo blocca lo sviluppo, ma compromette anche la credibilità della Sicilia nell’ottenere risorse future.
Il recupero con i fondi FSC 2021-2027
L’amministrazione regionale ha tentato di salvare parte dei progetti. Grazie alla nuova programmazione FSC 2021-2027 e ad altri finanziamenti complementari:
- Diga Rosamarina: Recuperati fondi per la messa in sicurezza.
- Diga Disueri: Incrementati i finanziamenti da 20 a 70 milioni per interventi strategici.
- Gestione rifiuti: Previsto il TMB di Sciacca con 30 milioni e altri 8 milioni per la discarica di Castellana Sicula.
Nonostante gli sforzi, molte opere rimangono in sospeso, e la gestione delle risorse future richiederà una riforma amministrativa per evitare inefficienze e ritardi.
Lezioni da imparare e prospettive future
Il definanziamento non è solo una perdita economica, ma un sintomo delle carenze strutturali della macchina amministrativa siciliana. La priorità deve essere una programmazione efficace, accompagnata da sistemi di monitoraggio rigorosi per evitare il ripetersi di questi scenari.
Delle 47 opere incompiute registrate in Sicilia, 13 non hanno nemmeno avviato i lavori. È necessario un approccio strategico per trasformare i finanziamenti in infrastrutture reali e durature, riducendo al minimo il rischio di ulteriori fallimenti.
Sicilia, una terra di potenziale inespresso che attende una governance capace di trasformare progetti sulla carta in realtà tangibili.
Hermes Carbone
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