Il superbonus e gli altri incentivi sulla casa continueranno ad esistere, ma resteranno solo come agevolazioni per pochi e per ricchi: senza cessione dei crediti e senza sconto in fattura, potranno essere sfruttati solo da chi può permettersi di eseguire e pagare i lavori a proprie spese (per avere poi una detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi). Andando più nel dettaglio, il decreto con le nuove regole è stato già pubblicato in Gazzetta ufficiale ed è in vigore da oggi, venerdì 17 febbraio. Vediamo allora cosa cambia in concreto.
Chi ha già avviato i lavori, e li ha effettuati almeno per il 30%, non dovrebbe avere problemi ad ultimarli. Per quanto riguarda i condomìni, tutti quelli che hanno adottato la delibera assembleare sull'esecuzione dei lavori e hanno presentato la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila) potranno ancora cedere all'impresa il credito di imposta, e quindi effettuare le opere senza costi per il superbonus. Il "salvacondotto" deve però tenere conto del paletto fissato lo scorso novembre, che dava come data limite il 25 novembre 2022 per la delibera dei lavori in assemblea.
Il blocco dei crediti non sarà applicato a chi ha presentato la comunicazione di inizio lavori prima dell'entrata in vigore del provvedimento: se la Cila è stata depositata ma i lavori non sono ancora cominciati, però, c'è il rischio concreto di ritrovarsi una banca riluttante ad acquistare il credito. Nessuna speranza, invece, per chi non ha ancora presentato la Cila: in questo caso non viene più riconosciuta la possibilità di cedere il credito. Per gli altri bonus, invece, sarà necessario aver già iniziato i lavori.
Anche per le villette il decreto del governo salva lo sconto in fattura solo per chi ha presentato la Cila. Per le case unifamiliari, invece, il bonus è anche sceso dal 110 al 90%. E a poter usufruire dello sconto saranno solo i nuclei familiari con un reddito non superiore ai 15mila euro, da calcolarsi con il meccanismo del quoziente familiare
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