Anche per il turismo palermitano si chiude un anno e se ne apre uno nuovo tra bilanci e aspettative e con l’incubo, ancora purtroppo incombente, legato all’emergenza sanitaria. Ne abbiamo parlato con Toti Piscopo, presidente della sezione “Turismo e Nautica” di Sicindustria Palermo.
Presidente, può farci un bilancio su com’è andato, nel 2021, il comparto turistico nel territorio palermitano?
“Il dato riguardante Palermo credo sia allineato a quello del resto della Sicilia: c’è stata una perdita secca del 35-40% rispetto all’anno precedente. Infatti, nell’era pandemica, la stagione turistica si è ridotta esclusivamente ai 2 – 3 mesi del periodo estivo, insufficienti per poter parlare di ripresa del turismo, anche se questi arrivi e presenze hanno indubbiamente contribuito a fare rifiatare le imprese turistiche particolarmente per il settore ricettivo, ristorazione e servizi in genere, escludendo il mondo dei tour operator e delle AdV, le quali, lavorando di programmazione e pianificazione, non hanno avuto le certezze necessarie per pianificare i flussi turistici.
Adesso si punta sul 2022, che si presenta come un nuovo anno di passione almeno dal persistere di questa variabile. Unico conforto, anche se di poca cosa, consiste nel fatto che la persistenza del virus sta avvenendo nel periodo di bassa stagione, tradizionalmente poco rappresentativo per la Sicilia, avendo il settore da sempre sofferto, anche nell’era pre-covid. Nonostante ciò, le imprese sono presenti sui mercati internazionali, sviluppando contatti ed opzioni per riavviare la complessa macchina del turismo organizzato, da sempre il più remunerativo perché garantisce il maggior numero di arrivi e presenze. Purtroppo, quasi una tela di Penelope. Si costruisce con ottimismo per raccattare ciò che non ha distrutto il virus e le sue variabili con tutte le conseguenze determinate dagli effetti collaterali che lo stesso produce tra cui ansia e paura diffusa solo per citare i più evidenti”.
A suo avviso, nel 2022, su cosa si dovrà puntare e cosa invece dovrà migliorare?
“Credo che dovremmo imparare a convivere con il virus e da parte delle imprese del settore continuare a confidare nel turismo domestico, almeno per quest’anno. Il problema grosso da superare è il senso diffuso nella gente di ansia e di paura che pervade tutti coloro i quali vorrebbero viaggiare e che tradizionalmente si sono rivolti alle AdV.
L’esempio forse più rappresentativo proviene dal mondo croceristico in cui sono state adottate tutte le misure e le precauzioni necessarie, al di là delle linee guida indicate che purtroppo non sono state sufficienti ed alcuni croceristi hanno contratto ugualmente il virus. Le incertezze diverse e la paura diffusa frenano, in particolar modo, il turismo organizzato, ovvero quello che riguarda gli affari, i gruppi, i meeting, i congressi, i convegni, i matrimoni; il turismo che muove numerose aggregazioni di persone. Chi viaggia da solo o il turista fai da te invece, continua a partire”.
Il Green pass obbligatorio, ovviamente indispensabile per evitare i contagi, potrebbe creare problemi al settore?
“No, il Green pass è ormai l’unico strumento di garanzia, insieme a distanziamento, mascherine ed igiene, sia per chi viaggia che per chi fornisce servizi turistici ed è in assoluto l’unico deterrente contro i contagi e il virus. Penso che sia una realtà sotto gli occhi di tutti a fronte di una minoranza che si oppone a quest’idea.
Non a caso noi recentemente, in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, abbiamo lanciato il messaggio: “Il turismo è vita, vaccinati e viaggia” che vorremmo venisse adottato e fatto proprio da tutto il settore”.
Che genere di apporto possono offrire al comparto le istituzioni?
“Sarebbe già importantissimo se ci fosse un rapporto di maggiore chiarezza e di minori contraddizioni, almeno sul piano della comunicazione. Detto ciò, insieme alle istituzioni bisognerebbe impegnarsi per allungare stagionalità, obiettivo che ci si prefigge da anni ma che non si è riusciti finora mai a raggiungere ed è ormai diventata una necessità, come abbiamo anche evidenziato in occasione di Travelexpo, dove abbiamo parlato della più lunga stagione turistica del secolo.
Dobbiamo puntare a realizzare questa progettualità, non facile ma nemmeno impossibile, nell’ambito di un’alleanza strategica tra soggetti privati e soggetti pubblici, ognuno nel rispetto delle proprie identità e professionalità. Da soli non si va da nessuna parte, come ci ha insegnato questa drammatica esperienza della pandemia che stiamo continuando a vivere”.
Roberto Pelos
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