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Con lo smart working s'impenna il rischio di ictus e infarto

Con lo smart working s'impenna il rischio di ictus e infarto

Con lo smart working s’impenna il rischio di ictus e infarto

Lavorare più di 55 ore a settimana aumenta il rischio di morte per malattie cardiache e ictus. Tanto che solo in un anno, sono stati 745.000 decessi per questo motivo, con un aumento del 29% rispetto al 2000. E la pandemia Covid-19, con lo smart working da casa, sta rafforzando in modo preoccupante la tendenza a lavorare troppe ore. A quantificare il danno è uno studio dell'Organizzazione mondiale della sanità e dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), pubblicato sulla rivista Environment International. Uno studio del National Bureau of Economic Research ha mostrato, inoltre, che il numero di ore di lavoro è aumentato di circa il 10% durante i lockdown e che il telelavoro rende più difficile disconnettere i lavoratori. Inoltre la pandemia ha aumentato la precarietà, che, in tempi di crisi, tende a spingere chi ha mantenuto il proprio a lavorare di più. Covid e morti da lavoro "La pandemia Covid19 ha cambiato in modo significativo il modo in cui molte persone lavorano", ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms. "Il telelavoro - prosegue - è diventato la norma in molti settori, spesso offuscando i confini tra casa e lavoro. Inoltre, molte aziende sono state costrette a ridimensionare il personale per risparmiare denaro e le persone che sono ancora sul libro paga finiscono per lavorare più a lungo". Vietare gli straordinari Per ridurre questi rischi, concludono Oms e Ilo, i governi possono introdurre leggi e politiche che vietano lo straordinario obbligatorio e garantiscono limiti massimi all'orario di lavoro. I risultati mostrano infatti che lavorare 55 ore o più a settimana è associato a un aumento del 35% del rischio di ictus e del 17% del rischio di morte per cardiopatia ischemica rispetto al lavorare per le normali 35-40 ore settimanali. Più colpiti gli uomini Questo carico di malattie legate al lavoro è particolarmente significativo negli uomini (il 72% dei decessi si è verificato tra i maschi). La maggior parte dei decessi ha riguardato persone morte tra 60 e 79 anni, che avevano lavorato per 55 ore o più a settimana quando avevano tra 45 e 74 anni. Le cause nello stress Lavorare a lungo attiva continuamente gli ormoni di risposta allo stress e ciò innesca reazioni nel sistema cardiovascolare, portando a ipertensione e arteriosclerosi. Il secondo sono le risposte comportamentali allo stress, che includono un maggior uso di tabacco, alcol, dieta malsana e inattività fisica, tutti fattori di rischio stabiliti per la cardiopatia ischemica e l'ictus.

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