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Morti sul lavoro, l’Inail: “Calo in Sicilia, incidenza sul totale nazionale del 4,8%”

Morti sul lavoro, l’Inail: “Calo in Sicilia,  incidenza sul totale nazionale del 4,8%”

Morti sul lavoro, l’Inail: “Calo in Sicilia, incidenza sul totale nazionale del 4,8%”

PALERMO - Meno morti bianche in Sicilia. Un dato che solleva gli animi, nella speranza che diventi una prospettiva positiva per il futuro.

I numeri vengono dall’Inail: la Sicilia nel 2021 si trova al quindicesimo posto delle regioni italiane con 26 casi di morte sul lavoro al 31 luglio scorso, con una incidenza, sul totale dei casi di decessi sul territorio nazionale del 4,8%. Ancora, l’indice di incidenza isolano si ferma al 19,3%, ben più basso della media italiana, che si attesta al 23,7%. Le regioni più “letali” in termini percentuali sono il Molise, l’Abruzzo e la Puglia, mentre in termini assoluti il maggior numero di decessi è stato registrato in Campania, dove sono stati ben 63 i lavoratori che hanno perso la vita durante la propria attività. A seguire troviamo il Lazio, con ben 50 morti, e poi la Puglia, con 49 perdite.

Ancora più interessante, però è il confronto con i dati del 2019, prima dell’avvento del covid 19 e dell’emergenza sanitaria. Sempre riferendosi ai dati raccolti dall’Inail, a luglio 2019 la Sicilia si trovava al quinto posto della classifica nazionale dei casi di morte sul lavoro, con ben 35 decessi nei primi sette mesi dell’anno, e un tasso di incidenza sugli occupati del 25,6%, in quel caso ben più alto della media nazionale, che si fermava al 18,8%. I numeri diventano ancora più rilevanti se si guarda al fatto che la diminuzione siciliana è in controtendenza rispetto all’intera penisola, dove, nel 2019, i casi di decesso totali erano 432, mentre nel 2021 sono arrivati a 543.

Un elemento assolutamente positivo, anche se ancora molto c’è da fare per evitare che anche uno solo dei lavoratori che ogni giorno lasciano casa per andare a svolgere la propria attività possa perdere la vita.

L’ultima vittima risale a pochi giorni fa: si tratta di un operaio di 50 anni, Santino Ciulla, che è morto in un incidente in cantiere a Itala Superiore, nel messinese. L’operaio, mentre stava lavorando con un bobcat per eseguire interventi per conto del Comune di Mongiuffi, ha perso il controllo del mezzo precipitando in una scarpata e morendo sul colpo.

“Nell’esprimere solidarietà e vicinanza alla famiglia del povero operaio ribadiamo con forza l’importanza della prevenzione e dell’adozione di tutte le misure di sicurezza necessarie per la tutela dei lavoratori e chiediamo maggiori controlli per un monitoraggio permanente nei cantieri. Chiediamo, inoltre, con forza – dicono, in una nota congiunta, il segretario regionale della Filca Cisl, Paolo D’Anca, e il segretario provinciale di Caltanissetta-Enna-Agrigento, Franco Sodano – che tutti gli organi proposti per garantire la tutela dei lavoratori si attivino per evitare di aggravare questo bollettino di guerra quotidiano e di arrestare questa tragedia di sacrificio di vite umane che non è più tollerabile”.

Un’altra perdita risale allo scorso agosto: Angelo Giammanco, operaio edile di 67 anni, nato a Cinisi e residente a Terrasini, morto lo scorso 27 agosto durante i lavori di ristrutturazione in una palazzina in via Venuti nella cittadina cinisense. Le indagini sono in corso, ma al momento sembra che Giammanco possa essere caduto a causa delle cattive condizioni dell’impalcatura montata sull’abitazione di via Venuti.

“La cosa grave – aveva dichiarato nei giorni scorsi Pietro Ceraulo, segretario generale della Fillea Cgil di Palermo - è che la vittima avendo compiuto i 67 anni a luglio scorso, sarebbe stato prossimo alla così tanto agognata pensione. Non si può continuare a lavorare in edilizia a 67 anni, occorre immediatamente una riforma pensionistica che miri ad una fuoriuscita anticipata dal mondo del lavoro per gli edili”.

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