In Italia sono 9,4 milioni i lavoratori che hanno paura di perdere il posto e di rimetterci il reddito nell'attuale fase della pandemia. Gli operai spaventati sono 3 su 4. Ma l’87% delle aziende è ottimista sulla ripresa.
Più welfare aziendale, dicono imprese e lavoratori: se fosse esteso a tutto il settore privato arriverebbe a un valore di 53 miliardi di euro. È quanto rileva il quarto rapporto Censis-Eudaimon, realizzato in collaborazione con Eudaimon e il contributo di Credem, Edison e Michelin.
In particolare, 4,6 milioni di italiani temono di andare incontro a una riduzione del reddito, 4,5 milioni prevedono di dover lavorare più di prima, 4,4 milioni hanno paura di perdere il posto e di ritrovarsi disoccupati, mentre 3,6 milioni di essere costretti a cambiare lavoro.
Al cupo orizzonte dei lavoratori si contrappone l’ottimismo delle aziende. L’87% guarda con ottimismo la ripresa dopo l’emergenza. Voglia di fare (62,2%), speranza (33,7%) e coesione interna (30,1%) sono gli stati d’animo prevalenti tra i responsabili aziendali intervistati dal Censis.
Il 31,6% dei lavoratori ha sperimentato il lavoro da remoto: il 51,5% dei dirigenti, il 34,3% degli impiegati e il 12,3% degli operai. Sul lavoro a distanza vengono espressi giudizi contrastanti. Il 52,4% degli smartworker lo apprezza e vorrebbe che restasse anche in futuro, invece il 64,4% di chi lavora in presenza lo teme.
Per il 37% degli smartworker il proprio lavoro è rimasto lo stesso di prima, per il 35,5% è peggiorato, per il 27,5% è migliorato. Ma per 4 lavoratori su 10 il lavoro da casa genera nuove disuguaglianze e divisioni in azienda.
Più welfare aziendale, dicono i lavoratori. Il 77,4% di loro vuole che nella propria azienda venga potenziato, laddove esiste già, o introdotto, se ancora non è stato attivato (il dato sale all’83,1% tra i dirigenti, all’82,1% tra gli impiegati e scende al 61% tra gli operai).
(AGI)
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