Di anno in anno, i risultati in Sicilia in termini di assunzioni non decollano, mostrando un mondo del lavoro sempre più precario, che non trova un modo per uscire dalla crisi e inforcare finalmente una strada positiva. Nel primo trimestre del 2024 sono state 11.479 le assunzioni, contro le 107.685 dello stesso periodo dello scorso anno. La crescita in termini assoluti nasconde al suo interno il vero andamento del mercato. Diminuiscono, infatti, le assunzioni a tempo indeterminato, che passano da 22.748 a 21.162, e i contratti di apprendistato, che perdono 175 unità, mentre aumentano le assunzioni di vario tipo contraddistinte da un rapporto precario tra lavoratore e datore di lavoro. Aumentano, infatti, le assunzioni a termine, che passano da 66.158 a 67.918, e aumentano soprattutto le assunzioni stagionali, che crescono di 2.696 unità.
Tendenza al lavoro stagionale
Il saldo in positivo, pertanto, mostra come si tenda sempre più a utilizzi del lavoratore che non forniscono sicurezza e stabilità, anzi, si tende sempre di più al lavoro stagionale, molto utilizzato soprattutto nell’ambito turistico. La situazione isolana si discosta dall’andamento nazionale, sebbene la tendenza alla precarietà sia un elemento costante. Se i dati regionali relativi al mese di aprile non sono stati comunicati per quanto concerne le singole regioni, l’Inps ha già reso noto quanto successo nel mese di aprile scorso pubblicando i numeri complessivi. In Italia, complessivamente, le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nei primi quattro mesi del 2024 sono state 2.656.000, -1% rispetto allo stesso periodo del 2023. Variazioni negative si registrano per le assunzioni in apprendistato, che si riducono di un decimo, in somministrazione e a tempo indeterminato, con una variazione negativa del 4%.
Tempo determinato stabile
Sostanzialmente stabile il tempo determinato, che aumenta dello 0,1%, mentre si segnala un andamento positivo per le assunzioni con contratto stagionale e con contratto intermittente. La Sicilia, però, proprio in riferimento ai contratti stagionali denota un aumento molto più marcato che nel resto d’Italia, arrivando addirittura, nei primi tre mesi dell’anno, a superare il 20%. Sempre nella direzione della precarietà, le trasformazioni da tempo determinato del primo quadrimestre 2024 in tutta Italia sono risultate 256.000, -10% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le aziende non sembrano neanche voler sfruttare tutti gli incentivi che lo Stato mette a disposizione per spingere ad assumere personale in forma stabile. Le attivazioni di rapporti di lavoro incentivati, al netto dei rapporti di apprendistato, nei primi quattro mesi del 2024, considerando quindi sia le assunzioni che le variazioni contrattuali, registrano complessivamente una flessione pari al -4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le flessioni accentuate
Presentano soprattutto una flessione negativa l’esonero contributivo giovani, il cui utilizzo diminuisce del 57%, e l’esonero donne, a -17%. Una diminuzione si riscontra anche per le altre misure disponibili, mentre si registra una crescita per l’agevolazione “Decontribuzione Sud”, che cresce del 5%. Se si guarda al saldo annualizzato, ad aprile l’Inps registra un dato in positivo pari a 476.000 posizioni di lavoro del settore privato. Il dato registra la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi e identifica la variazione tendenziale su base annua delle posizioni di lavoro. Per il tempo indeterminato la variazione tendenziale annua risulta pari a +350.000 unità, mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali la variazione, comunque positiva, è pari a +126.000 unità.
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