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Catania, progetti per Pnrr ancora vaghi. Trantino: “Nessun ritardo”

Catania, progetti per Pnrr ancora vaghi. Trantino: “Nessun ritardo”

Catania, progetti per Pnrr ancora vaghi. Trantino: “Nessun ritardo”

CATANIA - Un’occasione imperdibile e irripetibile da non farsi scappare. Ma che ha bisogno di trasparenza e partecipazione. Il Pnrr – Piano di ripresa e resilienza – è stato oggetto, ieri mattina, di una seduta straordinaria di Consiglio comunale: una richiesta del senato cittadino etneo, primo firmatario il consigliere Angelo Scuderi, proprio per capire cosa ha in mente l’amministrazione e come intenda cogliere l’occasione di utilizzare i milioni messi a disposizione, nonostante le difficoltà di una pianta organica sempre più ridotta.

“La carenza di personale non deve costituire un ostacolo – ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici e Urbanistica, Enrico Trantino, unico esponente della Giunta presente in aula – perché l’opportunità è troppo grande per la città di Catania. È un terno che non si può perdere”.

Trantino: «Siamo al passo con i tempi»

Trantino ha dunque illustrato le strade che l’amministrazione intende percorrere per ottenere i finanziamenti. “Noi abbiamo, nell’ambito del piano integrato, tre possibilità progettuali per un importo minimo di 50 milioni di euro e per un importo complessivo di 186 milioni di euro in ambito metropolitano, quindi su scala provinciale. Per quanto riguarda Catania – ha aggiunto – abbiamo chiesto di realizzarne uno di 86 milioni di euro. Abbiamo sentito le associazioni, sindacati università, che potessero contribuire con la loro conoscenza del territorio a fornirci delle linee guida che noi, in qualche modo, stiamo percorrendo per poi presentare lo studio di fattibilità la cui scadenza è il 7 marzo. Siamo al passo con i tempi e non c’è alcun ritardo”.

L’assessore Trantino ha indicato anche i luoghi su cui intende concentrarsi l’amministrazione: tramontata l’ipotesi di spostare il quartiere di Santa Maria Goretti, come documentato dal Quotidiano di Sicilia, rimangono le ipotesi san Berillo vecchio, compresa piazza Lupo (si pensa ad abbattere l’ex palazzetto della scherma), Librino (si immagina anche la demolizione di una ex Torre Massimino), e Monte Po. “Mi sento sereno per il lavoro che sta portando avanti la giunta Pogliese – ha aggiunto. Andiamo avanti su questo e poi le risposte mi auguro verranno date in modo concreto”.

L’aula, però, avrebbe voluto conoscere i progetti dell’amministrazione in modo più preciso: lo hanno detto chiaramente alcuni consiglieri comunali collegati in remoto, tra cui l’ex assessore Salvo Di Salvo. “C’è un Consiglio comunale che deve tenere in considerazione – ha tuonato l’ex amministratore rivolgendosi a Trantino. Non sappiamo quali sono gli indirizzi e gli interventi che l’amministrazione vuole mettere in campo. Se no, non si spiega a che serva questo consiglio”.

«Dobbiamo ancora entrare nei dettagli»

“Stiamo seguendo delle direttrici generali che vanno dalla rigenerazione urbana di San Berillo vecchio per poi spostarci su Librino e Monte Po per la realizzazione di parchi urbani – ha ribadito Trantino -. Dobbiamo ancora entrare nei dettagli perché è un lavoro che progressivamente si nutre di novità che ci consentono di essere ancora più approfonditi rispetto al giorno precedente”.

Il delegato del sindaco Pogliese, dunque, non è entrato nel dettaglio. Ha però evidenziato come a decidere sia l’amministrazione e come non vi sia alcuna necessità di passare dal Consiglio comunale. “Sarebbe giusto ma in un contesto di tempi diradati” – ha sottolineato, facendo infuriare metà dell’aula, compreso l’ex sindaco Bianco. “Oggi, in Consiglio comunale, l’assessore Trantino ha lamentato l’inesistenza di proposte da parte dei consiglieri – ha commentato Graziano Bonaccorsi, esponente del M5S -. Premesso che le proposte dovrebbero essere formulate dopo aver constato l’esistenza di un programma (dell’amministrazione) che possa evidenziare le priorità, le criticità del territorio, in modo da comprendere tempi e modalità d’intervento; successivamente sarebbe logico e naturale confrontarsi in Consiglio per discutere il programma dell’amministrazione e le eventuali proposte dei consiglieri”.

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