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Corfilac, un 'carrozzone' a rischio

Corfilac, un 'carrozzone' a rischio

Corfilac, un ‘carrozzone’ a rischio

RAGUSA - Di carrozzoni politici ne è piena l'Italia ma soprattutto la Sicilia. Le Società partecipate, in primis, hanno di fatto alimentato un sistema di sprechi e cattivi finanziamenti che va avanti ormai da decenni. Diatribe e malcontenti arieggiano continuamente attorno a questi enti e il Consorzio di ricerca filiera lattiero casearia di Ragusa, meglio conosciuto come Corfilac, è sicuramente un caso emblematico in tal senso. La mancanza di fondi, l'operato dell'ente e le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto l'ex presidente del Consorzio Giuseppe Licitra sono soltanto alcune delle tante questioni che in questi anni hanno interessato il Corfilac.

Il sistema politico funzionato 'benissimo' in tutto questo tempo è però franato in seguito ai tagli effettuati ai trasferimenti regionali: dapprima i quasi 3 mln di euro l'anno consentivano un ampio raggio d'azione al Consorzio, poi si è passati a poco più di un mln di euro e se consideriamo che ne servono circa 1,6 per pagare i dipendenti, ci rendiamo conto che per gli investimenti e la ricerca non rimane praticamente nulla. Anzi, gli arretrati per i lavoratori sono aumentati esponenzialmente.

Adesso l'ente si trova in una situazione di stallo: tra un mese circa, infatti, scade la convenzione e il rischio chiusura diventa sempre più palese. Lo statuto dovrebbe essere rinnovato, i finanziamenti regionali sono sempre più sporadici e i 40 dipendenti aspettano da mesi lo stipendio - senza contare che molti licenziamenti sono già stati annunciati - Ci si chiede, quindi, che senso abbia mantenere in vita un ente che non riesce più a garantire i servizi essenziali, che non riesce a mantenere gli impegni per cui era nato. Di ricerca del settore lattiero caseario, infatti, si parla ormai ben poco e la voglia di far risorgere il consorzio a tutti i costi ha forse fatto perdere di vista i veri motivi che avevano portato alla sua costituzione. Non uno stipendificio, naturalmente, ma una struttura che valorizzasse la filiera agricola.

stefania zaccaria

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