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Covid, paura variante inglese, Mario Draghi accelera

Covid, paura variante inglese, Mario Draghi accelera

Covid, paura variante inglese, Mario Draghi accelera

Il ministro della Salute Roberto Speranza si presenterà oggi in aula alla Camera per comunicazioni sulle nuove misure per il contrasto della pandemia.

Si mira a definire il nuovo provvedimento cercando un punto di caduta non facile tra le diverse posizioni dei partiti che sostengono Draghi. Tenendo sempre presente l'andamento della pandemia ed il parere degli esperti.

Sarà il Premier a fare la sintesi, ma la situazione non è semplice.

Le varianti spingono la diffusione del Covid - oltre il 30% delle infezioni in Italia è dovuto a quella inglese e a metà marzo sarà predominante in tutto il Paese, hanno detto gli esperti di Iss e Cts al premier Mario Draghi - e in diverse zone si materializza la temuta terza ondata.

Allarme alto, in particolare, nella provincia di Brescia, che diventa così zona "arancione rafforzata", come in quattordici Comuni dell'Emilia Romagna.

Crescono poi le zone rosse in diversi territori mentre nelle ultime 24 ore si registrano altri 356 morti, ben 82 più di ieri, mentre i pazienti ricoverati in terapia intensiva aumentano di 28.

Ieri sera Draghi ha riunito ministri ed esperti per cercare un equilibio tra "aperturisti" e "rigoristi" in vista del nuovo provvedimento che dovrà sostituire il dpcm firmato da Giuseppe Conte in scadenza il cinque marzo: l'idea sarebbe quella di coinvolgere maggiormente il Parlamento e non si esclude dunque la strada del decreto.

Un provvedimento da varare nei prossimi giorni, non prima comunque del monitoraggio di venerdì prossimo. <br>
Il leader della Lega Matteo Salvini, fa, come sempre, il populista e insiste a chiedere le riaperture, ma il ministro della Salute Speranza e gli esperti del Cts frenano, segnalando il rischio contagi, specie alla luce delle nuove varianti.

"Chiusure mirate e un ritorno alla vita - ha detto Salvini -, se si può pranzare tranquilli, allora si può cenare tranquilli. Se i ristoranti sono sicuri a pranzo allora lo sono anche a cena. E la riapertura di teatri, cinema, realtà sportive, palestre e piscine è un ritorno alla normalità". Il fronte nordista non ha colore politico, visto che il presidente dell'Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha definito "ragionevole" la richiesta di Salvini con l'obiettivo di "dare ossigeno a qualche attività".

Tra queste quella dello spettacolo, sostenuta dal ministro dem Dario Franceschini, con Mariastella Gelmini ad auspicare il sostegno con adeguati ristori per le attività che dovessero rimanere chiuse.

Sul tavolo del Governo sono ben presenti le richieste dei tanti settori in sofferenza, così come i dati dei contagi e dei vaccini (ancora a rilento, ne sono stati somministrati 3,6 milioni).

Ma bisognerà capire quanto peserà il parere degli esperti, mentre, oltre a quella inglese, cresce la preoccupazione per la variante brasiliana.

"Abbiamo rappresentato al presidente del Consiglio i dati e i numeri, noi siamo prudenti, ma non abbiamo descritto una situazione di catastrofe imminente", ha detto Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, al termine della riunione.

"Non abbiamo parlato di riaperture, se ne parlerà in un'altra occasione", ha aggiunto, anche se è noto che gli esperti sono stati finora contrari al semaforo verde a impianti da sci, cinema e palestre.
Venerdì ci sarà il nuovo monitoraggio, "poi vedremo", ha aggiunto, anche se lo scenario di una zona arancione nazionale, ventilata da qualcuno, sembra tuttavia restare al momento solo un'ipotesi.

Intanto, il presidente della Lombardia Attilio Fontana, forse memore dei disastri della prima ondata in Lombardia, ha firmato un'ordinanza per istituire nella provincia di Brescia e in alcuni Comuni della Bergamasca e della provincia di Cremona una zona arancione rafforzata, "che preveda, oltre alle normali misure della zona arancione, anche la chiusura delle scuole d'infanzia, elementari e medie, il divieto di recarsi nelle seconde case, l'utilizzo dello smart working dove possibile e la chiusura della attività in presenza".

Secondo Guido Bertolaso, a Brescia "siamo di fronte alla terza ondata della pandemia e va aggredita immediatamente". Zona arancione scuro da giovedì anche per quattordici Comuni dell'Emilia Romagna e zona rossa, invece, per Torrice, nel frusinate, San Cipirello e San Giuseppe Jato (Palermo).

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