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Messina, decentramento mai attuato, serve una riorganizzazione

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Messina, decentramento mai attuato, serve una riorganizzazione

MESSINA - Il fallimento delle politiche per il Decentramento sembra emergere dalla percezione non lusinghiera che i cittadini hanno delle Circoscrizioni, istituti di democrazia partecipata che però non riescono a svolgere quel ruolo per cui sono state pensate.

Ci sono consiglieri che ascoltano le varie istanze, conoscono le criticità del territorio e fanno segnalazioni e proposte, ma manca un fondamentale anello di congiunzione con Palazzo Zanca. L’attuale Amministrazione non sembra aver mai avuto tra le priorità il rafforzamento degli organi periferici, anzi il sindaco Cateno De Luca non ha mai nascosto l’intenzione di abolirli. Non c’è una delega al Decentramento, sostituita da quella dei Rapporti con i comitati civici e le Circoscrizioni, affidata all’assessore Massimiliano Minutoli. Alla fine però ci si è dovuti allineare alle disposizioni regionali, che prevedevano termini perentori per le procedure di attuazione del Decentramento amministrativo. In caso contrario ci avrebbe pensato un commissario.

Così, nel dicembre 2019, con delibera 590 del Consiglio comunale è stato approvato il Regolamento per il decentramento funzionale, che attribuisce alle Municipalità funzioni deliberative e gestionali per manutenzioni ordinarie, verde pubblico, cultura, sport e pubblica istruzione. Regolamento depotenziato dalla mancata assegnazione di risorse.

Il tema sembra suscitare poco interesse, anche tra i presidenti delle sei Municipalità, ed è significativo come all’atto della discussione sull’ultimo Bilancio di previsione, siano stati respinti gli emendamenti proposti in Aula che assegnavano più capacità finanziaria agli organismi periferici. Emblematico è anche il fatto che in questi due anni non è stata evidenziata alcuna mancata osservanza del Regolamento all’assessorato regionale agli Enti locali.

Renato Coletta, vice presidente della IV Municipalità, rileva come il potere, anche economico, che doveva essere dato ai quartieri sia stato spostato verso Dipartimenti e partecipate, rafforzando di fatto l’accentramento amministrativo. Per Coletta lo stesso Regolamento approvato nel 2019 è in sostanza il risultato delle modifiche peggiorative della bozza del 2005 che dava alle Municipalità una funzione di presidio e capacità d’interfaccia continua con il territorio e il cittadino. “Su manutenzioni ordinarie – spiega - verde pubblico, cultura, sport e pubblica istruzione, la modalità ‘concorrente’ inserita, condiziona e quindi preclude l’autonomia economica e decisionale delle Municipalità e vincola l’esecuzione dei lavori previsti dai deliberati, all’autorizzazione dell’Amministrazione centrale”.

“L’Amministrazione comunale – aggiunge - nonostante quanto previsto dall’art. 17 bis, a oggi non ha previsto né un Dipartimento sul Decentramento, né tantomeno ha favorito un dialogo e supporto delle strutture comunali, in primis i Dipartimenti che non hanno mai nominato dei referenti per i rapporti con le Municipalità. Durante la stesura dei Bilanci preventivi, non sono mai state assegnate le somme destinate ai settori di intervento previsti”.

Per l’assessore Minutoli non c’è una mancanza di volontà da parte dell’Amministrazione ma non ci sarebbero le condizioni organizzative per attuare il Decentramento. “Ci dovrebbe essere – spiega - una struttura organizzativa con venti-trenta persone all’interno delle Municipalità, tale da consentire la gestione. È stata una scelta scellerata quella di fare un Regolamento del genere facendo i conti senza l’oste”.

“Le risorse ci sarebbero da destinare alle Circoscrizioni - ammette Minutoli - perché comunque in rappresentanza del numero della popolazione e per estensione territoriale di solito si fa un calcolo di quelli che sono gli interventi da fare, mi riferisco alle manutenzioni, ai lavori pubblici, ma anche ai servizi. Ero consigliere di Circoscrizione, uno di quelli che battagliava per avere il Decentramento, abbiamo la legge ma per attuare un Regolamento del genere non ci sono le condizioni tecnico-amministrative. Non mi sembra comunque che ci sia mancanza di attenzione per i quartieri da parte dell’Amministrazione, la mia porta è sempre aperta”.

E sull’abolizione prevista dal programma elettorale, chiude dicendo: “Eravamo per abolirle, poi abbiamo cercato di conviverci e dare alle Municipalità la giusta dignità”.

Lina Bruno

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