PALERMO - “Orlando si dimetta”. È questa la risposta del centrodestra in Consiglio comunale alla richiesta del sindaco di siglare una sorta di Patto di fine legislatura per portare a casa almeno gli atti indispensabili come il nuovo Piano regolatore, il Piano triennale delle opere pubbliche, i bilanci e i Pef Tari 2020 e 2021 (per non citare i vari regolamenti fermi all’ordine del giorno).
Dopo la rottura con Italia Viva il primo cittadino non ha più una maggioranza e in Aula può contare su una dozzina di voti appena: troppo pochi per approvare alcunché. Con questi numeri l’unico modo per portare a casa gli atti sarà cercare convergenze di volta in volta sui singoli provvedimenti, magari provando a farli passare al secondo appello, quando basterebbe una maggioranza di sedici votanti. Un compito improbo, se si pensa che già con Italia Viva gli scivoloni della (fu) maggioranza orlandiana sono stati frequenti e più di una volta è stata la presenza dell’opposizione a garantire il numero legale. E così, dopo essersi scagliato contro il Consiglio tacciandolo di “immobilismo”, “nervosismo” e “stato confusionale”, Orlando ha provato a tendere la mano incontrando i capigruppo e cercando un dialogo con l’opposizione, per poi allargare il dialogo anche ai sindacati e alle parti sociali per firmare una tregua armata per l’ultimo anno di consiliatura. E se gli ex alleati renziani si erano già sfilati parlando di città in “stato comatoso” e “allo sbando” e di “giunta disastrosa”, il centrodestra si era preso qualche giorno di tempo per stabilire una linea comune, anche se la Lega aveva già comunicato a le proprie intenzioni.
“Se fosse ancora necessario ribadirlo - avevano detto il capogruppo della Lega in Consiglio Igor Gelarda e i consiglieri Sabrina Figuccia, Roberta Cancilla e Alessandro Anello - siamo pronti a farlo: la Lega a Palermo non sarà mai al servizio del sindaco Orlando ma solo dei palermitani. Abbiamo chiesto con forza le dimissioni del sindaco, politicamente incapace di governare la città. Ma se ciò non dovesse accadere, non abbiamo nessuna remora nel riprovare a sfiduciare Orlando anche oggi, esattamente come fatto un anno fa”.
In realtà al momento la mozione di sfiducia non sembra aver trovato sponde a Sala delle Lapidi, anche perché i partiti non sarebbero pronti ad andare al voto già a ottobre dato che le coalizioni non sembrano ancora definite. Ma nel frattempo è arrivata la risposta definitiva del centrodestra, che ha respinto al mittente la richiesta di collaborazione di Orlando: “Valuteremo in Consiglio comunale di volta in volta - hanno scritto in una nota congiunta i segretari cittadini, i capigruppo e tutti i consiglieri comunali di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Diventerà Bellissima e Udc - quali saranno le priorità per la città e come orientarci. Il sindaco non avrà alcuna risposta dalle opposizioni se non la richiesta di dimissioni. Per l’intera consiliatura le forze di minoranza, senza mai mettere in pratica una opposizione sterile, hanno sempre operato nell’interesse della città proponendosi e lavorando per costruire, e non per distruggere. Si è sempre mostrato grande senso di responsabilità verso i cittadini, nei lavori d’aula e non solo”.
“Il sindaco che ha governato negli ultimi dieci anni – hanno aggiunto - frapponendo la propria autoreferenzialità ai veri bisogni dei cittadini, ci lascerà una città che è tra le ultime città italiane ed europee in tutte le classifiche, per vivibilità, per tasse altissime, per efficienza dei servizi essenziali. Strade dissestate, dal centro alle periferie abbandonate, salme accatastate nei viali dei cimiteri in attesa di una degna sepoltura, un’economia in forte difficoltà e per alcuni ambiti ormai al collasso, e non solo a causa della pandemia. Dopo dieci anni di malgoverno, oggi il primo cittadino ha scoperto di non avere i numeri per continuare a sopravvivere e cerca disperatamente appigli. La coalizione di centrodestra contestualmente ha deciso d’insediare immediatamente un tavolo tematico, per la composizione del programma, in vista della scadenza elettorale per il 2022”.
“Sono tanti i gap da colmare - hanno concluso - siamo aperti al dialogo e al confronto con quanti hanno a cuore la città, per stilare un programma serio e condiviso, che sia credibile a quanti vorranno tornare ad investire sui giovani e sulle opportunità economiche che si genereranno per ridare un futuro certo che porterà alla rinascita la città di Palermo nel post pandemia”.
Gaspare Ingargiola
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