fbpx

Palermo, sfiducia all’assessore Catania nuovo guanto di sfida

Palermo, sfiducia all’assessore Catania nuovo guanto di sfida

Palermo, sfiducia all’assessore Catania nuovo guanto di sfida

PALERMO - Con 21 voti favorevoli, un astenuto (il presidente Salvatore Orlando) e nessun contrario il Consiglio comunale ha approvato la mozione di sfiducia all’assessore alla Mobilità Giusto Catania. Un voto a sorpresa, per di più su una vecchia mozione del 2019, nella giornata in cui sembrava che sul banco degli imputati dovesse finire la collega di Giunta Maria Prestigiacomo dopo la decisione del Gip di commissariare il servizio di depurazione dell’Amap.

Durante la seduta telematica il presidente Orlando ha insistito a lungo perché l’Aula discutesse il Bilancio consolidato 2019 (aveva anche invitato la ragioneria generale e il Collegio dei revisori): la mozione, infatti, non avrà un effetto “concreto” dato che l’ordinamento non prevede la sfiducia agli assessori ma soltanto al sindaco e già poche ore dopo Catania commentava su Twitter con un eloquente “Una risata vi seppellirà”, con tanto di foto di Groucho Marx. D’altra parte lo stesso sindaco Leoluca Orlando aveva già difeso a spada tratta l’assessore Prestigiacomo (anche su di lei pende una mozione di sfiducia) parlando di “atti strumentali e velleitari, la sfiducia la presentino contro di me”.

Sala delle Lapidi, tuttavia, ha voluto lanciare un segnale politico a un sindaco ormai senza maggioranza. La mozione, infatti, è stata votata in maniera compatta da tutti i partiti dell’opposizione (dal centrodestra ai 5 stelle, dai renziani al gruppo Oso, fino ai moderati di +Europa) mentre i gruppi che sostengono Orlando hanno abbandonato l’Aula senza però riuscire a far mancare il numero legale. In vista delle discussioni sulla Tari e sul Piano triennale delle opere pubbliche il primo cittadino non potrà dormire sonni tranquilli perché ormai è il Consiglio ad avere il coltello dalla parte del manico. Piuttosto, nel centrosinistra potrebbe creare qualche imbarazzo il “Sì” alla sfiducia del M5s, che starebbe lavorando a un’alleanza proprio con la sinistra, il Pd e il sindaco Orlando (che ha ripreso il dialogo con i dem da quando il segretario è Enrico Letta) in vista delle prossime elezioni comunali, sulla scia della coalizione giallorossa che ha sostenuto il secondo governo Conte.

“Sono soddisfatto - ha commentato Fabrizio Ferrandelli di +Europa - del voto ampio alla mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Catania. La mozione poggia su diversi punti di criticità e di mancato rispetto istituzionale. L’assessore Catania, infatti, mostra assenza di dialogo e confronto democratico con l’organismo consiliare, glissando nei fatti la possibilità di un percorso condiviso che possa, con atti deliberativi e strumenti propri dell’organo, affrontare e risolvere definitivamente importanti problemi. La questione più recente, in ordine di tempo, riguarda la sospensione della Ztl in sfregio alla deliberazione del Consiglio e delle richieste corali dei commercianti. Indicazione che l’assessore ha disatteso emanando d’imperio un suo provvedimento. Il tutto senza considerare le altre criticità bene note alla cittadinanza che riguardano l’insostenibilità del traffico cittadino da ponte Corleone passando in via Belgio, dalla Cala per arrivare alla Fiera del Mediterraneo. Un vero incubo quotidiano”.

“Altrettanta preoccupazione - ha continuato Ferrandelli - registriamo in merito alla gestione del trasporto pubblico in città. Si constata, infatti, una sensibile riduzione delle corse e un preoccupante disequilibrio nei conti dell’azienda in questione. A queste puntuali contestazioni seguono continue offese alla cittadinanza da parte dell’assessore Catania, squalificando il ruolo che riveste. Dall’aula arriva una sfiducia politica che è un segnale inequivocabile di bocciatura sulle sue politiche e sulla capacità gestionale, a salvaguardia del rispetto istituzionale che merita l’organismo di pianificazione e controllo. Ci sono voluti anni per questo voto, ma meglio tardi che mai”.

Gli orlandiani hanno difeso l’esponente dell’Esecutivo: “Mentre importanti finanziamenti dello Stato - hanno replicato in una nota congiunta i capigruppo di Sinistra Comune Barbara Evola, del Pd Rosario Arcoleo e di Avanti Insieme Valentina Chinnici - che darebbero respiro alle casse asfittiche del Comune, rimangono al palo, la nuova maggioranza del Consiglio comunale, formata da tutte le forze di opposizione, preferisce prelevare e votare una mozione di sfiducia del 2019 che non produrrà alcun effetto utile per la città e che richiama questioni ormai ampiamente superate. Il Prg, infatti, è all’ordine del giorno del Consiglio, osteggiato proprio da chi prima sbraitava in aula perché venisse presentato; il contratto di Rap, invece, è stato approvato l’estate scorsa. Se l’intento della mozione era quello di lanciare un segnale politico al sindaco, riteniamo, invece, che l’unico messaggio, negativo, stia arrivando alla città sul modo in cui questo Consiglio vuole proseguire la sua attività”.

“Sinistra Comune, Partito democratico e Avanti insieme – hanno aggiunto - non parteciperanno più a lavori d’Aula snervanti e improduttivi, durante i quali si istruiscono processi sommari a funzionari, dirigenti, assessori, segretario generale, minando continuamente la credibilità delle istituzioni. Siamo pronti e pronte ad entrare in aula e a partecipare al dibattito quando si affronteranno atti che hanno una ricaduta reale sulla vita di cittadini e cittadine, come il piano triennale delle opere pubbliche”.

L’Esecutivo ieri pomeriggio ha convocato una conferenza stampa dedicata alla situazione politica

PALERMO – “Siamo davanti a una mozione di sfiducia ridicola, sia nel merito che sugli effetti che produce. Non serve a niente tranne che a stare qualche giorno sui giornali”. Così si è espresso l’assessore Catania nel corso di una conferenza stampa convocata ieri pomeriggio alla presenza della Giunta comunale per fare un punto sulla situazione politica in Municipio e sulla mozione di sfiducia votata dal Consiglio proprio contro il titolare della delega alla Mobilità.

“È troppo forte in questa città – ha aggiunto - la voglia di tornare indietro. Ho visto vice sindaci del passato che hanno fatto fior fiori di comunicati stampa, ma non ricordo una sola traccia lasciata da questi signori. Ripescare una mozione del 21 novembre 2019, senza neppure attualizzarla, fa un danno alle istituzioni. Questo atto è un dileggio, il segno della degenerazione da psicoterapia del Consiglio comunale di Palermo”.

L’Esecutivo ha dimostrato compattezza di fronte all’offensiva delle opposizioni, come si evince anche dalle parole del vice sindaco Fabio Giambrone. “Questa Giunta – ha detto - non parteciperà a nessuna seduta di Consiglio comunale per parlare di mozioni di sfiducia ad assessori, atti che non sono previsti dal Regolamento e che rappresentano solo una perdita di tempo per l’intera città e il Consiglio comunale”.

“Assistiamo – ha aggiunto - a una degenerazione del rapporto tra il Consiglio comunale e la Giunta. Noi vogliamo stigmatizzare questo rapporto, che non è più istituzionale, ma qualcosa che nulla ha a che fare con la politica. La mozione di sfiducia contro Catania è un provvedimento fuori da qualsiasi logica”.

La Presidenza di Sala delle Lapidi finisce al centro di pesanti accuse

PALERMO – Le grane politiche per il sindaco Orlando sono arrivate all’indomani della rottura con Italia Viva, un evento che ha scatenato una serie di conseguenze che l’Esecutivo sta facendo fatica ad affrontare. Tra i nodi principali, c’è anche il rapporto difficile con il presidente del Consiglio comunale Totò Orlando, e in questo senso dai rappresentanti dell’Amministrazione non sono certo arrivate parole dolci.

“L’Aula – ha detto il vice sindaco Fabio Giambrone - deve occuparsi di centinaia di provvedimenti fermi. Invece, la Presidenza del Consiglio comunale sta calendarizzando una serie di atti agendo in un regime di totale anarchia. Se le opposizioni vogliono presentare una mozione di sfiducia al sindaco noi saremo in Aula a replicare spiegando cosa ha fatto questa Amministrazione”.

“Venti giorni fa – ha aggiunto - ho chiesto al presidente del Consiglio comunale di essere audito in Capigruppo: aspetto ancora una risposta. Questo testimonia una strafottenza nei confronti delle Istituzioni che è assolutamente inaccettabile”.

Gaspare Ingargiola

risuser

Lascia una risposta

Chiusi
Chiusi

Inserisci il tuo username o il tuo indirizzo email. Riceverai via email un link per creare una nuova password.

Chiusi

Chiusi