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Coronavirus, in Italia superata la quota dei sessantamila morti

Coronavirus, in Italia superata la quota dei sessantamila morti

Coronavirus, in Italia superata la quota dei sessantamila morti

Il numero complessivo dei decessi per coronavirus ha superato in Italia i sessantamila, ma se questo dato dà la misura della serietà della situazione è anche vero che nelle ultime due settimane si sta assistendo a un lieve miglioramento, con una riduzione dei casi del tre per cento al giorno. Si tratta comunque di numeri ancora alti. Secondo i dati del ministero della Salute sono stati 18.887 in 24 ore i nuovi casi di coronavirus e nello stesso periodo si sono registrati 564 decessi, che portano a 60.078 il numero complessivo delle persone morte in Italia a causa di Covid-19 dall'inizio dell'emergenza. I guariti o dimessi sono 17.186. Torna a salire dello 0,8% il rapporto fra i 18.887 casi positivi e i 163.550 tamponi eseguiti, che arriva così all'11,5%. Una riduzione dei casi si nota anche a livello delle regioni, fra le quali è adesso il Veneto a registrarne il numero maggiore (3.444), seguito da Lombardia (2.413), Puglia (1.789) ed Emilia Romagna (1.788). Sono dati che descrivono "una situazione da seguire con attenzione", osserva il fisico Giorgio Parisi, dell'Università Sapienza di Roma. "In generale la situazione è complessivamente in via di miglioramento, quello che si vede dai casi è da due settimane stanno diminuendo del 20% circa a settimana, pari al 3% al giorno. Ogni giorno, quindi, c'è un piccolo miglioramento ", osserva Parisi. Se questo ritmo sarà confermato nei prossimi giorni, "per dimezzare i casi sono necessarie tre settimane". Vale a dire che, "se continua così, ossia se le misure di contenimento restano costanti, fra un mese potremmo avere circa il 40% dei casi attuali e cominciare ad alleggerire il carico per gli ospedali". Tuttavia, aggiunge, "poiché adesso sono state rilassate le misure, bisogna vedere se non si tornerà invece a una risalita dei casi. Se questo dovesse accadere, bisognerà chiudere di nuovo". Sono quindi opportune, secondo Parisi, le misure introdotte per Natale e Capodanno: "sono necessarie. Non si poteva aprire in modo eccessivo. Si è capito che non si deve arrivare a una situazione per cui gli ospedali sono tutti intasati e si occupano solo di Codiv-19 Che durante le feste di Natale bisognerebbe evitare di muoversi lo raccomanda la virologa Ilaria Capua, direttrice del centro 'One Health' dell'università della Florida: "muoiono tutti i giorni migliaia di persone e, sinceramente, non è un problema se per un anno nella vita non si può fare il cenone", ha detto in tv. Per la virologa "bisogna far capire alle persone che a Natale si può stare da soli". il Natale non è però l'unica situazione delicata in arrivo: "un altro grande problema - osserva Parisi - è che sta arrivando più freddo. E' vero che la discussione sulla temperatura è infinita e che non è ancora chiaro quanto questa possa influire sul virus, ma potrebbe esserci un'influenza della temperatura e non è chiaro come la situazione potrebbe evolvere: è necessario seguirla con estrema cura e intervenendo in tempo". Un altro elemento nuovo e da considerare con attenzione è, per Parisi, "la situazione molto diversa da regione a regione: è complicato vedere le cose a livello regionale", soprattutto per "alcuni casi di disorganizzazione", come nel caso dei dati della Campania relativi ai nuovi ingressi nelle unità di terapia intensiva. Buona invece, secondo Parisi, l'informazione dalla Lombardia, che registra i dati relativi alle chiamate al pronto soccorso per problemi respiratori": in ottobre erano un centinaio scarso al giorno, poi sono passate a 500 a inizio novembre e ora scese a 200 scarse". Infine, si attende a breve il picco dei decessi: "a parte le fluttuazioni degli ultimi giorni, i decessi stanno sul massimo e sono sul momento di diminuire, con un ritardo abbastanza grande rispetto ai casi, pari a circa due settimane", osserva il fisico.

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