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Sicilia arancione o rossa? Isola prima per contagi in Italia, dubbi sulla scuola e restrizioni in arrivo

Sicilia arancione o rossa? Isola prima per contagi in Italia, dubbi sulla scuola e restrizioni in arrivo

Sicilia arancione o rossa? Isola prima per contagi in Italia, dubbi sulla scuola e restrizioni in arrivo

di Luigi Ansaloni - Gialla “rafforzata”, arancione o addirittura rossa? Il destino della Sicilia nelle prossime settimane si decide in queste ore, con le restrizioni “consigliate” dal Comitato Tecnico Scientifico, riunitosi ieri sera con l’assessore alla Salute Ruggero Razza e l’assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla. Una riunione, inutile girarci intorno, convocata d’urgenza, visto che i dati del contagio da coronavirus in Sicilia non sono buoni. Anzi, sono pessimi. LA SITUAZIONE L'Isola nell’ultima settimana ha avuto il maggior incremento dei nuovi casi da coronavirus in Italia, secondo il dato che emerge dal monitoraggio della Fondazione Gimbe riferito al periodo fra il 29 dicembre 2020 e il 5 gennaio 2021. Un aumento del 9% rispetto alla settimana precedente, peggio in termini percentuali ha fatto solo il Veneto (9,8% Il campanello d'allarme l'aveva già fatto suonare Massimo Farinella, M primario Malattie infettive ospedale "Cervello" di Palermo e componente del Cts, proprio sulle pagine di qds.it, quando aveva parlato senza mezzi termini di “preoccupazione” e di “ospedali che si andavano riempendo”. La problematica principale è rappresentata come sempre dai reparti ospedalieri. Farinella infatti ha anche sottolineato come le corsie che si stanno riempiendo sono quelle già rafforzate e implementate, così come i centri approntati ex novo per l’emergenza. Uno dei motivi principali per il quale la Sicilia ha sempre evitato restrizioni peggiori è stato il fatto che è sempre riuscita a stare sotto una determinata soglia di ricoveri in ospedali e di posti occupati, soprattutto in terapia intensiva (meno del 30%): LE RESTRIZIONI Il Cts ha chiaramente fatto notare che, continuando così, questo vantaggio potrebbe sparire, con conseguenze drammatiche a dir poco. E per evitare questo, la parola d’ordine è: restrizioni. Magari impopolari, ma necessarie. Il governatore Nello Musumeci si è dimostrato favorevole, così come Razza. Dopotutto, il presidente della Regione non è mai stato un “aperturista” convinto, tutt’altro, così come l’assessore regionale: se si deve chiudere, si chiude. LA SCUOLA Più difficile la posizione di Lagalla, che ha assicurato la riapertura in presenza delle scuole superiori dal lunedì. Il Cts, secondo indiscrezioni, vorrebbe rimanere tutto almeno a febbraio, fin quando i contagi non si saranno quantomeno calmierati. Si sta trattando. Nei scorsi giorni si è detto che la Sicilia rischia la zona rossa, e non è affatto un’ipotesi da scartare. I dati di alcuni studiosi universitari indicano il nuovo Rt dell’Isola (che dovrebbe essere svelato domani) a 1,26, che con i nuovi dati comporterebbe la zona rossa, ma sembra invece che informalmente il nuovo indice di contagio sia tra 0,99 e 1,04, secondo dati ufficiosi. L’Rt, come si sa, si basa su 21 parametri, e quindi gli algoritmi non tengono conto di molte variabili, ma sia la Regione sia il Cts sarebbe concordi nello “scavalcare” eventualmente le decisioni di Roma e porre la Sicilia quantomeno in zona arancione, come era stata d’altronde per quasi tutto il mese di novembre, e non era un caso che i dati fossero notevolmente migliorati.   Non è escluso pero’ che, almeno per un periodi di breve, la Sicilia possa essere costretta a sacrifici ancora più duri. A breve sapremo.

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