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L’Antitrust indaga su U-Mask: non sono paragonabili alle FFP3

L’Antitrust indaga su U-Mask: non sono paragonabili alle FFP3

L’Antitrust indaga su U-Mask: non sono paragonabili alle FFP3

Le mascherine U-Mask finiscono sotto la lente d’ingrandimento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha avviato un procedimento istruttorio, nei confronti delle società U-Earth Biotech Ltd. e Pure Air Zone Italy S.r.l., per contestare le attività di promozione e di vendita delle mascherine.

I profili di ingannevolezza su cui l’Antitrust vuole vederci chiaro sono quelli messi in evidenza dal Salvagente a novembre dello scorso anno: secondo l’Autorità, infatti, i claim con cui le società enfatizzerebbero l’efficacia, in termini di prevenzione, delle mascherine in questione appaiono in grado di ingannare i consumatori, inducendoli all’acquisto di un prodotto privo delle caratteristiche e della capacità filtrante pubblicizzata, con conseguente potenziale pericolo per la salute. Sotto questo profilo, al prodotto U-Mask da un lato è attribuita un’efficacia protettiva (per singolo filtro) di 200 ore di utilizzo effettivo o di un anno, che non sarebbe debitamente comprovata; dall’altro, questo tipo di mascherina sarebbe impropriamente comparato con dispositivi di protezione individuale (DPI) rispetto ai quali, secondo la presentazione sul sito web, U-Mask ha un’efficienza superiore, paragonabile a un FFP3. Invece U-Mask non è certificata come DPI ma risulta registrata presso il Ministero della Salute come dispositivo medico di “classe I”.

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