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Vaccini, Italia a rilento, mancano medici e siringhe, ma in Sicilia...

Vaccini, Italia a rilento, mancano medici e siringhe, ma in Sicilia...

Vaccini, Italia a rilento, mancano medici e siringhe, ma in Sicilia…

Carenze di personale sanitario e di siringhe: sono le zavorre che stanno rendendo tutt'altro che sprint la partenza della campagna per la vaccinazione contro il coronavirus in Italia. Cinquantaduemila le dosi somministrate Dopo il Vax day del 27 dicembre, nei primi tre giorni sono state somministrate oltre cinquantaduemila dosi, poco più di una su dieci delle 469.950 fiale Pfizer-Biontech già consegnate. All'estero, intanto, si prosegue a ritmo decisamente più elevato: tralasciando Israele, che ha vaccinato già oltre l'undici per cento della popolazione, dall'Inghilterra alla Germania, passando per Polonia e Croazia, molti stanno facendo meglio dell'Italia, che finora ha coperto soltanto lo 0,08 per cento dei cittadini (ma va tenuto conto che al momento il vaccino non è previsto sotto i 16 anni). Mentre la provincia autonoma di Trento marcia a ritmo sostenuto (quasi il 35% delle dosi consegnate), il Lazio è la prima regione per vaccini somministrati in assoluto, quasi 11mila (oltre il 23%). Con numeri ben inferiori, anche l'Umbria sfiora il 20%, mentre sette regioni non arrivano al 4% delle fiale a loro disposizione: Abruzzo, Lombardia, Calabria, Basilicata, Valle d'Aosta, Sardegna e il Molise, con 1,7% fanalino di coda nella graduatoria aggiornata ogni giorno dal commissario per l'emergenza. Zampa chiede un'accelerazione "Occorre una poderosa accelerazione", ha dichiarato la sottosegretario alla Salute Sandra Zampa, sottolineando che "le Regioni devono mettersi a correre: nessuna dose utilizzabile può attendere di essere usata anche solo per qualche ora. Usiamo anche le ore serali ma corriamo. Presto arriverà anche Moderna". In Lombardia i partiti di opposizione, Pd e M5S, hanno attaccano la giunta guidata dal leghista Attilio Fontana parlando di "confronto disarmante con altre Regioni". Tra le ragioni di questa partenza a rilento, i problemi nel reclutamento di medici e infermieri: in diversi punti vaccinali il personale, anche alle prese con l'attività legata ai tamponi, è pronto a fare i doppi turni mentre in altri è stato necessario richiamare medici in pensione o ricorrere a volontari. Le difficoltà principali si verificano dove già prima scarseggiava il personale dedicato alle vaccinazioni tradizionali. L'exploit dell'Asp di Palermo Tra gli elementi positivi, il dato comunicato ieri dall'Asp di Palermo, che ha segnato un più centoquaranta per cento di somministrazioni, più del doppio rispetto ai giorni precedenti. Ai 1.158 registrati fino al giorno prima, si sono aggiunti i 1.622 di ieri per un totale di 2.780 operatori ai quali sono state inoculate le dosi nelle otto sedi attive in questa prima fase della campagna (si è aggiunto anche l'Ospedale Buccheri La Ferla). Uno sforzo organizzativo che ha trovato pieno riscontro nel personale che continua ad aderire sempre più numeroso. "Siamo soddisfatti della risposta degli operatori che in maniera convinta e condivisa stanno aderendo alla campagna di vaccinazione - ha sottolineato il direttore generale dell'Asp di Palermo, Daniela Faraoni - Siamo solo all'inizio di un percorso che ci vedrà impegnati quotidianamente per raggiungere l'obiettivo dell'immunità di gregge". Il maggior numero di vaccinati ieri è stato registrato a Villa delle Ginestre, con 406 dosi di siero, seguito dall'ospedale Civico di Partinico con 316; Madonna dell'Alto di Petralia Sottana con 223; ospedale Buccheri La Ferla 204; ospedale Giglio di Cefalù 180; Cimino di Termini Imerese 138; Ingrassia di Palermo 95 e Dei Bianchi di Corleone 60. "La vaccinazione è rivolta a tutti gli operatori dell'Asp di Palermo che potranno recarsi nell'ospedale di riferimento del proprio distretto - ha spiegato il commissario per l'emergenza Covid, Renato Costa - e da oggi potranno venire a vaccinarsi anche i medici di Medicina generale e i pediatri di libera scelta che in alcune realtà della provincia hanno già fatto le prime vaccinazioni. Abbiamo sentito i loro referenti e deciso di avviare questo percorso. In questo momento c'è la necessità e l'urgenza di coinvolgere chi è più a stretto contatto con i cittadini". L'appello che viene lanciato dagli organizzatori della campagna di vaccinazione è di recarsi all'ospedale di riferimento muniti del consenso informato, già compilato, per guadagnare tempo. Il modulo si può scaricare sul sito dell'Asp.

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