Esistono, ma spesso restano invisibili. Sono i working poor in Sicilia, persone che hanno un lavoro ma non riescono ad arrivare a fine mese. Giovani, famiglie, lavoratori dei servizi, impiegati e precari che ogni giorno si muovono tra mezzi pubblici e strade affollate senza dare nell’occhio. Eppure, secondo i dati più recenti, il loro numero è in costante aumento.
Tra inflazione, affitti alle stelle, stipendi bassi e contratti instabili, il lavoro non rappresenta più una garanzia contro la povertà. A fotografare la situazione è il Rapporto Caritas di Palermo, che segnala un aumento del 50% delle persone assistite, molte delle quali occupate.
Palermo e la povertà che non si vede
A Palermo la povertà non vive solo ai margini. Abita case in affitto, spesso sovraffollate, e riguarda chi lavora regolarmente ma fatica a sostenere le spese essenziali. I working poor rappresentano una delle trasformazioni più silenziose ma profonde della questione sociale contemporanea.
Secondo Istat e Caritas, la povertà oggi cresce proprio tra chi ha un reddito, ma insufficiente a compensare l’aumento di bollette, cibo e affitti. In altre parole: lavorare non basta più.
Stipendi bassi e caro vita: l’Italia fanalino di coda in Europa
I dati Eurostat e Ocse mostrano un quadro chiaro: mentre in Europa gli stipendi crescono, in Italia arretrano. Lo stipendio medio annuo nell’Ue è di 39.808 euro, mentre l’Italia si ferma a 33.523 euro, dietro anche a Spagna e Slovenia.
Il salario medio mensile lordo è:
-
3.155 euro nella media Ue
-
2.729 euro in Italia
Numeri che diventano insostenibili nelle grandi città, dove l’aumento degli affitti ha spinto molti lavoratori a lasciare i centri urbani.
Chi sono i working poor a Palermo
Nel capoluogo siciliano il fenomeno è amplificato da un mercato del lavoro fragile. I working poor sono:
-
addetti al commercio e ai servizi
-
lavoratori precari o part-time involontari
-
dipendenti pubblici a basso reddito
-
operatori delle pulizie e della ristorazione
-
giovani professionisti e giornalisti
Persone che fino a pochi anni fa non avrebbero mai pensato di chiedere aiuto ai servizi sociali.
Lavoro poco e male: i numeri di Palermo
Secondo il Repertorio statistico del Comune di Palermo (2023):
-
Tasso di occupazione: 44,6%
-
Disoccupazione: 19,8% (circa 45 mila persone)
-
Inattività: 44,1%
Il divario di genere resta marcato: lavora il 53,1% degli uomini contro il 36,6% delle donne. Nel 2023 i prezzi sono aumentati del 6,2%, con un +10,6% sui beni alimentari, colpendo soprattutto chi ha redditi bassi.
Dalle statistiche alle persone: le nuove povertà
Il Comune di Palermo ha attivato un ufficio dedicato alle nuove povertà, che intercetta famiglie con stipendi fissi ma bilanci in rosso. Molti sono sovraindebitati, altri rinunciano alle cure mediche o alla prevenzione. Da qui la creazione di una rete di medici volontari per screening gratuiti.
I dati Caritas sui working poor palermitani
Il Rapporto Caritas di Palermo evidenzia che:
-
il 78% degli assistiti è italiano
-
la fascia più colpita è tra 45 e 64 anni
-
il 70% vive in affitto
-
il 65,4% segnala redditi insufficienti o debiti
Si tratta in larga parte di lavoratori poveri, spesso con contratti discontinui o informali.
Quando il lavoro non protegge più dalla povertà
A livello nazionale, quasi una persona assistita su quattro ha un lavoro. Dal 2015 al 2023, gli utenti Caritas sono aumentati del 41,6%, ma nel Mezzogiorno l’incremento supera il 53%. A Palermo, l’81% delle richieste riguarda aiuti alimentari. Non perché manchi del tutto il reddito, ma perché non basta più.
Famiglie e minori: il rischio di una povertà ereditaria
La povertà lavorativa colpisce duramente le famiglie con figli. Nei quartieri più fragili di Palermo, Catania e Messina, abbandono scolastico e disagio educativo restano elevati. Il passaggio dal Reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione ha inoltre escluso circa 331 mila famiglie, aggravando la situazione.
Sicilia, prima linea del lavoro povero
Secondo il Rapporto Bes 2024, la Sicilia resta sotto la media nazionale in 10 indicatori di benessere su 12. Il reddito disponibile pro capite è di 16.900 euro annui, contro i 22.400 euro della media italiana. In questo contesto, i working poor in Sicilia non sono più un’eccezione, ma una nuova normalità sociale.
di Hermes Carbone
Lascia una risposta