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Barca affondata nella banchina in concessione alla Lega Navale di Mazara

Barca affondata nella banchina in concessione alla Lega Navale di Mazara

Barca affondata nella banchina in concessione alla Lega Navale di Mazara

MAZARA DEL VALLO (TP) – Scafi affondati contribuiscono al già desolante quadro di degradazione complessivo del porto canale cittadino. Ci è giunta, proprio in tal senso, qualche giorno fa, una segnalazione su questa ulteriore problematica legata al porto cittadino. Avviso giunto a poche ore dal nostro precedente post sui fanghi che colmano da anni la rada di ancoraggio dei pescherecci mazaresi. “La foto che vi inoltriamo – scrive Gerardo Sasso – ritrae, apparentemente, una normalissima barca dall’assetto poco stabile, cioè inclinata, ma in realtà si tratta di una imbarcazione completamente allagata ed adagiata sul fondo e poiché è stata scattata ormai da oltre un mese, di certo sarà peggiorata la sua situazione”.

L’imbarcazione in questione è uno dei tanti barconi utilizzati dai migranti che partono dal Nord Africa per arrivare sulle coste siciliane e si trova presso la banchina ‘buon vento’ in uno specchio acqueo che è in concessione alla Lega Navale di Mazara del Vallo. “L’Ente Navale – continua la lettera firmata – ne è venuto in possesso, facendone richiesta presso la locale Capitaneria di porto di Mazara, che ha affidato l’imbarcazione per farne un utilizzo sociale come tante attività socialmente utili portate avanti dalla stessa sezione locale della Lega Navale”. Sasso però, pone una serie di domande: “l’Autorità Marittima di Mazara si è accorta dell’imbarcazione affondata? Se questa conteneva idrocarburi tipo gasolio, questi si trovano ancora all’interno dei serbatoi o sono stati sversati in acqua? Se anziché essere il natante di un Ente Morale sotto l’alto Patrocinio del Presidente della Repubblica (la Lega Navale appunto), si trattasse di un qualunque privato, sarebbe già stato diffidato, ordinandone la rimozione? Ricordo – conclude l’autore della segnalazione pubblica – che i concessionari di specchi acquei o arenili, in presenza di qualsiasi abuso o reato di natura ambientale, sono obbligati al ripristino dei luoghi”. E lo ricordiamo anche noi, come ha già fatto in passato il QdS con l’inchiesta sui moltissimi relitti abbandonati all’interno del porto e di cui si sono occupate anche le cronache nazionali: prima fra tutte la trasmissione ‘Mi manda Rai 3’.

alessandro accardo palumbo

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