Catania e Palermo accomunate dal 33 µg/mc: un valore fortemente negativo se si pensa che si tratta della qualità dell'aria appestata dalle polveri sottili causate dallo smog. Una proiezione che allarma perché, nonostante gli sforzi fatti negli ultimi anni volti a migliorare la qualità dell'aria, si tratta dell'emissione dei valori di biossido di azoto riferiti al 2030. A rivelarlo è il rapporto "Mal’Aria di città 2024" di Legambiente sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane.
Frosinone maglia nera
E se è vero che nel 2023, diminuiscono a 18 su 98 monitorate - , con Frosinone maglia nera per 70 giorni di sforamento, seguita da Torino (66) e Treviso (63) - , le città che hanno superato i limiti giornalieri di polveri sottili, considerato il valore Pm 10 (per materiale particolato aerodisperso si intende l'insieme delle particelle atmosferiche solide e liquide sospese in aria ambiente. Il termine PM10 identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10 µm), non c'è comunque da stare sereni.
Situazione irrisolta
Riepologando, se il 2030 fosse già qui, dice Legambiente, le situazioni più critiche per il Pm10 sarebbero a Padova, Verona e Vicenza (32 µg/mc), seguite da Cremona e Venezia (31) e da Brescia, Cagliari, Mantova, Rovigo, Torino e Treviso (30). Situazione analoga anche per il Pm2.5, con i valori più alti a Padova (24 µg/mc), Vicenza (23), Treviso e Cremona (21), Bergamo e Verona (20). Il biossido di azoto è l’unico inquinante in calo negli ultimi 5 anni, ma il 50% delle città resterebbe comunque fuori legge a partire da Napoli (38 µg/mc) e poi Milano (35), Torino (34), Catania e Palermo (33), Bergamo e Roma (32), Como (31), Andria, Firenze, Padova e Trento (29) le città con i livelli più alti.
Salute a rischio
"La salute dei cittadini è dunque a rischio" rileva Legambiente, ricordando che "in Italia ci sono 47.000 decessi prematuri all’anno a causa del Pm2.5". Basterebbe soltanto questo allarmante dato per far sì che "Governo, Regioni e Comuni devono accelerare. Per ottenere aria pulita, bisogna ripensare subito la mobilità urbana, implementando zone a basse e zero emissioni, ridisegnando lo spazio pubblico urbano con città a 30 km/h e strade scolastiche, investendo massicciamente nel trasporto pubblico locale, nell’ampliamento di reti ciclo-pedonali e nell’elettrificazione di tutti i veicoli". Per la ong, "è indispensabile agire sinergicamente anche sulle altre fonti di inquinamento, come il riscaldamento domestico e l’agricoltura".
La campagna di Legambiente
Legambiente lancia la campagna itinerante Città2030, che dall’8 febbraio al 6 marzo farà tappa in 18 capoluoghi per capire quanto manca per una mobilità urbana a zero emissioni, più accessibile e sicura e per chiedere città più vivibili.
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