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Lavoro ed energia, per una transizione sostenibile e giusta

Lavoro ed energia, per una transizione sostenibile e giusta

Lavoro ed energia, per una transizione sostenibile e giusta

ROMA - Non ci può essere una transizione energetica “giusta” senza un percorso condiviso e sostenibile non solo da un punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico. Inoltre, non c’è un’unica soluzione che porta alla svolta “verde”, ma è la combinazione di diverse tecnologie che può permettere al nostro Paese di avvicinarsi e poi di raggiungere la neutralità carbonica.

Si tratta di un modello di sviluppo possibile e concreto, “scalabile” in diversi settori, e che è stato messo a punto da Confindustria Energia e dalle principali organizzazioni sindacali (Filctem-CGIL, Femca-CISL , Uiltec-UIL e Flaei-Cisl) con il supporto del Ministero della Transizione ecologica. Un sistema che è stato sintetizzato nel Manifesto “Lavoro ed Energia per una transizione sostenibile”, presentato nei giorni scorsi a Roma al presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Tutela dell’occupazione e riduzione dei consumi energetici (e dunque delle emissioni) rappresentano un binomio imprescindibile se si vogliono raggiungere tutti gli obiettivi del “Fit for 55” (il pacchetto climatico dell’Unione europea), senza lasciare indietro nessuno. “Adottando e valorizzando tutte le tecnologie rinnovabili e low carbon insieme, non solo riusciremo a vincere la sfida della decarbonizzazione – ha dichiarato il presidente di Confindustria Energia, Giuseppe Ricci -, ma riusciremo a farlo in modo giusto, salvaguardando l’occupazione e la competitività delle imprese, limitando i costi della transizione e supportando lo sviluppo di nuove filiere produttive nazionali, favorendone l’applicazione nei siti industriali dove possiamo beneficiare di infrastrutture, professionalità e tessuto produttivo locale.”

Tutto è partito dal Tavolo strategico, istituito da Confindustria energia e sindacati di categoria, che punta proprio alla salvaguardia della filiera nazionale e dell’occupazione senza però rinunciare all’accelerazione del processo di sviluppo delle rinnovabili. Il metodo partecipativo è stato strutturato in tre tavoli con la collaborazione di oltre 60 esperti: 1 - Transizione energetica giusta ed efficiente; 2 - Innovazione e Know how al servizio della filiera italiana; 3 - Innovazione e Kow how al servizio della trasformazione industriale e della salvaguardia dell’occupazione.

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