Passeggiando per Modica alta non si può non notarle. Fotografie e frasi sui muri che raccontano storie e sfide di ogni giorno, che tassello dopo tassello, viso dopo viso, costituiscono Il presepe della gente, come sottolinea il nome dell’iniziativa.
Dagli insegnanti precari e costretti a scegliere tra lavoro e famiglia ai profughi che sbarcano sulle nostre coste, dai giovani laureati che abbandonano la propria terra a chi perde la vita sul posto di lavoro.
Non mancano riferimenti ad Aleppo e Amatrice, simboli di guerra e distruzione, nel percorso che porta alla sacra famiglia, rappresentata nel presepe dei giorni nostri da una donna del Mali, Dobri Dobrev – che ha scelto di dedicare la sua vita ai poveri – e Omran Daqneesh, il bimbo salvato dalle macerie di Aleppo.
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