Finora, sono 16,5 milioni gli utenti regolari e, utilizzando modelli statistici, un team di ricerca dell'Università di Oxford guidato da Christophe Fraser ha stimato che ogni aumento dell'1% degli utenti di questa app riduce il numero di infezioni dello 0,8-2,3%.
Risultati incoraggianti arrivano anche da uno studio pilota sull'app Radar Covid della Spagna, condotto nelle Isole Canarie: ha notificato, infatti, circa il doppio del numero di persone esposte a infezioni rispetto al tracciamento manuale dei contatti.
Mentre una valutazione di SwissCovid, pubblicata in preprint a febbraio, ha rilevato che l'app svizzera ha aumentato del 5% il numero di persone in quarantena a Zurigo, di cui il 17% è in effetti poi risultato positivo. Inoltre, i contatti non familiari notificati dall'app SwissCovid sono entrati in quarantena un giorno prima rispetto a quelli notificati tramite tracciamento manuale.
Questi risultati, conclude l'articolo su Nature, mostrano che le app di contact tracing sono uno strumento prezioso per la salute pubblica e "andrebbe migliorato il modo in cui sono integrate nel sistema sanitario locale", aspetto "cruciale" e ancora spesso "non sfruttato a pieno".
(ANSA)
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