Aste immobiliari, in Sicilia seicento milioni persi per covid
Gli effetti economici derivanti dall’emergenza pandemica sono stati devastanti in Italia e nel mondo.
E anche il settore delle aste giudiziarie non fa eccezione.
Nel 2020 in Italia, secondo il rapporto Scenario Aste a cura di Reviva, abbiamo assistito ad una perdita di circa 6,6 miliardi di euro dovuta alla sospensione delle esecuzioni immobiliari.
Uno stop che ha inflitto un duro colpo al settore, con ripercussioni pesanti anche per la Sicilia, dove il settore delle esecuzioni immobiliari ha fatto emergere potenzialità enormi.
Tenendo conto che nella nostra Isola si concentra il 10,09% del totale nazionale delle aste giudiziarie, abbiamo stimato che la perdita per la nostra Isola oscillerebbe intorno ai 660 milioni di euro.
Una stima che sembrerebbe avvalorata anche da un dato che avevamo riportato in una nostra precedente inchiesta (13 giugno 2020): secondo i numeri forniti da Reviva al Quotidiano di Sicilia, a causa dell’emergenza Coronavirus il totale delle aste sospese durante la prima ondata nella nostra regione era di 3.960, il 13% del totale nazionale, con un danno quantificato allora in 380 milioni. Anche allora, nel corso della prima ondata, il danno “accertato” in Sicilia era stato di circa il 10% del totale nazionale.
Nonostante questi dati tutt’altro che confortanti, dal rapporto Astasy si evince che la Sicilia anche nel 2020 resta la seconda regione con il più alto numero di esecuzioni immobiliare. La media aste al mese è di 1.680, effettuata sulla base di calcolo dei solo mesi di attività del tribunale che, considerate le restrizioni dei Dpcm e delle attuazioni di ogni singolo tribunale, sommate alle sospensioni feriali, si sono attestate in circa 209 giorni di attività su scala nazionale. La Lombardia è la regione italiana con il più alto numero di esecuzioni: 19.477 (16,70%). Terzo posto per l’Emilia-Romagna con 8.291 (7,11%), seguita dal Veneto con 8.272 (7,09%) e poi dal Lazio con 8.253 (7,08%).
La prima provincia siciliana per numero di aste è Catania con 2.523 e una percentuale del 2,16. A livello nazionale il territorio etneo si colloca all’ottavo posto in graduatoria, dietro ad altre province come Roma (4.991), Milano (4.092), Perugia (3.554), Bergamo (3.397), Napoli (3.312), Ancona (3.208) e Brescia (2.636).
Catania, Palermo e Messina, da sole, hanno prodotto quasi il 60% delle esecuzioni nell’isola. Dopo la provincia etnea (19,53%) c’è poco dopo Palermo con 2.297 aste e una percentuale del 19,53. Seguono Messina con 2.047 (17,40%), Ragusa con 1.195 (10,16%), Agrigento con 977 (8,30%) e Siracusa con 960 (8,16%). Chiudono Trapani con 816 (6,94%), Caltanissetta con 696 (5,92%) ed Enna con 253 (2,15%).
Da quanto mostra il rapporto Reviva, a livello nazionale, l’offerta minima totale di tutti i lotti andati all’asta è stata di circa 15,3 miliardi di euro. Tuttavia, questo dato non può venire preso in considerazione da solo perché non rappresenta il valore degli immobili ma solo il totale degli esperimenti d’asta, poiché comprende la totalità delle offerte minime di tutte le aste pubblicate, anche quelle riconducibili allo stesso lotto.
In Sicilia la somma offerta minima dei lotti è pari a euro 893.667.019 con percentuale del 7,7. L’offerta minima è di 96.540 euro, tra le più basse d’Italia insieme a Calabria e Piemonte. La somma offerta minima dei lotti più alta in Italia si trova in Lombardia che è pari a 1.800.446.296, mentre l’offerta minima che presenta una cifra superiore rispetto alle altre è in Trentino Alto Adige con 200.538 euro.
La nostra regione è al secondo posto per numero di lotti residenziali (4.809 con una percentuale del 10%). La somma offerta minima è di 310.287.203, la percentuale di offerta minima è 7,6. Stesso discorso per i lotti non residenziali (3.147 con una percentuale dell’8,7%). La somma offerta minima è di 507.604.350, la percentuale di offerta minima è 7,9%.
Mentre la Sicilia detiene il primo posto per numero di terreni (1.301 con una percentuale di 11,9%). La somma offerta minima è di 75.775.466, la percentuale di offerta minima è del 6,6%.
Per quanto concerne l’offerta minima media, i numeri riguardanti l’Isola sono bassi. Per i residenziali l’offerta minima media è di 64.522, tra le più inferiori dopo Piemonte, Molise e Calabria. Per i non residenziali l’offerta minima media è di 161.298, leggermente più alta di Valle D’Aosta, Lombardia, Marche, Basilicata, Liguria, Calabria e Piemonte. In conclusione, per i terreni in Sicilia l’offerta minima media è di 58.244, anche qui tra le più basse dopo Puglia, Molise e Basilicata.
Antonino Lo Re
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