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Certificati online grazie all’Anagrafe nazionale ma digitalizzazione piena ancora lontana

Certificati online grazie all’Anagrafe nazionale ma digitalizzazione piena ancora lontana

Certificati online grazie all’Anagrafe nazionale ma digitalizzazione piena ancora lontana

Hanno monopolizzato televisioni, giornali e siti web le immagini del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intento a stampare un certificato online per inaugurare i nuovi servizi resi disponibili grazie all’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr). Un progetto, quello dell’Anpr, partito già da molto tempo con le adesioni dei Comuni che sono confluiti all’interno del servizio nazionale e che hanno così tramutato in realtà questa grande semplificazione digitale.

Ma andiamo per ordine e cerchiamo di capire in cosa consistono le novità avviate proprio ieri. “Se prima le nostre identità erano disperse in quasi ottomila comuni – si legge sul sito istituzionale dell’Anpr - oggi sono raccolte in un’unica Anagrafe. Una banca dati Nazionale che consente, attraverso una costante semplificazione e standardizzazione delle procedure, di offrire ‘servizi digitali’: facili, accessibili, efficienti, sicuri. Inoltre, l’interoperabilità tra Enti, consente al cittadino di non dover comunicare a ogni ufficio della Pubblica amministrazione i suoi dati anagrafici o il cambio di residenza”.

Tutto ciò, quindi, si traduce, per i cittadini, in procedure più rapide e più semplici, sicurezza del dato, visibilità dei propri dati e per i componenti del nucleo familiare, autocertificazioni, possibilità di controllare i propri dati e se discordanti chiedere una rettifica, certificati anagrafici online, cambi di residenza online. Per i Comuni e le Pubbliche amministrazioni, invece, in sicurezza, efficienza, affidabilità, risparmio, riduzione degli errori e dialogo più semplice tra esse.

Come detto, e come spiegato chiaramente nel sito dell’Anpr, a partire dal 15 novembre è possibile “scaricare i certificati anagrafici online in maniera autonoma e gratuita, per proprio conto o per un componente della propria famiglia, senza bisogno di recarsi allo sportello”. Possono essere scaricati, anche in forma contestuale: anagrafico di nascita, anagrafico di matrimonio, di cittadinanza, di esistenza in vita, di residenza, di residenza Aire, di stato civile, di stato di famiglia, di stato di famiglia e di stato civile, di residenza in convivenza, di stato di famiglia Aire, di Stato di famiglia con rapporti di parentela, di stato libero, anagrafico di unione civile, di contratto di convivenza.

Per accedere al portale dell’Anpr è necessaria la propria identità digitale (Spid, Carta d’identità elettronica, Carta nazionale dei servizi) e se la richiesta è per un familiare verrà mostrato l’elenco dei componenti della famiglia per cui è possibile richiedere un certificato. Il servizio, inoltre, consente la visione dell'anteprima del documento per verificare la correttezza dei dati e di poterlo scaricare in formato pdf o riceverlo via mail.

“L’innovazione dell’Anagrafe nazionale – si legge ancora sul sito - è un sistema integrato, efficace e con alti standard di sicurezza, che consente ai Comuni di interagire con le altre amministrazioni pubbliche. Permette ai dati di dialogare, evitando duplicazioni di documenti, garantendo maggiore certezza del dato anagrafico e tutelando i dati personali dei cittadini. A oggi, Anpr raccoglie i dati del 98% della popolazione italiana con 7.794 Comuni già subentrati e i restanti in via di subentro. L’Anagrafe nazionale, che include l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) pari a 5 milioni di persone, coinvolge oltre 57 milioni di residenti in Italia e sarà ultimata nel corso del 2021”.

E a questo punto sorge spontanea una domanda: quali sono i Comuni che ancora non fanno parte dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente? A livello nazionale, come riportato sul sito ufficiale, aggiornato al 14 novembre scorso, ne mancano all’appello 61, di cui la maggior parte nel mezzogiorno. Di questi, otto sono siciliani (Grammichele e Piedimonte etneo nel catanese, Centuripe in provincia di Enna, San Teodoro a Messina e Borgetto, Piana degli Albanesi e Vicari nel palermitano), ovvero l’11,4%. Il primato negativo, però, spetta alla Calabria con 18 centri mancanti all’appello (il 29,5% del totale).

Un peccato, per i cittadini di questi Comuni (in Sicilia sono circa 43 mila), che devono ancora attendere per servizi di cui già, in altre parti d’Italia è possibile usufruire. Quasi una beffa, soprattutto in una Sicilia in cui la digitalizzazione della Pubblica amministrazione continua a non decollare. L’ultimo Rapporto ICity Rank, realizzato dal Forum Pa con il supporto di Enel X sulla base di otto indicatori (accessibilità on line dei servizi pubblici, disponibilità di app di pubblica utilità, adozione delle piattaforme digitali abilitanti, utilizzo dei social media, rilascio degli open data, trasparenza, implementazione di reti wi-fi pubbliche e delle tecnologie di rete intelligenti) ha infatti rilevato un pesante ritardo dell’Isola – e del Mezzogiorno più in generale – nei processi di trasformazione digitale: sette i capoluoghi siciliani che si sono piazzati sul fondo della classifica, con Agrigento maglia nera regionale e nazionale.

Relegate nel “medioevo digitale” si trovano, spalmate tra la 74^ posizione ricoperta da Siracusa e la 107^ di Agrigento, Ragusa (77^), Trapani (83^), Caltanissetta (88^), Messina (89^) ed Enna (105^). Catania, con il suo 49° posto, si pone invece nel livello intermedio e Palermo è l’unica mosca bianca tra le siciliane ad avvicinarsi, con la sua 13^ posizione, alla top ten, dominata da Firenze, Bologna e Milano, che sono rispettivamente medaglie d’oro, argento e bronzo.

Il caso palermitano, insieme a quelli di Cagliari e Bari mostra – come si legge nel report – che l’innovazione può svilupparsi anche in contesti caratterizzati da livelli relativamente meno elevati di ricchezza e crescita economica. Oltre alla doppia “A” conseguita nel rating della trasformazione digitale (“avanzata”), Palermo risulta infatti prima per gli “open data”, a pari merito con Firenze e Milano ed è nella “top ten” per l’offerta dei “servizi on line” (8° posto complessivo, unico capoluogo metropolitano del Sud) e per la “trasparenza” (10°).

Il rapporto ha rivelato, inoltre, che “sul versante della digitalizzazione delle attività amministrative e del rapporto con i cittadini il processo appare in larga misura avviato, anche se resta il tema delle disparità territoriali e delle aree deboli”. Ciò che ancora manca, specie nelle città meridionali, è la diffusione di una cultura digitale, sia all’interno delle Amministrazioni (in termini di competenze e di organizzazione) sia tra i cittadini.

Sul versante della implementazione e interconnessione delle reti intelligenti, invece, si è ancora a una fase iniziale in cui c’è ancora moltissimo da fare “tanto dal punto di vista della comprensione delle opportunità esistenti quanto da quello della loro effettiva utilizzazione per condurre i centri urbani italiani anche oltre i modelli di smart cities verso quelli ancora più avanzati di responsive e adaptive cities capaci di raccogliere e utilizzare al meglio le informazioni per la gestione dei servizi e la definizione delle scelte sugli assetti urbani che coinvolga tutti gli attori disponibili”.

Insomma, la strada della trasformazione digitale degli Enti locali dell’Isola è ancora tutta in salita, ma bisogna recuperare in fretta. Un primo passo spetta certamente agli otto in ritardo nella connessione con l’Anagrafe nazionale della popolazione residente, un passaggio indispensabile per la tanto agognata dematerializzazione della Pubblica amministrazione.

Intervista al sindaco di San Teodoro, Valentina Costantino, che fissa i prossimi obiettivi

La promessa per San Teodoro (Messina), “Saremo pronti entro la fine dell’anno”

Questo comune dei Nebrodi di circa 1.200 abitanti è l’unico della provincia di Messina che non è ancora nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente. Abbiamo chiesto al sindaco, Valentina Costantino (eletta nel 2018), le ragioni di questa deficienza e i tempi necessari per entrare a far parte della rete nazionale.

Sindaco, quali sono le ragioni di questo ritardo che penalizza i santeodoresi?
“Abbiamo incaricato un’azienda per espletare tutti gli atti per il passaggio dei dati, è stata necessaria una procedura un po’ complicata. All’inizio c’è stata un po’ di confusione negli uffici, difficoltà a livello organizzativo, ma abbiamo cercato di rimediare e superare i problemi emersi. Comprendiamo che siamo in ritardo, con la Prefettura ci siamo scusati e ci stiamo lavorando. Abbiamo avuto dei problemi interni”.

Quando pensa che si potrà rimediare?
“Contiamo entro fine anno di espletare tutto e dare così la possibilità anche ai nostri cittadini di usufruire di questi servizi online”.

San Teodoro è tecnicamente attrezzato con connessioni veloci?
“Il mio Comune è stato uno dei primi nella provincia di Messina ad avere firmato la convenzione per i lavori della fibra, quindi da questo punto di vista è assolutamente in grado di gestire i nuovi servizi”.

Pensa che i suoi cittadini siano propensi a utilizzare questi nuovi servizi digitali?
“La popolazione saprà sfruttare, quando sarà tutto pronto, questa opportunità, anche se trattandosi di un piccolo centro con buona parte di popolazione anziana non sarà una cosa immediata. Ci vorrà un po’ di tempo”.

Come accedere all’Anpr

- Sistema pubblico d’identità digitale (Spid)

- Carta d’identità elettronica (Cie)

- Carta nazionale dei servizi (Cns)
I certificati che è possibile scaricare
- Anagrafico di nascita

- Anagrafico di matrimonio

- di Cittadinanza

- di Esistenza in vita

- di Residenza

- di Residenza Aire

- di Stato civile

- di Stato di famiglia

- di Stato di famiglia e di stato civile

- di Residenza in convivenza

- di Stato di famiglia Aire

- di Stato di famiglia con rapporti di parentela

- di Stato Libero

- Anagrafico di Unione Civile

- di Contratto di Convivenza

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