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Il Mezzogiorno registra il maggior numero di nuove imprese femminili

Il Mezzogiorno registra il maggior numero di nuove imprese femminili

Il Mezzogiorno registra il maggior numero di nuove imprese femminili

ROMA - La nascita di imprese femminili mostra segnali di ripresa ma la pandemia continua a pesare sulla voglia di mettersi in proprio delle donne. La difficile congiuntura sta portando comunque a scelte aziendali più consapevoli e meditate, che potrebbero in parte essere legate anche alla crescente presenza femminile nelle funzioni di guida delle imprese, con 93mila donne amministratrici in più di 10 anni fa.

Come mostrano i dati dell’Osservatorio sull’Imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere, le iscrizioni di nuove attività femminili nei primi nove mesi del 2021 sono più numerose di quelle registrate nello stesso periodo del 2020 (+7mila) ma sono ancora circa 9.200 in meno dello stesso periodo del 2019.

Malgrado l’incremento delle iscrizioni tra 2020 e 2021, il peso delle nuove imprese femminili sul totale delle iscrizioni si è ridotto di quasi due punti percentuali, passando dal 27,1% di due anni fa, al 25,4% di settembre scorso. Quasi il 24% di queste nuove imprese guidate da donne, però, nasce come società di capitali, tipologia di azienda più strutturata e “robusta” sotto il profilo organizzativo e gestionale

Questo scenario e le difficoltà che le aziende femminili stanno affrontando con l’emergenza sanitaria fanno da sfondo agli appuntamenti del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa, l’iniziativa itinerante, promossa da Unioncamere con i Comitati per l’imprenditoria femminile delle Camere di commercio, che è partita ieri da Roma e toccherà Chieti-Pescara e Verona (18 novembre), Milano (24 novembre), Arezzo-Siena (3 dicembre), Bergamo (10 dicembre), Torino (15 dicembre).

Il Mezzogiorno è l’area del Paese che registra il maggior numero di nuove imprese femminili (22.500) nei primi 9 mesi del 2021. In queste regioni, inoltre, il peso percentuale delle iscrizioni di attività guidate da donne sul totale delle nuove imprese sfiora o supera il 26%. A seguire il Nord Ovest (oltre 16mila le attività nate nel periodo), ma con una incidenza percentuale minore (23,7%). Le quasi 12mila nuove imprese femminili del Nord Est e le oltre 14mila del Centro rappresentano invece rispettivamente il 24,8 e il 26,3% del totale delle iscrizioni.
Rispetto all’era pre-Covid, al Sud sono venute a mancare quasi 3.300 nuove imprese, 2.300 al Centro, 1.900 nel Nord Ovest e 1.700 nel Nord Est.

Il confronto con i dati del 2020 mostra invece una ripresa della voglia di fare impresa delle donne più elevata nel Nord Ovest: in queste regioni le iscrizioni tra gennaio e settembre 2021 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno sono quasi 2.500 in più, mentre al Centro sono +1.700. Il Mezzogiorno (con +1.600 nuove imprese femminili) ed il Nord Est (+1.300) mostrano una ripresa un po’ più lenta.

Se la pandemia ha rallentato i ritmi di crescita tipici dell’impresa femminile, ha dato il destro, però, alla nascita di attività più solide e strutturate nella forma di società di capitali. Queste ultime, infatti, rappresentano il 23,6% del totale delle iscrizioni femminili a fronte del 23% del 2021 e del 22,6% del 2020 e risultano particolarmente presenti (e percentualmente più consistenti) soprattutto al Centro, dove sono circa 4.300 e rappresentano quasi il 30% delle nuove imprese guidate da donne.

Una conferma del lento ma progressivo rafforzamento organizzativo in corso nel mondo produttivo femminile proviene anche dalla crescita della quota di aziende guidate da donne che oggi operano nei cinque settori di attività più performanti in termini di rapporto valore aggiunto/occupati (industria manifatturiera, altre industrie in senso stretto, servizi di informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari).
Questa quota è passata dal 16,3% del 2014 al 16,9% del 2021, con differenze significative tra Centro-Nord (dove le donne hanno una maggiore tendenza ad operare in questi settori) e Mezzogiorno (dove invece si opera in settori più tradizionali).

Di fatto il crescente rafforzamento strutturale e di mercato del fare impresa al femminile, visibile sia nel breve che nel medio periodo, sembra andare di pari passo con la diffusione della presenza delle donne nei posti di comando delle aziende. Tra il 2011 e il 2020 le donne amministratici sono infatti aumentate di 93mila unità e sono cresciute anche in termini percentuali, passando dal 23,2 a 24,4%. Le cariche di amministratore ricoperte da donne sono così oggi poco meno di un milione e 140mila a fronte del milione e 50mila di 10 anni fa.

Cresce però l’età media delle donne che sono oggi nella “stanza dei bottoni” delle imprese: se nel 2011 il 43% delle amministratrici aveva più di 50 anni, a fine 2020 le over 50 sono il 58%.

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