"Siamo a un passo dalla tragedia, serve un lockdown nazionale". Con i contagi che superano i diciannovemila casi in un giorno, il presidente della Campania Vincenzo De Luca ha esplicitato ieri il pressing che arriva anche dagli scienziati e da pezzi della maggioranza affinché il Governo Conte metta in campo un intervento drastico per fermare l'impennata della curva epidemiologica. Il premier per il momento ha detto no: "dobbiamo scongiurare un secondo lockdown generalizzato". Ma sa che il tempo stringe e che saranno necessarie nuove misure. Intanto a Napoli sono scoppiati disordini fomentati dall'estrema destra, che ha parlato apertamente di rivoluzione. "Mentre Mattarella riunisce il consiglio di guerra e De Luca prepara un vergognoso #lockdown Forza Nuova è pronta a scendere in piazza al fianco del popolo di Napoli senza paura, con il vigore tipico della nostra gente. No #dittaturasanitaria " aveva scritto su twitter, prima dei tumulti, il capo di Forza Nuova, Roberto Fiore. In un comunicato inserito nel tweet e firmato con Nicola Trisciuoglio, responsabile di Napoli e Ciro Andretti, coordinatore campano dell'organizzazione neofascista, hanno scritto "Marceremo al fianco di padri di famiglia, mamme, donne, giovani, anziani… Che sia Napoli la prima città che si solleva contro la dittatura sanitaria. Che si accenda a Napoli la prima scintilla della Rivoluzione".

Momenti di fortissima tensione tra i manifestanti, quasi tutti vestiti di nero e con mascherine nere, e Polizia e Carabinieri alle spalle della sede della Regione Campania. Come in una guerriglia urbana organizzata è stato eretto uno sbarramento con i cassonetti della spazzatura al quale è stato dato fuoco. All'altezza dell'incrocio con via Santa Lucia i fomentatori dei disordini hanno cominciato a lanciare bombe carta e fumogeni verso le Forze dell'ordine colpendo anche una camionetta dei Carabinieri. Alcuni dei manifestanti, vestiti di nero e con cappucci, hanno cominciato a correre verso la sede della Regione, e contro di loro c'è stato un fitto lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell'ordine. "La notte scorsa - ha dichiarato il questore di Napoli Alessandro Giuliano parlando della guerriglia urbana organizzata in città - abbiamo assistito a veri e propri comportamenti criminali verso le Forze dell'ordine. Nessuna condizione di disagio, per quanto umanamente comprensibile, può in alcun modo giustificare la violenza". De Luca è preoccupato invece della situazione sanitaria: "Nel giro di pochi giorni rischiamo di avere le terapie intensive intasate" ha affermato, riprendendo la linea su cui si muovono da giorni anche gli scienziati. Giorgio Parisi, fisico dell'università La Sapienza di Roma avverte: "senza misure forti tra due settimane le morti potranno superare quota quattrocento al giorno". Allarme anche dagli anestesisti secondo i quali entro 15 giorni ci sarà un raddoppio dei ricoveri in terapia intensiva e quello sarà il "punto di rottura". La linea di De Luca resta al momento isolata tra i governatori e anzi viene contrastata apertamente dal leghista Attilio Fontana, che ci ha abituato però a brusche giravolte, come quella sul coprifuoco. "Un secondo lockdown - ha detto l'esponente della Lega Nord - sarebbe insopportabile per il Paese, rischieremo di non essere in grado di risollevarci". Nelle prossime ore l'Italia supererà un'altra soglia psicologica, quella dei ventimila casi in un giorno. Ed è molto probabile che dopo quel numero si deciderà come intervenire. Intanto Conte ha visto a palazzo Chigi il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri, per fare il punto della situazione e capire come poter supportare al meglio gli ospedali che potrebbero andare in sofferenza: nei magazzini ci sono infatti altri 1.300 ventilatori polmonari che possono essere distribuiti alle regioni in caso di necessità. E in attesa delle nuove misure, le Regioni continuano ad andare in ordine sparso.