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Ferrovie, parte la Palermo-Catania, ma non chiamatela “alta velocità”

Ferrovie, parte la Palermo-Catania, ma non chiamatela “alta velocità”

Ferrovie, parte la Palermo-Catania, ma non chiamatela “alta velocità”

di Michele Giuliano -

PALERMO - Certo, non è che si possa proprio parlare di alta velocità. Ma comunque la Sicilia comincia a intravedere almeno un minimo di progresso nel trasporto ferroviario.

Parliamo della Palermo-Catania in cui uno dei tratti più problematici finalmente potrà risolvere le sue criticità. Il riferimento è alla tratta Bicocca-Catenanuova, 38 chilometri di ferrovia che seppur si trova in uno degli assi strategici in termini di trasporto ferrato, ancora oggi si presenta con un solo binario con i treni costretti ad alternarsi nella corsa.

La linea definita “ad alta capacità” raggiungerà i 180 km/h, contro i 90 km/h di oggi, e supererà l’imbuto del binario singolo, presente nel tratto interno del percorso. Attualmente, quando ci sono due treni in corsa, uno si ferma alla stazione per dare precedenza a quello che sta passando. La nuova Palermo-Catania sarà quindi una linea moderna, che nasce da un progetto complesso e innovativo, dove – solo per la tratta Bicocca-Catenanuova (dai pressi dell’aeroporto di Catania fino alla provincia di Enna) – verranno movimentati 1,5 milioni di metri cubi di terra.

Tutti i lavori sono in corso senza mai interrompere il funzionamento della vecchia linea. L’opera rientra nei corridoi Ten-T, la rete ad alta velocità ed alta capacità ferroviaria sostenuta dall’Unione Europea.

Ancor di più, in questa crisi del Covid-19, infrastrutture come la Palermo-Catania diventano strategiche per far ripartire il Sud, non solo dal punto di vista dei collegamenti moderni ed efficienti, ma anche da quello del lavoro e dello sviluppo. Parliamo sì di modernità, ma comunque sino ad un certo punto se consideriamo che in Italia l’alta velocità al Nord ha messo in campo convogli in grado di toccare i 300 chilometri orari. Notizia che fa il paio con la consegna di due nuovi treni regionali, che fa salire a 10 i Pop in circolazione sulle linee Palermo–Messina e Messina-Siracusa.

Si tratta di un altro importante passo verso il rinnovo della flotta regionale previsto dal contratto di servizio tra la Regione Siciliana e Trenitalia che prevede 43 nuovi treni e investimenti per oltre 426 milioni di euro. Parliamo di mezzi elettrici, mono piano, a 3 o 4 casse, dotati di 4 motori di trazione.

Il nuovo Pop, che fa parte della famiglia Coradia Stream, viaggia a una velocità massima di 160 km/h e ospita circa 530 persone, con oltre 300 posti a sedere nella versione a 4 casse, e circa 400, con 200 sedute in quella a 3 casse.

Ritornando ai lavori in corso sulla Palermo-Catania, da segnalare che all’interno di questa grande opera, il Gruppo Webuild è oggi impegnato nella costruzione della tratta grazie anche al supporto di 193 imprese, tra fornitori e subfornitori, tutte italiane. Una rappresentanza di eccellenze produttive che provengono per il 58% del totale dalla Sicilia stessa, seguita dalla Lombardia e dal Veneto. Tra queste la Natisone Lavori, che ha messo a disposizione del cantiere i suoi brevetti per la realizzazione del sistema di sostegno dei binari; la Gecob, impegnata nella costruzione dei pali di fondazione; fino al Centro studi di economia applicata dell’università di ingegneria di Catania, che ha lavorato invece sullo studio dell’impatto dell’opera sul territorio.

Aziende, ma anche istituzioni universitarie impegnate in un cantiere che già oggi dà lavoro a 430 persone, tra dirette e indirette, con l’obiettivo di dar vita a un’opera strategica per la Sicilia.

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