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In Sicilia 3.388 frodi creditizie in un anno, ben 9 al giorno: più a rischio gli under 30

In Sicilia 3.388 frodi creditizie in un anno, ben 9 al giorno: più a rischio gli under 30

In Sicilia 3.388 frodi creditizie in un anno, ben 9 al giorno: più a rischio gli under 30

Prosegue la crescita delle frodi creditizie realizzate tramite furto d’identità, con il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni e con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene. La Sicilia è una delle regioni più colpite tanto da avere ottenuto, nel 2021, un poco onorevole secondo posto nella classifica stilata sulla base dei dati raccolti dall’Osservatorio sulle Frodi Creditizie e i furti di identità realizzato da Crif-MisterCredit.

Un aumento spiegato anche con lo sviluppo degli acquisti online

L’anno scorso in Italia sono stati rilevati ben 28.600 casi (+ 31,1% rispetto al 2020). Un aumento spiegato anche con lo sviluppo degli acquisti online, dato che sul virtuale verifiche e contromisure sono meno efficaci. Il danno stimato raggiunge i 124,6 milioni di euro, mentre l’importo medio frodato ammonta a 4.350 euro. In Sicilia i casi annuali sono stati 3.388, più di nove al dì. Il maggior numero di frodi a Palermo che, con 956 casi, si colloca al 5° posto della graduatoria nazionale, seguita da Catania con 787 (6^ posizione), da Siracusa con 362, Messina con 355 e da Trapani con 258.

Per quanto concerne l’incidenza di tali frodi in ambito creditizio viene evidenziato che, a fronte di una crescita fatta segnare in regione sia delle richieste di prestiti personali (+12,3%) sia dei finalizzati (+34,7%), la Sicilia si colloca in 4^ posizione della graduatoria nazionale. Nel dettaglio le operazioni fraudolente finalizzate all’acquisto di beni e servizi (quali auto, moto, articoli di arredamento, elettronica ed elettrodomestici, ecc), nonostante rappresentino anche nel 2021 la principale tipologia di finanziamento più colpita con il 34,4% del totale, fanno segnare una flessione del 30% circa. Si registra invece, un aumento dell’importo medio del 17,5% rispetto al 2020. Al contrario, continuano ad aumentare a ritmo elevato le frodi sui prestiti personali (+56,6%), che con il 22,5% del totale dei casi si posizionano al secondo posto per tipo di operazione, seppur registrando un calo dell’importo medio pari a -8,2%.

Le frodi sulle carte di credito crescono del 59,7%

Le frodi sulle carte di credito crescono del 59,7% rispetto al 2020, dopo la forte contrazione dell’anno precedente, quando aveva inciso il confinamento varato a seguito dello scoppio della pandemia. Interessanti alcuni trend minori, ma da tenere sotto controllo. Tra questi da segnalare i casi di frode sulla rateizzazione di acquisti e-commerce (le così dette formule “compra subito, paga dopo”, in gergo tecnico “Buy now, pay later”), anche se ancora ricoprono una fetta assolutamente residuale (0,2% del totale). Entrando nel dettaglio dei beni e servizi acquistati con un prestito finalizzato ottenuto in modo fraudolento, il 40,7% dei casi ha per oggetto l’acquisto di elettrodomestici, in crescita del +25,3% rispetto alla rilevazione del 2020. Una quota significativa dei casi ha riguardato anche il comparto dell’elettronica – informatica – telefonia (9,0% del totale) e quello auto e moto (8,8% del totale). Seguono i finanziamenti per l’arredamento (6,1%) e quelli per interventi sugi immobili e ristrutturazioni (5,4%).

Non bisogna abbassare la guardia

I numeri fin qui esposti dipingono un quadro allarmante, da monitorare e arginare che Beatrice Rubini, diretrrice esecutiva della linea Mister Credit di Crif, riassume così: “Il fenomeno delle frodi creditizie perpetrate attraverso un furto di identità è in continua evoluzione, con le organizzazioni criminali che si avvalgono di tecniche sempre più sofisticate, che spesso il singolo consumatore non è in grado di rilevare. Dopo aver registrato un calo nel 2020, a causa del lockdown e della contrazione delle operazioni di finanziamento, con la ripresa della normale operatività nel 2021 i casi sono immediatamente tornati a crescere. E non solo in Italia, tanto che secondo la Federal Trade Commission sono cresciute del 50% negli Stati Uniti, mentre nel Regno Unito, secondo Cifas, l’incremento è stato del 22%. Non bisogna quindi abbassare la guardia perché il più frequente ricorso all’e-commerce, l’accelerazione nell’utilizzo delle carte di pagamento e la digitalizzazione di molti processi possono determinare un ulteriore innalzamento dei rischi e una impennata dei casi”

Le vittime delle frodi sono per la maggior parte uomini (63,5% del totale). Rispetto al 2020, la distribuzione dei casi per genere vede un ulteriore aumento degli uomini (+2,7%). Un’altra variabile degna di nota è quella dell’età. A dispetto di quanto si potrebbe pensare, a conferma del risultato già emerso nel 2020, la fascia d’età nella quale si rileva il maggior incremento dei casi è quella degli under 30 (+8,0%) mentre diminuiscono gli over 60 anni (-6,9%). La fascia compresa tra i 41 e 50 anni segue i più giovani, come segmento maggiormente colpito dal fenomeno, con il 22,5% delle vittime.

“Spesso la vulnerabilità alle frodi è accresciuta – prosegue Rubini – da comportamenti a rischio da parte delle vittime, ad esempio con la disinvolta pubblicazione sul web e sui social di dati anagrafici e identificativi o di informazioni personali che possono essere utilizzate dalle organizzazioni criminali per ricostruire false identità. Per questo è indispensabile che i consumatori pongano la massima attenzione nel proteggere adeguatamente la propria identità digitale, attivino un sms di allerta per controllare le transazioni con la carta di credito e sistemi che avvisano tempestivamente nel caso i dati personali vengano utilizzati per chiedere un finanziamento o se stiano indebitamente circolando sul web”. Non a caso la carta d’identità è il documento più usato (80,7% dei casi), seguita dalla patente (17,7%). Un dato positivo rigurada, infine, i tempi per la scoperta delle frodi: il 42,4% dei casi che viene smascherato entro i primi sei mesi (contro il 36,3% del 2020).

redazione

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